Djokovic contro l'ATP e non solo: la sua associazione fa causa ai colossi del tennis

L’associazione di Nole ha presentato un documento con cui richiede un processo presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti di New York: ecco i motivi.

Djokovic, Atp Finals 2023
PPTA ALL'ATTACCO
Novak Djokovic (Photo by Nicolò Campo / Insidefoto)

Novak Djokovic torna a far parlare di sé, ma questa volta non si tratta di una semplice polemica mediatica.

Il fuoriclasse serbo e la sua Professional Tennis Player Association (PTPA) hanno infatti intrapreso un’azione legale contro l’ATP, la WTA, l’ITIA e l’ITF, accusandole di formare un cartello che limita i guadagni dei tennisti, mette a rischio la loro salute e ostacola la concorrenza.

Un’accusa pesante, destinata a scuotere profondamente il mondo del tennis.

Djokovic causa ATP – Una battaglia per la libertà dei tennisti

Come anche riportato da La Stampa, l’azione legale, depositata a New York, è firmata non solo dalla PTPA, ma anche da dodici giocatori, tra cui il discusso Nick Kyrgios e la cinese Zheng Saisai.

L’obiettivo è quello di contrastare le presunte restrizioni imposte ai tennisti dai principali organi di governo del tennis mondiale, a partire dai protocolli antidoping, considerati “draconiani e invasivi oltre il necessario“.

Djokovic e i suoi alleati puntano il dito contro un sistema che, a loro dire, limita le possibilità economiche dei giocatori e li costringe a seguire regole stringenti senza offrire in cambio le giuste garanzie. La battaglia legale potrebbe avere conseguenze rivoluzionarie, aprendo le porte a un nuovo assetto del tennis professionistico, sulla scia di quanto accaduto in altri sport.

I precedenti negli altri sport

L’azione della PTPA richiama quanto avvenuto nel golf con la nascita della LIV Golf, finanziata dal fondo sovrano saudita, e nel calcio con l’ingresso di fondi di investimento nel sistema.

Alla guida di questa rivoluzione tennistica, oltre a Djokovic, c’è Ahmad Nassar, direttore esecutivo della PTPA e CEO della Winners Alliance, un’organizzazione finanziata dal magnate degli hedge fund Bill Ackman.

Ackman, noto per le sue strategie aggressive nel mondo finanziario, sta cercando di ridisegnare lo sport professionistico con nuovi modelli di business, come dimostra anche il suo coinvolgimento nell’atletica leggera con la creazione di una lega alternativa supportata dalla leggenda Michael Johnson.

Il rischio concreto è che le tradizionali federazioni e i comitati olimpici perdano il controllo degli sport che gestiscono da decenni, lasciando il potere in mano a colossi economico-finanziari.

Djokovic, il condottiero della rivoluzione tennistica

Novak Djokovic si conferma, ancora una volta, un personaggio divisivo. Non solo sul campo da gioco, ma anche fuori, dove le sue prese di posizione politiche e sociali non passano inosservate. Recentemente, il campione serbo ha criticato apertamente la repressione del governo di Belgrado contro le proteste delle opposizioni, alimentando ulteriormente la sua immagine di ribelle del circuito.

Non manca chi lo paragona a Donald Trump per il suo atteggiamento sfidante verso le istituzioni, mentre Ackman viene definito “l’Elon Musk dello sport” per il suo desiderio di sconvolgere gli equilibri consolidati.

Quel che è certo è che la causa intentata dalla PTPA potrebbe rappresentare un punto di svolta per il tennis mondiale, portando a una ridefinizione dei rapporti di potere tra giocatori, federazioni e investitori.

Se lo scenario attuale è quello di uno sport sempre più orientato verso il business, Djokovic e i suoi alleati sembrano determinati a scrivere un nuovo capitolo della storia del tennis. Resta da vedere se il loro progetto riuscirà a prendere piede o se gli attuali organi di governo riusciranno a resistere a questa ondata di cambiamento.

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