Le NBA Finals 2025 passeranno alla storia non solo per la vittoria degli Oklahoma City Thunder, ma anche per un allarme ormai non più trascurabile: il crollo dell’audience televisiva, uno dei più pesanti dell’era moderna.
Una serie combattuta, chiusa solo in Gara 7, tra due squadre giovani e frizzanti come i Thunder e gli Indiana Pacers, si è rivelata, mediaticamente, tra le meno seguite degli ultimi 40 anni. Da segnalare però la media spettatori di gara 7, la più alta degli ultimi anni.
Thunder: gioventù, successo e sostenibilità economica
La stagione 2024-2025 dell’NBA si è chiusa con il trionfo degli Oklahoma City Thunder, protagonisti di una cavalcata straordinaria culminata con la vittoria in Gara 7 contro gli Indiana Pacers. Un successo che ha riscritto più di un record: i Thunder sono la squadra campione più giovane degli ultimi 48 anni, con un’età media di 24,7 anni, e hanno dominato la regular season con 68 vittorie, 54 delle quali con margine in doppia cifra.
Ma è il contesto finanziario a rendere ancor più interessante il caso Thunder. La franchigia ha speso solo 165,6 milioni di dollari in stipendi, il 25° monte salari più basso della lega, restando sotto la luxury tax. E grazie a una strategia oculata di gestione del roster e delle scelte al draft (ben 20 fino al 2029), la dirigenza ha costruito un progetto sportivo solido e sostenibile.
Shai Gilgeous-Alexander, MVP della stagione, guadagnerà meno di 41 milioni a stagione fino al 2027, mentre l’intero roster principale è sotto contratto a costi contenuti per almeno un altro anno.
L’impatto economico si riflette sul valore della franchigia: acquistati nel 2006 per 350 milioni, i Thunder sono oggi valutati da Sportico 3,55 miliardi di dollari. Un moltiplicatore x10 che conferma la bontà del modello OKC, che guarda al futuro anche con un nuovo impianto da 900 milioni di dollari previsto per il 2028, in parte finanziato da fondi pubblici attraverso l’estensione dell’imposta MAPS.
È la dimostrazione che anche un mercato piccolo, con un piano strategico e successi sportivi, può scalare le gerarchie del business NBA.
Media: ascolti in picchiata, ma il valore della lega cresce
Nonostante l’elevato livello tecnico espresso nella serie tra Oklahoma City Thunder e Indiana Pacers, le NBA Finals 2025 hanno segnato uno dei punti più bassi della storia recente in termini di ascolti televisivi. Gara 2 ha raccolto appena 8,76 milioni di spettatori su ABC, con un crollo del 29% rispetto allo stesso appuntamento nel 2024. La media delle prime cinque partite si è attestata a 9,18 milioni, superando al ribasso perfino i numeri della controversa “bolla” di Orlando del 2020.
A risollevare parzialmente il bilancio è stata Gara 7, che ha catalizzato l’attenzione del pubblico con 16,4 milioni di spettatori medi e un picco di 19,3 milioni alle 21:45 ET. Si tratta della partita di Finals più vista degli ultimi sei anni, anche se ancora lontana dai fasti del 2016, quando lo scontro LeBron James vs Steph Curry attirò 31 milioni di spettatori.
Nel complesso, la serie è risultata il settimo programma più visto in prima serata negli ultimi due mesi, un dato che testimonia comunque una certa tenuta competitiva rispetto all’offerta televisiva generale.
La postseason NBA 2025, trasmessa su ABC ed ESPN, ha registrato una media di 6,12 milioni di spettatori a partita, segnando un incremento del 10% rispetto al 2024.
Le cause? Diverse. In primis, l’assenza di nomi iconici: senza LeBron James, Steph Curry o i Lakers/Celtics, le Finals perdono identità per il pubblico generalista. Inoltre, la produzione televisiva è stata criticata per la mancanza di elementi simbolici: niente inno in diretta, grafiche poco evocative, presentazioni minimal. L’evento è sembrato più una partita di regular season che il climax dell’anno.
Il Commissioner NBA Adam Silver ha però spostato l’attenzione. Oggi gli ascolti TV non sono più il solo parametro. La lega ragiona in termini di popolarità, entusiasmo, coinvolgimento sui social.
Ed è vero. Il canale YouTube dell’NBA ha oltre 20 milioni di follower, Instagram sfiora i 91 milioni, TikTok esplode tra la Gen Z. Inoltre, la lega ha appena siglato un contratto record da 76 miliardi di dollari con Disney, NBCUniversal e Amazon fino al 2036. Una crescita esponenziale rispetto al precedente contratto da 24 miliardi, che porterà più partite in prima serata su NBC e più eventi in streaming nazionale.
La nuova era prevede più partite in streaming (Peacock, Prime Video), trasmissioni in prima serata su NBC, contenuti social sempre attivi e una narrativa costruita sulle star emergenti come l’MVP Shai Gilgeous-Alexander (SGA), protagonista con 864 milioni di visualizzazioni solo nei playoff.
Nel frattempo, le finali NBA 2025 sono state trasmesse in 214 Paesi, in 60 lingue, con eventi live in Brasile, India, Messico e Cina. Un’espansione globale che supera le fluttuazioni degli ascolti domestici.
L’NBA fa squadra con i brand: 1,62 miliardi di dollari in sponsorship
Dati di affluenza: palazzetti pieni, tifosi locali presenti
Anche dal punto di vista della presenza nei palazzetti, la stagione ha mostrato segnali misti. I Thunder si sono piazzati al 14° posto per affluenza totale in casa (754.832 spettatori), i Pacers al 25° con 685.434.
Numeri lontani dai top della lega, ma coerenti con la dimensione dei due mercati e con una tendenza alla fidelizzazione locale, più che alla spettacolarizzazione globale.
NBA Finals 2025: piccole piazze, grandi numeri
Le Finals 2025 hanno confermato la trasformazione della NBA da lega centrata sullo show business televisivo a piattaforma globale multi-canale. Il crollo degli ascolti tradizionali non intacca un ecosistema sempre più sostenuto da abbonamenti, sponsor e digital engagement. Le stelle emergenti come Gilgeous-Alexander e Haliburton sono meno mainstream, ma più accessibili e coerenti con la nuova cultura sportiva.
Nel breve termine, la sfida sarà ridare centralità all’evento-Finals, recuperando ritualità e storytelling. Nel lungo periodo, l’NBA ha già tracciato la rotta: allargare la fanbase, monetizzare ogni touchpoint e dimostrare che anche una serie tra Oklahoma City e Indiana può essere un asset globale. Gara 7 è un ottimo punto di partenza.
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