Da Domenicali a Gaudenzi: gli italiani ai vertici dello sport mondiale

Diventare una figura apicale, un decisore, in altre parole, ritagliarsi un ruolo nella politica dello sport, permette di cambiare gli equilibri e le dinamiche e, quindi, scrivere la storia dello sport stesso.

Andrea Gaudenzi_ATP
I nomi alla guida dello sport
Andrea Gaudenzi con Carlos Alcaraz, ATP Finals 2022 (Image credit: Photo Nicolò Campo / Insidefoto)

Esistono diversi modi per entrare nella storia dello sport. Il primo, quello a cui ambiscono tutti gli atleti, è quello di scolpire il proprio nome a suon di risultati, trofei e medaglie e prestazioni di alto livello.

Un qualcosa che è figlio del talento – che va pur sempre allenato – e che premia gli sportivi più dediti alla causa a cui si aggiungono i predestinati puri, quei campioni assoluti che fanno la differenza dall’inizio alla fine della propria carriera.

Ma qui siamo nel mondo dei Jordan, dei Maradona, degli Schumacher o dei Federer: pochi eletti, per l’appunto.

Esiste poi anche un secondo modo per incidere profondamente nella storia dello sport. Senza passare dalle luci della ribalta che offrono i grandi teatri sportivi e senza essere necessariamente conosciuti dal grande pubblico, si può essere determinanti nell’evoluzione dello sport, guidandone le istituzioni.

Diventare una figura apicale, un decisore, in altre parole, ritagliarsi un ruolo nella politica dello sport, permette di cambiare gli equilibri e le dinamiche e, quindi, scrivere la storia dello sport stesso.

Un ambito nel quale al pari della pratica sportiva – per certi versi anche di più – l’Italia sa eccellere.

Italiani vertici sport: dal tennis alla F1 quando il mondo parla italiano

Rappresentano l’atto conclusivo della stagione tennistica, sono in scena a Torino e per la prima volta nella storia di questo sport, un italiano è il numero uno del ranking. Si parla chiaramente delle ATP Finals che si apprestano a bruciare ogni record sia in termini di affluenza di pubblico che di ascolti televisivi, grazie anche alle prodezze di Jannik Sinner.

Ma se sul campo il numero uno è il campione altotesino, fuori il crescente successo delle Finals e in generale del circuito ATP è imputabile a un altro italiano: Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP dal 2020.

Gaudenzi ha avuto una carriera di tennis professionistico di tutto rispetto, conquistando tre titoli ATP Tour e raggiungendo il 18° posto nel ranking.

E sarà stato forse merito del passato tennistico a renderlo una guida visionaria e lungimirante per questo sport. Nel corso della sua presidenza l’ATP ha portato a termine alcune delle riforme più radicali della sua storia, come il piano strategico OneVision, che ha comportato tra le varie attività, anche il più grande aumento delle retribuzioni dei giocatori, pari a 37,5 milioni di dollari anno su anno nell’ATP Tour e nel Challenger Tour.

Inoltre, il presidente ha dotato l’organizzazione di una struttura pensata per gestire e commercializzare i diritti televisivi del tennis nel lungo termine, ATP Media, che nel 2023 ha generato ricavi pari a 188 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Motivi per cui Gaudenzi è stato eletto per un secondo mandato alla guida di ATP, fino al 2026.

Dalla racchetta lunga a quella corta, un altro italiano al vertice. Si tratta di Luigi Carraro, presidente della FIP – Federazione Internazionale Padel – dal 2018, fresco di rielezione all’unanimità, nel corso della sua presidenza è riuscito ad aprire la strada a sponsorizzazioni globali, ampliando notevolmente il budget della federazione, ad affiliare numerosi Paesi sotto l’egida della federazione e a uniformare i ranking grazie all’accordo con World Padel Tour.
Ora la massima ambizione di Carraro è portare il padel alle Olimpiadi.
E chissà che non riesca a scrivere anche questo traguardo nel suo Curriculum.

Una vita per i motori: i successi di Stefano Domenicali

Non è da meno il percorso di Stefano Domenicali, dal 2002 al 2014 ai vertici della Scuderia Ferrari, prima come direttore sportivo e poi come team principal. Archiviata la lunga esperienza con la Rossa, non finisce il suo rapporto con la velocità, scelto infatti nel 2016 come presidente e amministratore delegato di Automobili Lamborghini. Sotto la sua guida la Lamborghini risorge, superando nel primo anno d’esercizio il miliardo di fatturato e incrementando le vendite del 52%.

Nel 2020 Formula One Group, del gruppo Liberty Media che nel frattempo, nel 2017 ha acquistato i diritti della F1, lo sceglie come presidente e amministratore delegato.

Sua la paternità delle tante idee che hanno portato la Formula 1 nella nuova era e attraverso le difficoltà del periodo pandemico: dal lancio della serie “Drive to survive” all’ampliamento della stagione sportiva con 24 tappe in tutto il mondo. Due numeri per sottolineare il valore aggiunto di Domenicali: Liberty Media acquista il Circus nel 2017 per 4,4 miliardi di dollari; ad oggi il valore supera di slancio i 20 miliardi di dollari.

Italiani vertici sport: Infantino, Marchetti e tutti i nomi del calcio

Non mancano le figure apicali anche nello sport italiano per eccellenza. Anche nel calcio infatti, i manager italiani raggiungono posizioni di assoluto rilievo.

Svizzero di nascita, ma da genitori italiani – e in possesso della doppia cittadinanza – è il numero uno del calcio mondiale, Gianni Infantino, presidente della FIFA dal 2016.

Nel corso della sua presidenza, seppur non scevra da critiche, Infantino ha promosso l’allargamento del Campionato del Mondo a 48 squadre (a partire dall’edizione 2026), introdotto il VAR e soprattutto promosso riforme volte a tutelare i diritti delle calciatrici, tra cui l’introduzione del congedo di maternità obbligatorio e retribuito.

Dalla FIFA alla UEFA, spicca il nome di Giorgio Marchetti, vicesegretario generale dell’organizzazione del calcio europeo. In UEFA dal 2016, con diverse cariche ricoperte, Marchetti è tra i principali artefici della nuova Champions League.

Dirigente di lungo corso, con un passato nel volley e nel calcio italiano, Michele Uva è dal 2021 Head of Sustainability della UEFA.

Uva è la figura che più di tutte sta sfruttando la vetrina del calcio per promuovere i valori della sostenibilità: è infatti l’ideatore della UEFA Sustainability Strategy 2030 e della ESG Strategy per Euro 2024 i cui risultati sono stati presentati da poco.

Anche al vertice dell’organizzazione dei fischietti europei si trova un italiano. Presidente della Commissione Arbitri UEFA è infatti Roberto Rosetti che, dal 2018, ha sostituito un altro italiano, Pierluigi Collina. Nel suo delicato ruolo, Rosetti sta gestendo l’implementazione tecnologica nel calcio: è stato uno dei fautori dell’introduzione del VAR, dapprima a livello italiano, nel 2016 e dunque a livello mondiale, con i Campionati del Mondo di Russia 2018.

Conosciuta come “signora della cultura”, considerando il suo ruolo come presidente del Museo Egizio di Torino e la presidenza dell’ENIT con il governo Renzi, Evelina Christillin è la sola donna che occupa una carica apicale nella federazione mondiale del calcio, con il suo seggio nel consiglio FIFA.

Christillin, arrivata nella massima organizzazione nel calcio nel 2016, si è occupata a lungo di sport: è stata infatti presidente esecutivo del comitato che nel 2006 ha portato a Torino i XX Giochi Olimpici Invernali, nonché tra gli artefici della “doppia” candidatura di Milano e Cortina per i Giochi invernali del 2026.