Coni, Malagò: «Quarto mandato? Resto fatalista»

Da una parte, la data di scadenza del mandato che recita maggio 2025, dall’altra le Olimpiadi di Milano Cortina 2026, per le quali non sarebbe “opportuno” cambiare la leadership nell’anno della manifestazione.

Giovanni Malagò CONI
La posizione del presidente
Image credit: Giuseppe Giugliano CONI

«Non so cosa succederà, sono completamente fatalista». Giovanni Malagò, presidente del Coni, nel corso del consueto appuntamento di fine anno con i media, non si è sottratto alla fatidica domanda sul suo futuro ai vertici dello sport italiano.

Da una parte, la data di scadenza del mandato che recita maggio 2025, dall’altra le Olimpiadi di Milano Cortina 2026, per le quali Malagò è stato un grande timoniere e per le quali non sarebbe “opportuno” cambiare la leadership nell’anno della manifestazione.

Gli scenari possibili e il “dopo” Malagò

Sullo sfondo, un possibile rinnovo “extra”, con il quarto mandato appunto, oppure una proroga ad hoc – anche solo di un anno – per garantire continuità di governance nell’anno olimpico.

«Io sto continuando a lavorare e lo sto facendo come se non ci fosse alcun tipo di impedimento – ha proseguito Malagò. Il mio fatalismo ha una scadenza “tecnica”, penso entro il mese di gennaio, al massimo. Vediamo se un giorno ci sarà da eleggere un nuovo presidente, ma l’importante è arrivarci sereni. Quello che dovevo dire l’ho detto. Ci sono molte persone del mondo dello sport, non necessariamente vicine a me, che ne stanno parlando, poi ognuno fa le proprie valutazioni».

Ma non si esclude che a un presidente così longevo e autorevole come Malagò venga chiesto addirittura un endorsment, eventualità sulla quale però il numero uno del Coni non sembra intenzionato a cedere. «Non appoggerò nessuno, non sarebbe giusto. Lo farei solo se ci fosse un candidato che sfrutti appoggi del mondo della politica ma non con consenso di quello dello sport. Credo che lo sport si debba identificare in una persona che sappia stare sul pezzo, chi elegge chiede immediatezza di risposte perché sono stati abituati così. A prescindere da chi arriva se non approccia in questo modo vedrete cosa succede».

Malagò quarto mandato: «il Coni è un’eccellenza non solo italiana»

L’occasione ha permesso anche di tirare le fila su un anno che ha comunque certificato lo stato di salute dello sport italiano, sia a livello agonistico, con i risultati ottenuti ai Giochi di Parigi e non solo, sia a livello di comparto industriale, come ha reso noto l’ultima edizione dell’Osservatorio sullo Sport System Italiano a cura di Banca Ifis.

«Il Coni è considerato più di prima un’eccellenza non solo del Paese ma anche del sistema sportivo mondiale e credo di averlo mantenuto così in alto sia motivo di orgoglio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, non solo alle Olimpiadi ma anche Mondiali e Europei, e i conti sono in ordine in un contesto molto molto complicato. Il bilancio del Coni, che è ente pubblico, ha più del doppio dei ricavi privati rispetto alla contribuzione pubblica per relazioni, rapporti, sponsor e marketing, stiamo parlando di fantascienza», ha concluso il numero uno dello sport italiano.