L'outdoor italiano è leader in Europa: export, innovazione e crescita oltre i 12 miliardi

L’Italia si conferma prima in Europa per esportazioni di articoli sportivi e punta a un giro d’affari da oltre 12 miliardi nel 2025. Il settore si distingue per innovazione, sostenibilità e forte proiezione internazionale.

Sport e Sostenibilità
Report Mediobanca
Image credit: Depositphotos

L’Italia si conferma locomotiva europea nel settore Sport Outdoor, conquistando il primo posto tra i paesi UE per fatturato e capacità esportativa.

A certificarlo è il primo report dedicato all’industria Sport&Outdoor realizzato dall’Area Studi Mediobanca, che analizza dati economici e strutturali di 52 multinazionali globali e 82 principali aziende italiane del comparto.

Export da record e leadership di specialità

Nel 2023 il nostro Paese ha registrato una bilancia commerciale positiva pari a 644 milioni di euro, con 3,3 miliardi di esportazioni e 2,7 miliardi di importazioni. Ancora più rilevante il saldo con i Paesi extra-UE: +848 milioni, il miglior risultato europeo, davanti a Polonia e Finlandia.

L’Italia domina in cinque specialità: articoli per ginnastica e atletica, calzature sportive, fucili da tiro, abbigliamento per sport acquatici e sci, pattini. È inoltre seconda negli sport invernali – comparto concentrato in tre Paesi (Italia, Austria, Francia) che rappresentano il 76% delle esportazioni UE – e terza nel settore del ciclismo.

Con un giro d’affari pari al 22% del totale UE, l’Italia precede Austria (14,8%), Germania (14,7%) e Francia (12,3%) come maggiore produttrice di articoli sportivi. Le aziende italiane si distinguono anche per fatturato medio (3,4 milioni di euro), superiore alla media europea (1,5) e tre volte quella francese (1,1).

Fatturato in crescita, ma lo scenario resta sfidante

Nel 2024, il giro d’affari del settore Sport&Outdoor italiano è cresciuto dello 0,4%. Per il 2025 le previsioni sono più ottimistiche: +3%, con una soglia attesa oltre i 12 miliardi di euro. Tuttavia, il contesto resta complesso: il 72,7% delle aziende teme l’instabilità geopolitica, mentre il 63,6% avverte la pressione dei competitor sul fronte dei prezzi.

Per reagire, le imprese puntano su innovazione, tecnologia e networking con università e istituzioni. Oltre l’83% autofinanzia la crescita, ma il 60% non segnala difficoltà di accesso al credito.

Sostenibilità e innovazione come pilastri strategici

Tre aziende su quattro dichiarano di investire in prodotti sostenibili e riduzione delle emissioni. Tuttavia, solo il 44% considera realistico l’obiettivo “emissioni zero” entro il 2050. Il 66,7% ha comunque avviato percorsi per la definizione di obiettivi climatici.

Le aziende italiane destinano il 2,2% del fatturato alla ricerca e sviluppo e circa il 5% a promozione e marketing, facendo leva su sponsorship e innovazione per rafforzare il proprio posizionamento competitivo.

Distribuzione geografica e leadership produttiva

L’industria Sport&Outdoor è fortemente radicata nel Nord Italia: il 52,4% del fatturato aggregato proviene dal Nord Est (con il distretto di Montebelluna e Asolo leader mondiale nelle calzature tecniche), seguito dal Nord Ovest (38%).

Tra i big player, spiccano HTI-High Technology Industries (1,495 mld €), Decathlon Italia (1,494 mld €), Technogym (806 mln €), Cisalfa (709 mln €) e Tecnica Group (540 mln €). Per redditività primeggiano Favero Electronics (ebit margin al 43,8%), Union Binding Company (25,7%) e Colnago (23,4%).

Il made in Italy nel mondo

Il 63,6% del fatturato delle aziende italiane è generato all’estero, soprattutto in Europa (41%) e negli Stati Uniti (15%). Asia ancora marginale (7%).

Il 41,3% dei siti produttivi resta in Italia, con una strategia di nearshoring che differenzia l’Italia dalla concorrenza asiatica, dove il 74% degli articoli è prodotto a fini di risparmio costi.

Prospettive globali: multinazionali in espansione

Nel 2024, le 52 multinazionali del settore hanno generato un fatturato di 356 miliardi di euro (+3,8%), trainato dai gruppi europei (+5,3%). Si stima una crescita ulteriore a 363 miliardi nel 2025 (+2%). Nike resta leader mondiale con 49,4 miliardi, seguita da Adidas, The Gap, JD Sports e Lululemon.

Lo Sport&Outdoor si posiziona tra i comparti più dinamici e resilienti a livello globale, alle spalle di elettronica, difesa, pharma e aerospazio. Le sue performance superano quelle del fashion system, in lieve contrazione.

Sport come leva sociale ed economica

Il settore ha ricevuto un riconoscimento istituzionale storico nel 2023, con l’inserimento del valore dello sport in Costituzione. Resta però alta la sedentarietà in Italia: l’80,3% degli adulti non pratica abbastanza attività fisica, con costi sanitari stimati in 1,3 miliardi l’anno fino al 2050.

 

Image credit: Depositphotos