Unire rigore aziendale e passione sportiva. È questa la formula che Luciano Buonfiglio, presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak (FICK), propone per il futuro del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI). Candidato alla presidenza dell’ente, Buonfiglio ha presentato nei giorni scorsi il proprio programma agli 80 grandi elettori chiamati a scegliere il successore di Giovanni Malagò, al termine di un ciclo durato oltre un decennio.
«Mi hanno colpito la partecipazione e l’entusiasmo con cui è stato accolto il mio progetto – ha dichiarato Buonfiglio a La Gazzetta dello Sport – non pensavo andasse così bene».
Classe 1950, napoletano di Posillipo ma cresciuto a Milano, ex olimpionico a Montreal 1976, Buonfiglio vanta una doppia carriera: sportiva e manageriale. Per vent’anni ha ricoperto ruoli dirigenziali in aziende di primo piano, fino a diventare direttore centrale del gruppo assicurativo Alliance Europa. Dal 2005 guida la FICK, portando con sé un approccio organizzativo che oggi intende applicare anche al vertice del CONI.
Pianificazione e territorio: il piano di Buonfiglio per il CONI
«Lo sport italiano ha bisogno di una pianificazione aziendale, di obiettivi misurabili e di attenzione costante all’atleta, – ha spiegato Buonfiglio. – Ogni presidente federale è un imprenditore con competenze specifiche, che vanno valorizzate. Serve un CONI che sappia indicare una rotta chiara e coinvolgere tutti nel percorso, con verifiche regolari, ogni cinque settimane».
Tra i punti chiave del suo programma: la cooperazione strutturata con Sport e Salute, il rafforzamento della presenza territoriale – regione per regione, per replicare modelli virtuosi come quello di Caivano – e una nuova sinergia tra sport e istituzioni.
«Il CONI ha un brand di altissimo valore – ha ribadito Buonfiglio – e una governance fatta di persone preparate. Con Sport e Salute possiamo costruire progetti straordinari, a patto che si giochi tutti nella stessa squadra».
A rinsaldare questa visione anche il rapporto con il ministro dello sport Andrea Abodi, con cui ha lavorato insieme al Credito Sportivo, e oggi ha un dialogo costruttivo.
Il sostegno di Malagò: «Una candidatura logica e coerente»
L’endorsement più pesante è arrivato da Giovanni Malagò, che – impossibilitato a ricandidarsi – ha indicato Buonfiglio come suo successore ideale.
«Le motivazioni del mio sostegno a Buonfiglio sono state espresse ai presidenti federali – ha dichiarato il presidente uscente del CONI in un’intervista al Corriere della Sera – quando presi atto che non ero più candidabile. Luciano ha esperienza nazionale e internazionale, ed è presidente federale di lungo corso: la sua candidatura è logica e coerente».
Buonfiglio, dal canto suo, ha sottolineato l’autonomia del proprio percorso. «La mia candidatura è nata in modo indipendente, – ha dichiarato nel corso dell’intervista – ma ho scelto di metterla in campo solo nel momento in cui Giovanni ha confermato che non avrebbe proseguito. È stato un processo pianificato, in stile aziendale».
Buonfiglio: «Un CONI credibile, misurabile e condiviso»
Nel progetto di Buonfiglio, la centralità dell’atleta resta prioritaria, ma in un contesto di responsabilità diffusa e risultati concreti.
«Sogno un CONI in cui tutti sappiano cosa devono fare, – ha detto – dove ogni azione sia parte di una strategia comune. La nostra missione è vincere medaglie, ma per farlo dobbiamo lavorare subito sui giovani, in vista dei Giochi di Brisbane 2032».
Alla domanda su cosa farebbe nel primo giorno da presidente, la risposta è chiara.
«Convocherei subito Consiglio e Giunta per definire le priorità, – ha dichiarato. – E costituirei dipartimenti tematici, con verifiche ogni cinque settimane. Sarà un CONI partecipativo e operativo».
Chi vince? «Sono un uomo di sport, – risponde Buonfiglio con sportività. – A fine gara mi guarderò a destra e sinistra e scoprirò se la mia canoa è arrivata davanti».