Grand Slam Track, il sogno (in rosso) di Michael Johnson: atleti ancora senza compensi

Promessa di una nuova era per l’atletica leggera, la lega privata di Michael Johnson fa discutere: molti atleti devono ancora ricevere i compensi pattuiti per la stagione 2025.

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Pagamenti arretrati
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Il sogno di una nuova era per l’atletica leggera potrebbe essersi infranto, almeno per ora, contro la dura realtà finanziaria. La Grand Slam Track (GST), la lega privata lanciata con grandi ambizioni dall’ex campione olimpico Michael Johnson, è finita sotto i riflettori non solo per il suo format innovativo, ma anche – e soprattutto – per i ritardi nei pagamenti agli atleti.

Secondo un’inchiesta del The Times, diversi atleti che hanno partecipato alla stagione inaugurale della GST non hanno ancora ricevuto i premi in denaro e le fee di partecipazione concordate. Una situazione che, a fronte di un montepremi totale annunciato di 12,6 milioni di dollari e un budget da 30 milioni, solleva interrogativi sulla solidità finanziaria del progetto.

Il modello: una Superlega dell’atletica

Presentata come una rivoluzione per la disciplina, la Grand Slam Track si ispira al modello del tennis, con quattro eventi principali e un format semplificato: solo gare di corsa, sei categorie di competizione e un sistema di punteggio studiato per garantire spettacolo, versatilità e frequenza nelle apparizioni degli atleti.

Le prime tre tappe – Kingston (Giamaica), Miami e Philadelphia – si sono svolte regolarmente, ma la quarta, prevista a fine giugno a Los Angeles, è stata cancellata. A giustificazione della scelta, Johnson ha parlato di cambiamenti significativi nel contesto economico globale, sottolineando che si è trattato di una decisione aziendale necessaria per garantire la stabilità a lungo termine della lega.

Grand Slam Track: l’incognita pagamenti

Tuttavia, mentre le luci si spengono sui campi di gara, restano accese quelle delle polemiche. Gli atleti – tra cui figurano nomi di rilievo come Sydney McLaughlin-Levrone e Gabby Thomasattendono ancora i compensi per le tre tappe disputate. In particolare, sarebbero in sospeso sia i premi per i risultati ottenuti sia le fee garantite ai “racers” con contratto annuale.

Secondo The Times, la Association of Athletics Managers (AAM) ha scritto formalmente alla GST e organizzato un confronto diretto con Johnson via Zoom. Ma, al momento, non sono state fornite date certe per il saldo dei pagamenti.

A inizio luglio, la lega ha inviato una comunicazione ai rappresentanti degli atleti, firmata dal direttore Kyle Merber, nella quale si promettono i primi pagamenti (relativi alla tappa di Kingston) entro la fine del mese, mentre il saldo completo – incluso il rimborso per la tappa di Los Angeles – sarebbe previsto entro settembre.

Un progetto ambizioso, ma fragile?

Lanciata con il supporto della Winners Alliance, il braccio commerciale della Professional Tennis Players Association (PTPA), la GST ha attirato l’interesse di nuovi investitori, tra cui Richelieu Dennis, fondatore di Sundial Brands. Tuttavia, la ricerca di ulteriori fondi per sostenere la seconda stagione è ancora in corso, con la prospettiva di un ritorno non nel 2025, ma direttamente nel 2026.

Il modello, che prevede ingaggi fissi per 48 atleti contrattualizzati e un sistema di gare con accoppiamenti inediti (100/200m, 200/400m, ecc.), aveva suscitato l’interesse di un ampio pubblico: la lega ha infatti siglato accordi di trasmissione in 189 Paesi e i risultati valgono punti nel ranking ufficiale della World Athletics, con un punteggio equivalente a quello del Continental Tour Gold.

Ma il ritardo nei pagamenti rischia di compromettere la credibilità stessa del progetto, soprattutto in un momento storico in cui molti atleti guardano con interesse crescente alle leghe private come alternativa sostenibile al sistema federale.

Una nuova strada, ma a quale prezzo?

Michael Johnson ha descritto la GST come un nuovo paradigma per gli atleti di tutto il mondo. Tuttavia, affinché questa visione possa realizzarsi, sarà necessario ricostruire la fiducia tra atleti, manager e stakeholder.

La scommessa di una lega privata nell’atletica leggera resta affascinante, specie se riesce a generare un prodotto sportivo di alto livello e a garantire maggiori introiti per gli atleti. Ma il caso Grand Slam Track dimostra che, senza una struttura finanziaria solida e una governance trasparente, anche i progetti più ambiziosi rischiano di trasformarsi in promesse disattese.

 

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