Ventitré anni di dominio italo-spagnolo: ecco l’albo d’oro della MotoGP

Dall’introduzione della MotoGP nel 2002, il primo decennio è stato segnato dalle vittorie di Valentino Rossi, mentre nel secondo è emerso Marc Marquez. Attualmente la competizione è alle stelle e l’incertezza massima.

MotoGp Qatar 2017032614
i protagonisti del motomondiale
Valentino Rossi e Marc Marquez (Photo by: Luca Gambuti / Image Sport / Insidefoto)

Un affare italo-spagnolo. Guardando all’albo d’oro della MotoGP, la categoria regina delle due ruote fin da quando nel 2002, ha rimpiazzato la classe 500, sono i due paesi mediterranei ad aver fatto la voce grossa andando a bersaglio in 19 edizioni delle 23 disputate.

Complessivamente il medagliere vede la nazione iberica avanti, con 11 affermazioni, inclusa la più recente conseguita da Jorge Martin nell’ultima stagione, a fronte degli 8 titoli racimolati dagli azzurri.

Albo d’oro MotoGP: gli anni d’oro di Valentino Rossi

Sia il primo decennio del secolo che quello successivo hanno avuto un dominatore indiscusso: fino al 2010 l’egemonia in pista l’ha mantenuta Valentino Rossi, per poi lasciare il passo nella decade successiva a Marc Marquez.

I due sono accomunati dall’essere i piloti ad aver conquistato il titolo iridato per più volte dall’introduzione della MotoGP, sei ciascuno, a cui nel caso del Dottore va aggiunta anche la vittoria nel 2001, ottenuta nella classe 500.

Ed è proprio nel 2001 che Rossi ha iniziato la sua stagione di dominio, inanellando cinque titoli di fila, di cui tre con Honda e due con Yamaha, dopo un passaggio di casacca segnato dallo scetticismo generale.

La casa giapponese viveva infatti un momento non facile, e Rossi ha accettato la sfida di risollevarla, riuscendo nell’impresa in tempi record, e dimostrando la sua supremazia indipendentemente dal bolide guidato.

Albo d’oro MotoGP: la pausa e il ritorno al trionfo del Dottore

Dopo due annate, il 2006 e il 2007, sottotono per i suoi standard, che vede emergere prima lo statunitense Nicky Hayden, e poi il vero rivale di quegli anni, Casey Stoner che porta alla gloria la Desmosedici targata Ducati per la prima volta, il Dottore è pronto a riprendersi la scena.

Il 2008, dopo una partenza in salita, vedrà il suo punto di flesso nel duello inscenato con l’australiano Stoner a Laguna Seca, in cui il Dottore ha regalato un iconico sorpasso, apparentemente impossibile, mandando un segnale inequivocabile al motomondiale.

L’anno successivo Rossi riesce nella riconferma, fino all’infortunio del 2010 che gli impedisce di prendere parte a quattro Gran Premi, con il compagno di squadra Jorge Lorenzo che ne approfitta vincendo il suo primo titolo iridato.

Il fallimento del matrimonio con Ducati e la fine di un’era

L’anno successivo arriva la separazione con Yamaha e il matrimonio con Ducati, per creare un sodalizio di eccellenze italiane. La scintilla però non scocca, con Stoner e Lorenzo che portano a casa il trofeo rispettivamente nel 2011 e nel 2012.

Rossi fa dunque dietrofont e torna in Yamaha, dove mostra l’esplosività dei giorni migliori che tuttavia non basta a frenare l’ascesa di Marc Marquez, che vince il titolo con la sua Honda da debuttante, e replica l’anno successivo.

Nel 2015 Marquez non riesce a imporsi, e lascia il campo al duello tra compagni di squadra Lorenzo-Rossi, con il primo che conquista all’ultima giornata il mondiale. La vittoria sfumata segna definitivamente la fine dell’era Rossi, che non sarà più competitivo per il titolo.

Albo d’oro MotoGP: l’epoca di Marc Marquez e il vuoto di potere dal 2020

A raccogliere il testimone è Marquez, che mette in fila quattro titoli consecutivi in MotoGP, eguagliando il primato di Rossi nella categoria, che però ne ha ottenuti cinque considerando anche quello portato a casa prima del cambio del 2002.

Il 2020 vede Marquez subire un pesante infortunio, e aprire dunque un nuovo vuoto di potere al comando. In una stagione inevitabilmente segnata dalle restrizioni legate al Covid, sarà il connazionale Joan Mir a chiudere davanti a tutti.

Nel decennio in corso, non si è ancora affermato un corridore in grado di emergere come dominante, considerando che nel corso delle ultime cinque edizioni sono andati a dama quattro interpreti differenti.

Pecco Bagnaia è l’unico riuscito a strappare il bis tra il 2022 e il 2023, senza essere in grado di replicare tuttavia nell’anno successivo quando è stato scalzato dal rivale Jorge Martin, con i due che si candidano a dare vita ad una rivalità incandescente negli anni a venire.

Albo d’oro MotoGP: gli scenari per questa stagione

In questa equazione apparentemente lineare si sta inserendo con sempre più forza il sempreverde Marquez, approdato nel 2024 in Ducati, prima nel team Gresini e poi nella squadra ufficiale quest’anno. 

Dopo qualche stagione in cui è stato tormentato dagli infortuni, sembra stia vivendo una seconda giovinezza e possa tornare a competere ai massimi livelli in sella al mezzo più competitivo del panorama corse attuale.

Anche Martin dopo il trionfo si è spostato di casa accettando la corte di Aprilia, chiamata al salto di qualità condotta dallo spagnolo dopo un’annata in cui è arrivata una sola vittoria sui venti Gran Premi disputati, con le restanti diciannove che sono state appannaggio di Ducati.

Il panorama dei costruttori

Spostando invece l’analisi ai costruttori, si nota come la presenza dell’Italia tra le eccellenze del motomondiale rimane salda, con il Giappone che prende il posto della Spagna al vertice del ranking nazionale.

Solamente tre differenti scuderie sono riuscite a primeggiare in MotoGP: le nipponiche Honda e Yamaha e l’italiana Ducati, che è in una serie di vittorie aperta cinque anni fa e che sembra conservare un forte vantaggio sui rivali.

Il cambio regolamentare del 2027 potrà in questo senso essere uno snodo cruciale per ribaltare le gerarchie, nell’attesa di capire anche se BMW perfezionerà il suo ingresso in scena e quanto tempo necessiterà per affermarsi ai massimi livelli.

Sport

Moto GP