La Davis sbarca in Italia: impatto complessivo fino a 1,5 miliardi per i tre grandi eventi tennistici del Paese

La Coppa Davis è l’ultimo innesto del calendario tennistico italiano, aggiungendosi alla conferma delle ATP Finals fino al 2030, e al consueto appuntamento con gli Internazionali di Roma: ecco le stime delle ricadute economiche.

Coppa Davis impatto
valore sui territori
Jannik Sinner e Matteo Berrettini, Coppa Davis 2024, Bologna (Photo by: Gaimpiero Sposito / FITP)

La Davis ultimo fiore all’occhiello italiano. La Coppa è diventata il terzo appuntamento del grande tennis mondiale che si terrà in Italia dopo Internazionali BNL D’Italia e Nitto ATP Finals, con le fasi finali previste a Bologna dal 18 al 23 novembre 2025.

Per i due anni successivi di contratto la partita sulla sede è ancora da definire, con Torino e Milano pronte ad entrare in scena anche in base agli incastri che si definiranno per il torneo dei maestri.

Indipendentemente da quale soluzione verrà adottata, il torneo promette di portare sul territorio che la ospiterà un rilevante impatto economico sulla scia di quello generato in Spagna.

Secondo i dati comunicati dalla comunità andalusa, nell’edizione del 2023 l’impatto economico ha sfiorato i 150 milioni di euro, con i numeri per il 2024 che sono stimati in aumento, per via anche dell’addio al tennis di Rafael Nadal che ha fatto accorrere in massa i fan.

Le presenze per i sette incontri sono infatti lievitate a 65mila rispetto alle 60mila dell’anno precedente, con il 2023 che vedeva un’occupazione superiore al 90% del Palacio de Deportes di Malaga, che ha avuto una capienza, ridotta rispetto allo standard, di circa 10mila spettatori per partita.

Coppa Davis impatto – Le possibili sedi italiane

Non ci sarebbero margini di crescita dei volumi per Bologna, con l’Unipol Arena per cui è stata stabilita una capacità di 8.275 posti per la fase a gironi della Davis, e nello scenario di piena saturazione vedrebbe 58mila presenze complessive al massimo durante la manifestazione.

Lo scenario diventa maggiormente interessante se si prendono in considerazione le ipotesi Torino e Milano, con la prima che può disporre con l’Inalpi Arena di oltre 12mila posti a sedere, e potrebbe attestarsi poco sotto le 90mila partecipazioni complessive

Milano potenzialmente potrebbe sfondare il muro delle 100mila, arrivando addirittura a 112mila in uno scenario di piena occupazione, poco meno del doppio dei numeri attuali, con l’Arena di Santa Giulia che può vantare anche un importante vantaggio logistico rispetto alle concorrenti, specie Torino.

Coppa Davis impatto – I margini di crescita nelle tre ipotesi

In questo senso l’impatto economico potrebbe lievitare: mentre Bologna punterebbe a compensare le perdite in termini di volumi puntando a incrementare il livello di spesa unitaria dei partecipanti, le altre due città avrebbero entrambe le leve a disposizione.

Torino potrebbe tra l’altro contare sul Fan Village, che per le ATP Finals si è dimostrato un catalizzatore per i fan, potendo ospitare oltre 5mila persone, e dunque una efficace fonte di ricavo per diversificare le entrate e coinvolgere i cittadini nell’evento.

La struttura potrebbe essere resa permanente anche per capitalizzare al meglio i significativi costi di allestimento. Stante queste considerazioni, è lecito aspettarsi che, qualora la manifestazione sbarchi in Piemonte, l’impatto economico potrebbe valicare la soglia dei 200 milioni, incrementandosi di oltre un terzo, a fronte di un aumento delle presenze teorico intorno al 30%.

L’impatto potenziale sarebbe comunque meno della metà di quello stimato per le ATP Finals, che gli studi della FITP quantificano in oltre 500 milioni di euro, a fronte però di un numero di oltre 210mila spettatori, più del triplo di quelli accorsi a Malaga per la Davis.

Va ricordato che, nonostante la durata degli eventi sia simile – sei giorni di gare per la Coppa Davis, otto per il torneo dei maestri – questo divario è giustificato anche dalla differenza nel numero degli incontri, che sono 30 nel caso delle ATP Finals, equamente divisi tra singolo e doppio, di cui 2 semifinali ciascuno oltre alla finalissima.

Le distanze si incrementano ulteriormente se si prendono in considerazione gli Internazionali di Roma, che nell’ultima edizione hanno visto accorrere oltre 350mila appassionati nei 23 giorni di match, che hanno portato 615 milioni di euro di ricadute economiche.

Ancora più dirompente potrebbe essere la crescita qualora venisse scelta Milano, con quota 300 milioni di impatto economico, ovvero un raddoppio rispetto al livello attuale, che potrebbe non essere una chimera a fronte dell’aumento potenziale degli spettatori intorno al 40%.

Il valore complessivo dei tre eventi

In ottica prospettica, non sembra un’eresia affermare che i tre maggiori eventi tennistici italiani potrebbero generare nel 2025 fino a 1 miliardo e mezzo di euro complessivamente.

Il punto di partenza è la strabiliante crescita che hanno i due eventi già in calendario: in primis le ATP Finals, passate da poco più di 300 milioni di impatto nel 2023 agli oltre 500 di quest’anno, segnando una crescita che sfiora il 40%.

Anche gli Internazionali di Roma si sono contraddistinti per un sostanziale incremento delle ricadute economiche, salito dai circa 490 milioni della scorsa stagione fino ai 615 di quest’anno, registrando un incremento superiore al 20%.

Partiamo dall’assunzione che l’orizzonte di crescita ulteriore dei due tornei nella stagione ventura sia più simile al tasso degli Internazionali che a quello delle Finals, e che queste ultime, come già accaduto quest’anno, crescano di più rispetto agli IBI.

Stante questa considerazione, possiamo quantificare un incremento nell’ordine del 20% delle Finals e del 15% degli Internazionali, che porterebbero il torneo di Torino a raggiungere quota 600 milioni di impatto economico, e il Master 1000 della capitale a superare i 700 milioni.

Se a questi aggiungiamo i potenziali 150 milioni derivanti dalle Final Eight della Coppa Davis di Bologna, ecco che complessivamente si sfiora il valore di 1,5 miliardi di ricadute economiche complessive generate tra i tre eventi tennistici di primo piano del calendario italiano.

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