Ungheria, Belgio, Olanda. E ancora Grecia, Francia e Albania. Non è un ranking di nazioni partecipanti a una qualsivoglia manifestazione sportiva ma sono alcuni dei Paesi dai quali, nel corso della sua lunga storia, è partito il Giro d’Italia.
Un elenco al quale, con l’edizione 2026 della Corsa Rosa, si aggiungerà anche la Bulgaria, secondo quanto anticipato da Il Giornale.
La partenza fuori confine non è di certo una novità degli ultimi anni, come dimostra il via dell’edizione 2025 dall’Albania con le prime tre tappe all’interno del Paese, ma pesca nel passato lontano.
Giro d’Italia 2026 Bulgaria: i tanti precedenti all’estero
Era infatti il 1965 quando, pur essendo geograficamente nella Penisola, si partì da San Marino, e quindi dall’estero. L’anno successivo toccò a un altro micro stato europeo, il Principato di Monaco. Un decennio dopo, nel 1973, la Corsa Rosa scelse il Belgio, con la città di Verviers.
Erano gli anni dominati da un certo Eddy Merckx e il Belgio fu forse la prima scelta di marketing promozionale per il Giro.
Per altre partenze oltre confine però toccherà aspettare gli anni novanta, con la Grecia e la sua capitale Atene, nel 1996 e la Francia con Nizza nel 1998.
Dagli anni zero il Paese preferito è diventato l’Olanda: Groningen nel 2002, Amsterdam nel 2010 e Apeldoorn nel 2016 per ben tre partenze dal Paese dei tulipani.
Con il nuovo millennio la Grande Partenza oltreconfine si è intensificata. Il Belgio è tornato a ospitare il via della Corsa Rosa nel 2006, la Danimarca è stata scelta nel 2012, l’Irlanda del Nord nel 2014.
E poi ancora Israele con la partenza da Gerusalemme nel 2018, l’Ungheria nel 2022 e infine l’Albania, con l’edizione 2025.
Giro d’Italia 2026 Bulgaria: un’occasione per il turismo
Quindici partenze oltreconfine, per un elenco nel quale sempre più nomi vogliono finire.
Il prossimo anno sarà come detto la volta della Bulgaria – in fase di definizione dei dettagli ma pronta già a confermare l’impegno – come anticipato dal Ministro del Turismo Miroslav Borshosh, secondo quanto riporta Il Giornale. «Il Governo ha sostenuto la proposta dei due ministeri di finalizzare i negoziati per ospitare il Giro d’Italia. Nei negoziati, la Bulgaria ha battuto la concorrenza di diversi altri Paesi e colloca il nostro Paese sulla mappa mondiale del turismo».
Scelta analoga a quanto fatto dall’Albania e sottolineato dal primo ministro Edi Rama.
Partenze oltre confine: le scelte italiane di Tour e Vuelta
Una scelta condivisa anche dalle altre grandi manifestazioni ciclistiche del Vecchio Continente. La Vuelta di Spagna partirà nelle prossime settimane proprio dall’Italia, da Venaria Reale, nel torinese, mentre il Tour de France ha scelto – nel 2024 – una città nota in tutto il mondo come Firenze per la sua prima storica partenza italiana.
Aggiudicarsi una tappa, se non addirittura la partenza, è un volano turistico non indifferente. Le lunghe riprese televisive, gli scorci paesaggistici rilanciati in mondovisione e amplificati dai social trasmettono nello spettatore il desiderio di vedere quei luoghi dal vivo.
Vale da sempre per le località italiane, che mettono sul piatto fino a 250mila euro per ospitare una tappa e, ancor di più per le città estere di Paesi che vogliono affacciarsi o affermarsi come mete appetibili e che non sono così consolidate sull’atlante turistico mondiale.
Al punto da offrire milioni per aggiudicarsi la Grande Partenza. L’Albania ne ha messi 9 sul piatto lo scorso anno e altrettanti ne metterà la Bulgaria per la partenza 2026.