L’America’s Cup a Napoli prende sempre più forma. In Consiglio dei Ministri è sbarcato il decreto sport che prepara il terreno in vista della 38esima edizione della competizione velistica che si terrà nel capoluogo campano.
Lo scopo è quello di attribuire ai vari attori della partita compiti ben precisi, allocare i fondi e allo stesso tempo stabilire un cronoprogramma dei lavori di una macchina organizzativa complessa.
Mezzaroma America’s Cup: il decreto assegna ruoli e responsabilità
«Fermo restando che il decreto non è stato ancora pubblicato, però ovviamente c’è il sì del Consiglio dei ministri – commenta a Il Mattino Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute –, si può dire che sono stati formalizzati i compiti, le competenze e le risorse dei vari attori».
L’operazione per ottenere l’organizzazione dell’evento e poi per metterlo in piedi ha visto una sinergia a livello istituzionale tra il governo e gli enti locali, che nell’ottica di raggiungere l’obiettivo comune hanno remato nella stessa direzione.
«Da quando è nata questa possibilità, cioè mesi fa, abbiamo lavorato in coordinamento con il ministro Abodi e la sua struttura, insieme con il sindaco Gaetano Manfredi nella sua doppia veste di commissario per Bagnoli e di sindaco di Napoli e con Invitalia come soggetto attuatore per la riqualificazione di Bagnoli, il lavoro per la Coppa America di vela sostanzialmente non si è mai fermato».
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Mezzaroma America’s Cup: collaborazione virtuosa a livello istituzionale
I risultati di questa cooperazione sono stati fruttuosi: «È un esempio di virtuosa collaborazione istituzionale che poi concorre a portare a casa il risultato, in questo caso l’America’s Cup. Durante questi mesi abbiamo lavorato in silenzio coordinati dal ministro Abodi, il commissario di Bagnoli Manfredi e tutti gli altri soggetti interessati. Concorriamo ciascuno per la propria parte perché l’evento si svolga nel migliore dei modi».
Questa comunanza di intenti ha convinto anche i neozelandesi detentori della coppa, che hanno individuato in Napoli il teatro ideale per difendere il titolo tra tre anni dopo il successo tra le acque di Barcellona.
«L’interlocuzione con il team di New Zealand è continuo. Adesso occorrerà concentrarsi in maniera particolare sulle strutture al servizio dell’evento in coordinamento con la società e con il team. Compito che spetta principalmente al commissario e a Invitalia che è il soggetto attuatore per Bagnoli. C’è la massima collaborazione».
Mezzaroma America’s Cup: visione di lungo respiro, tempistiche ristrette
La scelta è stata frutto di uno sguardo che va oltre il contesto attuale e valuta le prospettive dell’area, come sottolineato dai neozelandesi, e confermato da Abodi: «Non abbiamo scelto solo il presente ma anche il futuro».
«Bagnoli andava vista quale sito proiettato nel futuro.È un teatro naturale per un evento così grande. In un contesto magnifico con Ischia, Procida e tanto altro. Senza contare la location delle regate tra Posillipo e Castel dell’Ovo. Bagnoli è una pietra grezza che va lavorata, ci sono 200 ettari dentro la città con un affaccio clamoroso sul mare. Basta pensare solo a questo per immaginare quali prospettive di crescita ci possono essere».
Seppur la visione sia di lungo respiro, l’orizzonte temporale per realizzarla è ristretto, considerando che i team saranno nel capoluogo campano un anno prima dell’inizio delle regate, e dunque già per il 2026 dovrà già essere allestita un’accoglienza adeguata al palcoscenico.
«Nel programma è previsto questo, che nella primavera-estate del prossimo anno ci sarà la presenza di coloro che operano nell’ambito della Coppa America: è stato stabilito che in quel periodo ci sarà l’inizio delle attività».
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Due fronti di lavoro: l’ambito infrastrutturale e il lato organizzativo
A livello operativo si lavora su due fronti: «Lavoriamo su due ambiti principali: quello infrastrutturale su Bagnoli e quello prettamente organizzativo con “America’s Cup”. Il master plan è già stato preparato nei mesi precedenti e ora lavoriamo su quel programma e cronoprogramma dove sono state individuate le attività da fare»
Sul fronte infrastrutturale è centrale l’operazione volta a installare la base operativa dei team: «Preparare l’infrastruttura sulla quale verrà installata la base operativa al servizio dei team è il progetto di riqualificazione più grande che concretizzeremo in coordinamento tra commissario e “Sport e Salute”».
Mezzaroma America’s Cup: il ruolo di Sport e Salute e l’impatto economico
Proprio il ruolo attribuito a Sport e Salute all’interno della partita è un’importante assicurazione sulla buona riuscita dell’evento, considerando l’expertise sviluppata nel corso degli anni.
«La Coppa, avendo una rilevanza internazionale, si autopromuove. “Sport e Salute” è abituata a organizzare i grandi eventi, penso al “Sei Nazioni” di rugby e agli Internazionali di tennis. Con l’America’s Cup abbiamo innalzato ulteriormente l’asticella ma abbiamo dimostrato che in Italia questi eventi si possono fare e si possono fare bene».
Si tratta di una manifestazione sportiva che secondo gli studi effettuati porterà un impatto economico significativo e durevole per tutta l’area interessata e le zone limitrofe, rilanciando il territorio anche sul lato del turismo.
«L’impatto dell’America’s Cup è di circa un miliardo e ricadrà su tutta la città. Quando gli organizzatori di un evento di rilevanza mondiale scelgono di investire su un territorio come quello di Bagnoli significa che le prospettive future su quell’area sono considerate la parte più importante. Naturalmente ci sarà un grosso ritorno anche su Napoli».
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La sfida organizzativa e il sogno di una seconda edizione
La città partenopea è pronta a cogliere la sfida, valorizzando le specificità della location con l’obiettivo di disegnare un’esperienza coinvolgente per i numerosi spettatori che accorreranno ad assistere alle regate.
«Napoli in sé è una realtà consolidata, una città in crescita. La base dei team se avessimo provato a disegnarla non sarebbe stata così perfetta. C’è un pontile lungo circa un chilometro che permetterà al pubblico di vedere le operazioni dei team quasi come se fossero box di Formula 1. È un valore aggiunto che poche location possono vantare».
In attesa dell’esordio italiano per l’America’s Cup, Napoli sogna già il bis: «Dipenderà molto dalle dinamiche all’interno della loro organizzazione, il detentore del trofeo, il team New Zealand, è il dominus. Noi non abbiamo mai nascosto che si potrebbe anche immaginare una seconda competizione sempre a Napoli».