Tim Mayer si candida alla presidenza FIA: «Serve un cambiamento»

Tim Mayer, figlio del co-fondatore McLaren, ha ufficializzato la candidatura alla presidenza FIA. Dopo il suo allontanamento da capo commissario F1, attacca la gestione Ben Sulayem.

fia-flag_0-_1_
ELEZIONI FIA 2025
Image Credits: media FIA

Tim Mayer, figura di spicco del motorsport internazionale e figlio del co-fondatore della McLaren Teddy Mayer, ha annunciato ufficialmente la sua candidatura alla presidenza della FIA. Le elezioni dell’organo di governo del motorsport mondiale si terranno a dicembre 2025, al termine del primo mandato del presidente in carica Mohammed Ben Sulayem.

Una mossa che scuote le fondamenta della Federazione Internazionale dell’Automobile e che apre ufficialmente una campagna elettorale destinata a essere tesa e controversa.

Con oltre 30 anni di esperienza nel mondo del motorsport, Mayer è stato presidente degli steward della FIA fino al novembre 2024, quando fu rimosso dal suo incarico per decisione dello stesso Ben Sulayem, in seguito a un episodio critico durante il GP degli Stati Uniti.

Un evento che, secondo Mayer, gli ha dato l’opportunità per riflettere sullo stato della FIA e sulla necessità di un cambiamento strutturale profondo.

Tim Mayer: candidatura FIA tra accuse e visione di futuro

Mayer non ha risparmiato critiche all’attuale amministrazione. In particolare, ha parlato di un fallimento nella leadership e di un regno del terrore, facendo riferimento all’accentramento di potere avvenuto negli ultimi anni.

«Abbiamo vissuto l’illusione di trasparenza, di riforme, di inclusione, – ha attaccato Mayer. – Ma senatori sono stati estromessi quando hanno osato esercitare le proprie responsabilità etiche e finanziarie. Votazioni cruciali sono avvenute in modo affrettato, senza dibattito. Questo non è buon governo».

Secondo l’americano, l’attuale presidenza ha tradito le promesse iniziali di trasparenza, supporto ai club più piccoli e riforma della governance. «Le carte sono truccate a favore del presidente in carica, – ha aggiunto, – e lo sono deliberatamente. Ma non mi candido solo per partecipare: mi candido per vincere».

Ben Sulayem: «La FIA è più grande di tutti noi»

Dal canto suo, Ben Sulayem, 63 anni, ha già confermato la propria intenzione di ricandidarsi per un secondo mandato. «La FIA è più grande di me, – ha affermato in una recente intervista, – e saranno i membri a decidere. Ho lavorato per rafforzare la Federazione, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

Sotto la sua guida, tuttavia, non sono mancate le frizioni con team di F1, sponsor, piloti – in particolare Lewis Hamilton – e membri interni della FIA. Il vicepresidente sportivo Robert Reid si è dimesso all’inizio del 2025, e numerose figure di alto profilo hanno abbandonato l’organizzazione in polemica con la gestione del presidente emiratino.

Il nodo Formula 1 e il valore per i club

Pur sottolineando l’importanza della F1, Mayer ha insistito sulla necessità di una FIA più inclusiva e vicina ai club membri, soprattutto quelli più piccoli o delle regioni meno servite.

«La FIA deve tornare a essere un’organizzazione rispettata e ben guidata. La governance deve essere trasparente, e le decisioni devono essere il frutto di un confronto aperto, non di imposizioni, – ha dichiarato Mayer. – La situazione attuale è una lenta erosione dell’integrità: non è un singolo colpo, ma una morte per mille tagli. Il rischio è che in altri quattro anni si comprometta irreversibilmente la fiducia nell’istituzione».

Una squadra ancora in costruzione

Mayer ha precisato di non aver ancora ufficializzato i nomi dei dieci membri che comporranno la sua lista elettorale. Tra i possibili alleati circola il nome di Robert Reid, ma l’americano ha preferito non confermare.

Tra le personalità indicate inizialmente come possibili outsider, anche Carlos Sainz. Il pilota spagnolo ha però escluso ufficialmente una sua candidatura, affermando di non voler compromettere i preparativi per la Dakar e il proprio impegno con Ford.

Verso dicembre: sfida aperta per la FIA

Con Mayer primo sfidante ufficiale di Ben Sulayem, la corsa alla presidenza FIA entra nel vivo. Nei prossimi mesi sarà decisiva la capacità dei candidati di mobilitare i consensi dei club membri e proporre visioni credibili per il futuro della Federazione.

Nel confronto tra continuità e cambiamento, trasparenza e accentramento, governance e rappresentanza, si gioca molto più di una semplice elezione: si decide l’identità stessa della FIA nel prossimo decennio.