Il 6 ottobre scatterà la nuova stagione della Serie A1 e A2 di pallavolo femminile, inaugurando un campionato 2025/26 carico di aspettative sportive ma anche di questioni strategiche che guardano già al futuro, in particolare alla rivoluzione attesa per il 2026/27.
Sarà un debutto inedito: le partite inizieranno di lunedì sera, in formula “Monday Night”. Una scelta che – come spiegato dal direttore generale della Lega Pallavolo Serie A Femminile, Enzo Barbaro – non è frutto di una strategia commerciale pura, ma una necessità dettata dai vincoli dei calendari internazionali.
«Avevamo chiesto alla FIVB una deroga per iniziare nel weekend, ma ci è stata negata – ha dichiarato Barbaro a Tuttosport. – A quel punto abbiamo preferito il male minore, evitando di comprimere ulteriormente il calendario».
Se la decisione nasce da un’esigenza logistica, l’effetto collaterale potrebbe rivelarsi positivo per la valorizzazione del prodotto: il prime time televisivo del lunedì è infatti storicamente favorevole agli ascolti e può attrarre nuovi sponsor e pubblico.
Un movimento in crescita e un dominio internazionale
La Serie A1 resta la vetrina più prestigiosa della pallavolo femminile europea. Conegliano, reduce da una stagione perfetta con la conquista di tutti e cinque i trofei disponibili (Campionato, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Mondiale per Club e Champions League), rimane la squadra da battere.
Ma il successo del movimento va oltre: l’Italia ha conquistato anche la CEV Cup con Novara e la Challenge Cup con Roma, chiudendo il 2024/25 con sei titoli europei consecutivi e un Mondiale per Club in bacheca.
«I successi della Nazionale aiutano tantissimo, ma non è solo quello, – ha evidenziato Barbaro. – Il movimento femminile ha preso consapevolezza del proprio valore. I numeri parlano chiaro: siamo tra le leghe sportive più seguite a livello digitale, dopo solo il calcio. È un sistema che ha trovato identità e pubblico».
Un dominio che è frutto di un modello che funziona e che la Lega vuole continuare a sviluppare, puntando su nuove idee e strategie di espansione internazionale.
Serie A1 pallavolo femminile: diritti TV e rivoluzione digitale
Sul fronte media, il vero cambio di passo arriverà nel 2026/27, alla scadenza del contratto con Volleyball World.
Fino ad allora, come sottolineato dal direttore, la Lega sta lavorando a una “rivoluzione digitale” per aumentare la visibilità di club e atlete: contenuti post-prodotti, maggiore integrazione social e utilizzo di nuove piattaforme saranno gli strumenti principali per ampliare l’audience, soprattutto tra i più giovani.
I risultati si sono visti nella scorsa stagione. La Lega Volley Femminile si conferma la prima lega indoor italiana per follower, raggiungendo il traguardo simbolico del milione. Dai 400mila follower totali nel 2021/22, nella stagione attuale sono diventati 1.017.000, con un incremento del 32% in un solo anno.
Le performance delle singole piattaforme parlano da sole:
- YouTube: +80% di iscritti verso quota 300.000, 43 milioni di visualizzazioni, oltre 672.000 ore di contenuti visti.
- TikTok: +116% di follower, superata quota 100.000, 105 milioni di visualizzazioni, oltre 6 milioni di interazioni.
- Instagram: +14% di crescita, 174 milioni di visualizzazioni, 6 milioni di interazioni.
- Facebook: +9% di iscritti, 60 milioni di visualizzazioni.
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L’arrivo della Serie A3 e la riforma dei campionati
Dal 2026/27 debutterà la Serie A3 femminile.
«La A3 sarà un campionato ponte, pensato per facilitare il salto dalla B1 all’A2, – ha dichiarato Barbero nel corso dell’intervista. – Stiamo dialogando con la Federazione per definire competenze e gestione, ma l’obiettivo è quello di un campionato intermedio più sostenibile per le società da un punto di vista organizzativo ed economico».
Sarà composta da 16 squadre – 12 provenienti dalla B1 e 4 retrocesse dalla A2 – e comporterà una riduzione delle partecipanti in A2 da 20 a 16. Resteranno invece invariate le 14 squadre della A1.
Il sistema di promozioni e retrocessioni sarà così strutturato: quattro movimenti tra A2 e A3, due tra A1 e A2.
Club Italia e valorizzazione dei vivai
Dal 2026 in A2 tornerà in campo il Club Italia, sempre in trasferta per favorire lo sviluppo delle giovani atlete e contenere i costi organizzativi per le società ospitanti.
«È una decisione condivisa con Federazione, società e tecnici, – ha precisato il direttore. – Il Club Italia è patrimonio di tutti e le ragazze avranno modo di crescere più in fretta. Le società, dal canto loro, avranno vantaggi economici e organizzativi. Tireremo le somme a fine stagione».
Il progetto, nato nel 1999, continuerà a rappresentare una fucina per le promesse del volley nazionale, con la possibilità di partecipare alle fasi finali giovanili con i propri club di origine.
Barbaro ribadisce la centralità della formazione:
«Crediamo molto nello sviluppo dei vivai. Insieme alla Federazione stiamo studiando sinergie e contributi per i club virtuosi. Puntiamo anche su una maggiore visibilità digitale che possa coinvolgere tifosi di ogni età».
L’emergenza impianti e il nodo proprietà
Resta aperta la questione infrastrutturale.
«La vera emergenza sono gli impianti, ancora troppo pochi, o talvolta datati che andrebbero ammodernati, – ha così concluso Barbero. – La gestione diretta può funzionare solo con forti sinergie tra club, sponsor e istituzioni. Senza supporto pubblico o investimenti paralleli, rischia di diventare insostenibile perfino per società strutturate. Oggi sicuramente è cambiato il modo di concepire e vivere le arene del volley».
La Lega invoca una strategia condivisa per modernizzare le arene, trasformandole in veri poli attrattivi per tifosi, partner commerciali e media.
La stagione 2025/26 si preannuncia dunque come un banco di prova importante: non solo per confermare il dominio sportivo italiano, ma anche per testare soluzioni innovative sul piano commerciale, digitale e organizzativo. Con l’orizzonte già puntato al 2026/27, quando il volley femminile italiano vivrà un’altra, profonda trasformazione.