Un cambio di rotta netto per Formula Imola S.p.A., la società che gestisce l’Autodromo Internazionale “Enzo e Dino Ferrari”. A partire dal 1° luglio 2025, la governance dell’impianto emiliano sarà affidata a un Amministratore Unico: il manager Massimo Monti, scelto dall’Assemblea dei Soci del CON.AMI per guidare una fase cruciale di trasformazione strutturale e strategica.
La decisione di superare il modello a consiglio di amministrazione rappresenta un passaggio significativo verso una governance più snella, agile e capace di rispondere alle sfide di un contesto sportivo ed economico in rapida evoluzione. Una mossa che, secondo le istituzioni locali, mira a rafforzare l’efficacia dell’azione manageriale e valorizzare le professionalità interne, con una struttura decisionale più reattiva e funzionale.
Chi è Massimo Monti?
Monti, 61 anni, non proviene dal mondo del motorsport. È un manager di lungo corso, con una laurea in Statistica Economica e un curriculum che abbraccia l’agroalimentare, la cooperazione e il biologico. Per vent’anni ha guidato Alce Nero S.p.A., trasformandola da realtà locale in un marchio di riferimento a livello internazionale. Direttore dell’Area Agroalimentare della Comunità di San Patrignano e Presidente del Consorzio Il Biologico, ricopre inoltre incarichi nei consigli di amministrazione di aziende come Berberè e Oicos.
Una figura, dunque, con forti competenze gestionali, ma estranea alla cultura delle corse. Ed è qui che entra in gioco Pietro Benvenuti, confermato Direttore Generale e punto di riferimento per l’attività sportiva: a lui il compito di garantire la continuità tecnica e il presidio del motorsport all’interno dell’autodromo. La sfida sarà quella di costruire una sinergia efficace tra una visione manageriale trasversale e una competenza sportiva consolidata.
Formula 1: Imola guarda al futuro
Monti raccoglie il testimone da Gian Carlo Minardi, figura storica del motorsport italiano e presidente uscente di Formula Imola. In carica dal dicembre 2020, Minardi ha accompagnato il rilancio internazionale dell’Autodromo, anche grazie al ritorno della Formula 1 a Imola nel 2020.
Il cambiamento di governance arriva in un momento delicato per la presenza della Formula 1 sul tracciato romagnolo. Dopo il successo delle edizioni 2020-2024, il GP dell’Emilia-Romagna è stato escluso dal calendario 2026. Una battuta d’arresto che pone interrogativi sulla capacità dell’Autodromo di restare protagonista della massima serie automobilistica.
In questo contesto, la nuova gestione dovrà dimostrare visione strategica, capacità negoziale e una forte connessione con le dinamiche della Formula 1 contemporanea, sempre più orientata verso mercati emergenti e circuiti dal grande impatto mediatico. La semplificazione della struttura manageriale potrebbe rappresentare un vantaggio in termini di reattività e di attrattività per nuovi investimenti, ma sarà fondamentale mantenere saldo il legame con il territorio, con i tifosi e con gli stakeholder del motorsport.
La F1 saluta Imola. La rotazione europea è la sola via del futuro per l’autodromo
Uno sguardo strategico al futuro
«Un grandissimo onore e una grande responsabilità, – ha dichiarato Monti subito dopo la nomina. – Sono consapevole del valore storico ed economico dell’Autodromo e confido in una squadra motivata e in una proprietà con una visione forte e determinata».
Dal canto loro, le istituzioni locali sottolineano la continuità e l’ambizione del progetto.
«Si apre una nuova fase per l’autodromo, – affermano il sindaco di Imola Marco Panieri e Fabio Bacchilega, al vertice di Con.Ami. – Vogliamo proseguire sulla linea tracciata e rafforzare la struttura per affrontare le sfide future, a partire dalla Music Park Arena del 2026. Il nostro obiettivo è mantenere Imola protagonista della Motor Valley e della promozione del Made in Italy».
La nomina di Monti segna quindi l’avvio di una fase di ristrutturazione profonda per Formula Imola. Una transizione che punta a coniugare managerialità e radicamento territoriale, visione industriale e passione sportiva. Se da un lato la scelta di un profilo non legato al motorsport può sembrare un azzardo, dall’altro rappresenta un’apertura a nuove logiche di sviluppo e attrattività.
E questa sfida, oggi più che mai, è tutta da giocare.