Le leggende non muoiono mai. Magic Johnson e Michael Jordan si sono affermati come i migliori cestisti della propria decade, rispettivamente gli anni ’80 e i ’90, fino al punto di sconfinare nel mito ed acquisire l’aura di campioni senza tempo.
In campo si sono affrontati ben 18 volte, con il bilancio favorevole a Jordan con 11 vittorie a 7. Il match che ha segnato il passaggio di consegne è quello delle finals 1991, che corrispondono al primo titolo vinto da Jordan e all’ultima apparizione nel match decisivo per Johnson, che dopo quella partita si allontanerà per un periodo dal terreno di gioco per i noti problemi di salute.
Da avversari i due sono poi passati a ritrovarsi dallo stesso lato del parquet in occasione dei Giochi Estivi di Barcellona 1992, che hanno visto in campo quella che è riconosciuta come la squadra più dominante e spettacolare della storia del basket, la nazionale statunitense che ha coronato la spedizione con l’oro.
I due campioni sono accomunati dal percorso imprenditoriale intrapreso con particolare riguardo verso il settore sportivo. Un distinguo da operare in tal senso è sulla varietà e consistenza del portafoglio: mentre Johnson ha diversificato gli investimenti esplorando opportunità anche in altri sport, Jordan è rimasto nel perimetro dell’NBA.
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Leggende NBA Investimenti– Il portafoglio di Magic Johnson
It’s showtime. Nato nel Michigan, Johnson ha ricevuto un’educazione improntata su solidi principi e valori, guidato da genitori che con l’esempio gli hanno sempre dimostrato l’importanza dell’etica del lavoro, un insegnamento di cui Johnson ha fatto tesoro.
L’altro aspetto che ha ereditato dalla famiglia è la passione per il basket, dato che sia la madre, ma soprattutto il padre che ha impartito all’adolescente i dettami fondamentali della disciplina sportiva.
Fin dai primi passi, e in particolare durante le scuole superiori, Johnson si è guadagnato il profetico soprannome di Magic. La madre, cristiana devota, provo ad opporsi considerandolo blasfemo, ma vedendo nel corso degli anni le sue prodezze dovette accettare che l’appellativo era diventato tanto pervasivo e identificativo dal rendere quasi obsoleto il suo nome di battesimo.
Johnson ha trascorso il suo percorso NBA è interamente ai Los Angeles Lakers, squadra in cui ha militato nel corso del decennio degli anni ’80 dopo essere stato selezionato nel 1979 come prima chiamata nel draft.
Una scelta che si rivelò azzeccata, dato che Johnson nel decennio ha trascinato la franchigia a ben cinque campionati in dodici anni, guadagnandosi il titolo di MVP delle finali in ben tre occasioni.
Al culmine di questa roboante decade, nel 1991 Johnson scosse il mondo con l’annuncio di aver contratto l’HIV, comunicando contemporaneamente la sua decisione di ritiro dall’attività sportiva.
Nonostante la lontananza dai campi, il coach degli Stati Uniti lo selezionò per prendere parte alla leggendaria spedizione olimpica di Barcellona 1992 nella veste di vicecapitano, occasione in cui entro definitivamente nell’élite dello sport mondiale contribuendo all’oro del Dream Team statunitense, e anche alla sensibilizzazione sull’HIV grazie al palcoscenico offerto dalla manifestazione.
Al termine di una carriera indissolubilmente legata ai Lakers, che hanno ritirato la sua iconica maglietta numero 32, il primo investimento nello sport non poteva che essere nella città californiana. Nel 1994 Johnson acquista una quota della franchigia NBA per 9 milioni di dollari, rivendendola a 27 nel 2010, poco meno del triplo.
Poco dopo aver liquidato la sua quota nella squadra del 2011, Johnson è entrato a far parte di Guggenheim Baseball Management, un consorzio che ha presentato un’offerta di 1,84 miliardi di euro per rilevare i Los Angeles Dodgers.
Il gruppo, di cui Johnson costituisce il volto mentre Mark Walter l’azionista di riferimento, si è aggiudicato la procedura diventando ufficialmente proprietario della franchigia di MLB.
Sempre nel solco della collaborazione con Guggenheim Partners, nel 2014 Johnson ha partecipato all’acquisizione dei Los Angeles Sparks, mossa che segna il suo sbarco nel campionato femminile di basket.
Nello stesso anno, il cestista ha partecipato alla cordata che ha fondato la squadra di calcio dei Los Angeles FC sborsando 100 milioni a titolo di fee di espansione in vista del debutto il MLS avvenuto poi nel 2018.
Dopo aver consolidato la sua presenza a Los Angeles, Johnson ha dirottato lo sguardo verso la capitale USA investendo 220 milioni di euro per prendere parte nell’acquisizione dei Washington Commanders, rilevati per una cifra di 5,6 miliardi di euro che ne fa l’operazione più onerosa per un club sportivo.
Johnson ha coronato un sogno entrando in NFL, essendo da sempre fan del football americano. Nel corso del 2024 ha poi rafforzato la sua presenza a DC investendo nei Washington Spirit, squadra di calcio femminile.
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Leggende NBA Investimenti– Michael Jordan fuori dal campo
MJ è sinonimo di NBA. Il cestista è sicuramente il volto più iconico della storia del basket, come testimoniato anche dal suo profilo sul sito NBA, che lo definisce il giocatore più forte di tutti i tempi.
La sua storia sportiva è intrinsecamente legata ai Chicago Bulls, con la sua iconica canottiera rossa che è scolpita nell’immaginario di ogni appassionato di basket ma non solo.
Un dato più di tutti è sintomo della sua dominanza assoluta nel gioco: nelle otto stagioni tra il 1991 e il 1998 Jordan ha conquistato sei titoli NBA, essendo riconosciuto in ogni occasione con l’MVP delle finals. Va notato che MJ non ha disputato il campionato del 1994, potendo dunque vantare una proporzione di 6 titoli vinti su 7 in quell’arco di tempo: una sentenza.
Nel 1984 inizia il suo legame con Nike, con la pubblicazione del primo modello di Air Jordan, ispirato al suo nickname e che rappresenta il primo step che portò poi alla creazione del marchio a lui dedicato.
È proprio in quell’anno, agli albori della sua carriera sportiva, che Jordan ha conseguito il suo primo titolo olimpico, nell’edizione casalinga dei Giochi di Los Angeles. Il secondo arriverà nel 1992 a Barcellona in veste di punta di diamante del Dream Team statunitense.
Per molti giocatori che hanno scritto la storia le squadre in cui militavano hanno deciso di ritirare il numero al termine della carriera: così è accaduto ovviamente anche nel caso dei Chicago Bulls e il 23.
Per MJ, tuttavia, l’impatto sulla pallacanestro è stato talmente prorompete che anche i Miami Heat, squadra in cui Jordan non ha mai militato, si sono accodati alla decisione: l’unico caso in cui una scelta del genere sia stata presa in onore di un avversario.
Nel corso della sua carriera, Jordan si è allontanato dal parquet in due occasioni, annunciando il ritiro ma poi ricredendosi. Nel corso della seconda pausa, nel 2000 il cestista si è voluto riavvicinare al mondo dell’NBA in un’altra veste, acquisendo una quota di minoranza dei Washington Wizards e assumendo contemporaneamente il ruolo di president of basketball operations.
Un anno più tardi la lontananza dai campi lo portò ad annunciare di voler rientrare in carreggiata con la squadra della capitale, dismettendo parallelamente il 10% delle quote che aveva rilevato per smarcare il conflitto di interessi che gli avrebbe impedito di rientrare in campo.
Il ritiro definitivo avviene nel 2003. La distanza dai campi anche in questo caso durò poco: tre anni più tardi, Jordan rilevo una quota nei Charlotte Bobcats che lo fece diventare il secondo azionista della franchigia.
Le ambizioni di MJ, tuttavia, lo hanno spinto oltre, nel 2010 Jordan ha infatti raggiunto un accordo per rilevare la maggioranza della franchigia, diventando il primo ex-cestista ad essere proprietario di interessi di controllo di un team NBA, ricoprendo anche la carica di presidente esecutivo.
L’avventura al posto di comando della squadra di Charlotte, rinominata in Hornets nel 2013, non è certa memorabile dal punto di vista sportivo, tanto che nel 2019 si avvertono i primi segnali di disimpegno con la cessione di una quota di minoranza, pur ritenendo la carica di presidente.
Ogni cosa ha un inizio e una fine, così nel 2023 Jordan annuncia la cessione del pacchetto di maggioranza della franchigia per un valore di 2,8 miliardi di euro, che corrispondono ad un multiplo di oltre 10 rispetto all’investimento iniziale di poco più di 250 milioni.
Nonostante le performance non esaltanti sui parquet, Jordan può dunque consolarsi per la sua brillante operazione imprenditoriale. Il cordone con il mondo del basket non è comunque del tutto reciso, essendo che MJ mantiene tutt’ora una quota di minoranza degli Hornets.
Ecco il riepilogo degli investimenti nello sport delle due leggende NBA:
- Magic Johnson: Los Angeles Lakers (NBA) liquidata nel 2010, Los Angeles Dodgers (MLB), Los Angeles Sparks (WNBA), Los Angeles FC (MLS), Washington Commanders (NFL) e Washington Spirit (NWSL)
- Michael Jordan: Washington Wizards (NBA) liquidata nel 2001, Charlotte Hornets (NBA) cessione della maggioranza nel 2023
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