La sfida verso Milano Cortina 2026, Malagò: «Deve essere tutto pronto»

Scattato ieri il countdown dei 100 giorni alle Olimpiadi invernali. Malagò ammette che questi tre mesi servono tutti. Ancora lavori in corso all’Arena Santa Giulia e impianti montani, dettagli per il Villaggio Olimpico.

Malagò sport italiano
Il punto della situazione
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È scattato ieri il countdown ufficiale: mancano cento giorni all’inizio delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026. Un traguardo simbolico che segna l’ingresso nell’ultimo miglio verso il grande appuntamento del 6 febbraio, quando l’Italia si riprenderà la scena olimpica vent’anni dopo Torino 2006.

La Fondazione Milano Cortina ha presentato l’evento celebrativo all’Auditorium Testori di Milano, a Palazzo Lombardia, dove il presidente Giovanni Malagò ha fatto il punto sulla situazione degli impianti e sull’organizzazione generale.

Il realismo di Malagò: «Non è tutto pronto»

«Ci sono molte cose che sono assolutamente pronte, altre meno, – ha dichiarato Malagò con franchezza. Come riporta il Corriere dello Sport, il presidente della Fondazione ha aggiunto: – Con forma di grande onestà intellettuale questi tre mesi ci servono. Per qualsiasi evento, anche pochi giorni ed ore prima, ci sono persone che lavorano per renderlo all’altezza delle aspettative».

Una sincerità che ha caratterizzato l’intero intervento dell’ex presidente del Coni: «Se devo essere proprio sincero molte cose sono state spuntate, ma non tutte. Tutti i cronoprogrammi stanno andando avanti. Alcuni sono pronti, ad altri serve qualche settimana».

Tra le venue che necessitano ancora di lavori figura l’Arena Santa Giulia di Milano, destinata alle gare di hockey e successivamente a concerti e attività sportive. Anche il Villaggio Olimpico richiede interventi di ritocco: al termine delle manifestazioni diventerà uno studentato a prezzi agevolati.

Sul fronte degli impianti montani, secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, la situazione presenta luci e ombre. La nuova cabinovia di Cortina deve essere consegnata dalla Simico entro i primi 15 giorni di gennaio, i lavori sono ancora in corso. Più ottimista il giudizio sullo Sliding Center.

«Mi sembra che la scommessa lì sia stata vinta», ha dichiarato.

Il rapporto con il CIO e le istituzioni

«Il lavoro del Cio? Senza di loro tutto questo non sarebbe possibile, – ha riconosciuto Malagò, sottolineando la collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale. – Sono attenti e collaborativi, giochiamo a carte scoperte, così come le istituzioni locali e governative».

Sul tema del mancato supporto europeo, emerso durante la visita della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola all’Università Bocconi, il presidente ha risposto sorridendo: «Qualcuno che arriverà dopo potrà essere più coinvolto. Non c’era nulla di critico, era solo una riflessione. Sono un europeista convinto».

Ritmi incessanti verso il grande giorno

Tanto è stato fatto, ma molto resta ancora da completare. Gli organizzatori lavorano giorno e notte per riuscire a realizzare un evento che sia all’altezza di Milano, della Lombardia e dell’Italia intera. «Il Comitato entra in azione piena solo nel momento in cui gli impianti vengono consegnati», ha precisato Malagò.

Le emozioni, ha confessato il presidente di Fondazione Milano Cortina, sono forti come la responsabilità, che crescono giorno per giorno. E alla domanda se tutto sarà pronto per il 6 febbraio, la risposta è stata netta: «Deve esserlo».