Binaghi: «Numeri simili al calcio per praticanti e appassionati: ora servono gli impianti»

Il vertice della Federtennis ha delineato la strategia di sviluppo del movimento italiano, sottolineando la valenza in termini di ricadute per i territori di poter contare su tre eventi di primo piano.

Binaghi Intervista
movimento in crescita
Angelo Binaghi (Photo by: Nicolo Campo / Insidefoto)

Un movimento in continuo sviluppo. Da quando Angelo Binaghi ha preso le redini della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP) nel 2001, ha avviato un profondo programma di ristrutturazione che ha portato il movimento ad essere tra i più competitivi al mondo.

Del resto, i risultati sportivi parlano da soli: l’Italia è contemporaneamente campione del mondo nel maschile e nel femminile, e vanta il numero uno nella classifica ATP, Jannik Sinner, e la numero quattro della classifica WTA, Jasmine Paolini.

Senza dimenticare gli straordinari risultati raggiunti ai Giochi Olimpici di Parigi, dove le medaglie azzurre nella disciplina mancavano da cent’anni esatti, Parigi 192, e in quest’edizione sono arrivati il bronzo nel maschile con Lorenzo Musetti e l’oro nel doppio femminile con il tandem Jasmine Paolini – Sara Errani.

Binaghi pensa già ad alimentare ulteriormente la base del movimento e forgiare nuovi campioni: «Praticanti e appassionati sono quasi quanti quelli del calcio, che però è presente nel 90% dei comuni, noi in meno del 30 – spiega Angelo Binaghi in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore. Quindi dobbiamo aumentare gli impianti, visto che le società hanno le liste d’attesa per giocare, in particolare nei comuni medi e piccoli. Bisogna aumentare la domanda di tennis in modo che sorgano altre società e realizzino nuovi campi».

Binaghi Intervista – Il piano strategico del manager sardo

La Federazione può già contare su una base solida, sia a livello di bilancio, con oltre 200 milioni di fatturato, sia a livello numerico, con più di un milione di iscritti che la proiettano al secondo posto tra gli sport italiani.

«Il numero non coincide ovviamente con i praticanti, perchè ci sono le tessere del tennis, del padel, del pickleball, i soci dei club che non giocano, i dirigenti e 13mila fra tecnici e maestri, che oggi sono divisi su cinque livelli di qualifiche e si aggiornano costantemente. Ci sono poi i giovani coinvolti nell’iniziativa Racchette in classe, 400mila studenti delle scuole primarie a cui permettiamo di fare lezioni gratuite per avvicinarli alle nostre discipline, grazie ai capitali esteri che attiriamo con gli Internazionali tra sponsor e il 30% di ticketing acquistato da stranieri. Tutti gli indicatori economici dal 2001 sono in crescita costante».

La ricetta applicata dal manager per conseguire questi risultati ha visto un’azione parallela su vari fronti: «Siamo stati rigorosi nella programmazione delle risorse e nei risparmi tornando sul mercato dello sport cercando di essere innovativi. Abbiamo rilanciato gli Internazionali e investito nel settore tecnico. Poi ci siamo inventati la nostra televisione e contestualmente abbiamo trovato delle ragazze che hanno cominciato a vincere».

Coltivare e sviluppare il talento è stato il punto di partenza del piano nel corso del mandato ventennale di Binaghi: «Abbiamo cambiato il sistema a partire dai Piani integrati d’area per decentralizzare e incentivare l’aggregazione dei circoli sul territorio in modo da elevare l’offerta tecnica. Abbiamo finanziato i team privati in relazione alla potenzialità dei giocatori, team che oggi assistiamo a richiesta con il nostro settore tecnico-scientifico. Questo ha fatto fiorire le accademie private. Per le gare delle 12mila squadre italiane, inoltre, abbiamo imposto che almeno il 50% dei tennisti schierati sia formato internamente, tutelando i vivai e inserendo promozioni e retrocessioni. Berrettini viene da questo percorso».

Binaghi Intervista – L’impatto dei tre grandi eventi italiani

Il momento della svolta è arrivato poi quando la Federazione è stata abile nel carpire in anticipo i segnali del boom del movimento e capitalizzarli per portare in Italia manifestazioni di primo piano.

«Tra il 2018 e il 2019, abbiamo preso le Nitto Atp Finals, per le quali all’inizio avevano 39 concorrenti, tra cui Londra, Singapore e Tokyo, mentre il nostro settore maschile esplodeva con Fognini e Berrettini e ora con Sinner e Musetti e tutti gli altri».

I risultati sul fronte economico non sono tardati ad arrivare, con enormi ricadute positive sui territori coinvolti: «Per le Finals come rilevato da Boston Consulting, l’impatto è stato di 503 milioni e un valore aggiunto per il Pil di 243 milioni valutando anche quanto generato prima e dopo per l’allestimento e il disallestimento. In cinque anni, lo stato ha speso 81milioni e ne ha recuperato solo di entrate fiscali 5 volte tanto».

Dopo una crescita sensazionale delle Finals, per il 2025 Binaghi punta sullo sviluppo degli Internazionali di Roma: «Ernst & Young per gli Internazionali l’anno scorso ha calcolato un impatto di 630 milioni, senza tener conto del pre e post evento. Per il 2025 a Roma abbiamo già una prevendita superiore del 50% e con un site raddoppiato, con più campi, aree commerciali e spettatori puntiamo a un impatto economico di un miliardo».

Chiude il cerchio dei tre grandi eventi italiani la Coppa Davis, ultima aggiunta ad un calendario di enorme prestigio, che darà un importante contributo sul fronte del valore generato sui territori: «Sommando la Coppa Davis viaggiamo verso i due miliardi. Senza considerare impatto reputazionale e know how creato per chi organizza».

La battaglia per la visibilità del tennis

Infine, dopo aver portato gli eventi sul territorio, un’altra tematica molto cara al dirigente è quella della visibilità del tennis, dove auspica un maggiore rilievo per la disciplina e sottolinea i risultati conseguiti dal canale gratuito della federazione.

«Il tennis trasmesso solo dalla pay tv stava scomparendo. Dal 2008 abbiamo creato un canale divulgativo Supertennis perchè fosse in tv e gratis per tutti. Obiettivo centrato. Abbiamo anche aiutato altre emittenti a creare un canale dedicato al tennis. La madre di tutte le nostre battaglie, perciò, sarà quella di avere sempre più tennis in chiaro. Se oggi Jannik avesse otto anni non potrebbe vedere Sinner a sufficienza».

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