L’arrivo trionfale, alla testa del gruppo, a Parigi non c’è stato ma Tadej Pogacar aveva già vinto il Tour a 50 km di distanza dalla capitale francese.
Lo sloveno mette così in bacheca il suo quarto Tour de France e aggiunge un trofeo pesante a un palmares che sa già di storia del ciclismo.
Al di là delle prodezze del fuoriclasse sloveno che hanno incantato gli appassionati di ciclismo per quasi un mese, è la macchina organizzativa del Tour de France la vera vincitrice, che è stata in grado di superare se stessa, raggiungendo un giro d’affari di oltre 180 milioni di euro.
E per una manifestazione sportiva che spegneva 112 “candeline” con l’edizione 2025 non è una fatto banale.
Tour de France record ricavi: il peso dei diritti televisivi
A gestire la macchina del Tour è, come è noto, Amaury Sport Organisation (ASO), controllata del gruppo Amaury (lo stesso che edita L’Équipe), specializzata nell’organizzazione di grandi eventi sportivi.
Il Tour rappresenta la punta di diamante del portafoglio ASO, che include anche la Vuelta, la Parigi-Roubaix, la Dakar e la Maratona di Parigi.
La voce principale di ricavo della Grande Boucle, si conferma anche per quest’anno quella dei diritti televisivi, che incidono per circa il 45-50% del fatturato. Solo France Télévisions, che detiene i diritti in esclusiva per il territorio francese fino al 2030, versa quasi 30 milioni di euro all’anno.
A livello europeo, il Tour è trasmesso in chiaro in 13 Paesi grazie all’accordo con l’Eurovisione, mentre la copertura integrale fuori dalla Francia è appannaggio dei canali Eurosport (gruppo Warner Bros Discovery), disponibili in Italia su piattaforma streaming e in passato anche su Sky.
La corsa nella corsa: la volata degli sponsor
Le sponsorizzazioni rappresentano la seconda voce di ricavo più rilevante per il Tour de France, con un’incidenza compresa tra il 30 e il 35% sul fatturato complessivo, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore.
Il modello commerciale messo a punto da Amaury Sport Organisation è particolarmente articolato e si fonda su una struttura gerarchica che consente di massimizzare la visibilità per ogni tipologia di partner.
Ai vertici ci sono cinque main sponsor, ciascuno associato a uno degli elementi simbolo della corsa: LCL, storico partner dal 1987, lega il proprio marchio alla maglia gialla del leader della classifica generale; Škoda è sponsor della maglia verde riservata al primo nella classifica a punti; E.Leclerc firma la maglia a pois, simbolo del miglior scalatore; Krys sostiene la maglia bianca, assegnata al miglior giovane under 23; Continental è invece il partner che accompagna i vincitori di tappa.
Accanto ai cinque brand principali, il Tour coinvolge un ampio ecosistema di aziende: 13 sponsor ufficiali, 24 fornitori ufficiali, 2 supporter, 5 partner tecnici, 4 media partner, 2 broadcaster ufficiali e 4 partner istituzionali.
La visibilità per i marchi non si limita alle maglie o ai backdrop televisivi, ma si estende alla celebre carovana pubblicitaria, composta da 150 veicoli (tra cui 23 ibridi e 19 elettrici), che anticipa di due ore il passaggio della corsa offrendo momenti di intrattenimento e promozione lungo tutto il percorso.
Un format collaudato, che trasforma ogni tappa in un evento itinerante capace di attivare relazioni dirette tra sponsor e pubblico.
I contributi delle città e le ricadute turistiche
Un’altra voce rilevante – tra il 15 e il 25% del fatturato – proviene dai contributi versati dalle città che ospitano la partenza o l’arrivo di tappa.
Ospitare il passaggio del Tour è infatti una garanzia di ritorno per le città francesi: visibilità internazionale grazie alla copertura mediatica e la possibilità di mettere in mostra i gioielli del territorio francese, stimolando l’immaginario degli spettatori di tutto il mondo e spingere a vedere dal vivo i luoghi suggestivi percorsi dai ciclisti.
L’impatto varia in base all’internazionalizzazione del percorso: il 2025, sviluppandosi interamente in Francia, ha generato entrate più contenute rispetto a edizioni precedenti.
Ma il calendario promette nuovi impulsi: nel 2026 il Tour partirà da Barcellona, nel 2027 dal Regno Unito.
In crescita anche il segmento legato all’esperienza VIP, destinato a un pubblico disposto a pagare per vivere il Tour da una prospettiva privilegiata: dalla visione in aree riservate all’accesso al percorso in auto prima dei corridori.
Un business in espansione, sempre più centrale per monetizzare la fanbase e attrarre sponsor.