Il 1° aprile 1985 Nike lanciava sul mercato una scarpa destinata a cambiare la storia dello sport e non solo: la Air Jordan 1, una sneaker bianca, rossa e nera che avrebbe segnato l’inizio di una delle collezioni più iconiche di sempre. Nata come scarpa da performance per Michael Jordan, la AJ1 è diventata rapidamente un fenomeno culturale, capace di unire basket, moda e intrattenimento, fino a raggiungere lo status di icona globale.
A quarant’anni di distanza dal debutto, la saga continua a generare interesse e valore economico. Questa settimana su Catawiki, marketplace leader per oggetti da collezione, è in programma un’asta speciale per un paio di Air Jordan 7 Retro “Hare”, autografate da Michael Jordan e numerate #23 su 23, in omaggio al numero di maglia più celebre della NBA. Il lotto, rilasciato nel 1992 e firmato con certificazione Upper Deck, è stimato tra 24.000 e 29.000 euro.
L’eredità delle “Hare” e il legame con la cultura pop
Le Air Jordan 7 Retro “Hare” furono lanciate quando Jordan era all’apice della carriera NBA e protagonista della campagna pubblicitaria insieme a Bugs Bunny, che avrebbe poi ispirato il film Space Jam. La combinazione di innovazione tecnica e immaginario popolare ha trasformato il modello in un riferimento culturale.
«Questo modello ha abbattuto i confini tra performance, celebrità e intrattenimento, trasformando una scarpa da basket in un simbolo globale riconosciuto ovunque ancora oggi», ha dichiarato Gustavo Radesca, esperto di memorabilia sportivi di Catawiki.
Catawiki e il mercato dei cimeli sportivi
Non è la prima volta che Catawiki mette in vendita memorabilia legati a Michael Jordan. Negli ultimi mesi il marketplace ha visto risultati importanti: una maglia da basket del campione venduta per 21.500 euro, un poster autografato battuto a 9.000 euro e un pallone certificato ceduto per 7.500 euro.
Cifre che testimoniano come il mito di MJ continui a esercitare una forte attrattiva anche sul mercato collezionistico.
NBA, la rivoluzione del salary cap: meno superstar, più profondità
Dalla multa NBA al successo planetario
Il percorso delle Air Jordan parte con la prima generazione del 1985. Nike, che prevedeva di vendere 100.000 paia nel primo anno, ne piazzò 450.000 in un solo mese, al prezzo di 65 dollari l’uno. L’Air Jordan 1 diventò subito un simbolo, nonostante la NBA avesse inizialmente vietato la versione nera e rossa per violazione delle regole sulle divise, con la minaccia di una multa da 5.000 dollari a partita.
Da lì nacque una collezione destinata a fare scuola:
- la Air Jordan II segnò l’abbandono dello Swoosh per un design più moderno,
- la Air Jordan III introdusse l’iconico logo Jumpman,
- la Air Jordan IV inaugurò la celebre collaborazione con Spike Lee e venne indossata da Jordan nella leggendaria “The Shot” contro Cleveland.
Ogni modello ha arricchito non solo la carriera del campione, ma anche la reputazione di Nike, consolidando un legame tra sport e lifestyle che continua a generare fatturati milionari e a influenzare il mercato globale delle sneakers.
Raccontare le Air Jordan significa ripercorrere non solo la carriera di Michael Jordan, ma anche una delle più longeve e redditizie partnership tra atleta e azienda. E come dimostrano aste come quella di Catawiki, il mito è ben lontano dall’esaurirsi.