La settimana appena conclusa ha visto l’avvio del nuovo formato della UEFA Champions League. Più partite e un unico girone che ci accompagnerà fino a gennaio, con l’appendice degli spareggi di febbraio per poi proseguire con le tradizionali sfide di andata e ritorno a eliminazione diretta.
Ma le novità in casa UEFA non si limitano al nuovo formato della Coppa più importante.
UEFA stadi accessibili: i primi dati sulla sostenibilità
Nelle scorse settimane, il massimo organo calcistico europeo ha pubblicato i primi dati consuntivi di EURO 2024, in attesa di un Report definitivo che sarà disponibile in ottobre.
Quel che si può già apprezzare è come alcuni dei propositi UEFA sulle tematiche di sostenibilità abbiano trovato conferma nei dati già disponibili.
Più dell’80% degli spettatori ha raggiunto gli stadi attraverso mezzi di trasporto pubblici, anche grazie a convenzioni che hanno agevolato – quando non reso gratuito – l’acquisto di biglietti di viaggio.
Gli stessi trasferimenti delle squadre sono avvenuti per il 75% tramite pullman o treno, minimizzando il ricorso al trasporto aereo, anche grazie alla decisione di far disputare le partite in un unico Paese e con distanze tutto sommato ridotte.
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Oltre ai quasi 3 milioni di tifosi che hanno affollato gli stadi tedeschi per le partite, altri 6 hanno comunque viaggiato per la Germania, riempiendo le Fan Zone allestite nelle città sede delle partite. Tra gli eventi organizzati, anche la possibilità di partecipare a corsi di rianimazione cardio-polmonare (life-saving cardio-pulmonary resuscitation – CPR). Circa 38mila persone hanno ricevuto il training, portando a casa un’importante lezione oltre a una esperienza di aggregazione sportiva da ricordare.
Inoltre, dopo aver investito in fase organizzativa 32 milioni per le tematiche di ESG legate a EURO 2024, il programma Hat-Trick nei prossimi 4 anni redistribuirà alle 55 federazioni calcistiche nazionali un totale di 935 milioni.
UEFA: stadi – e biglietti – accessibili come strumento di sostenibilità
Le novità introdotte per gli Europei sono state assorbite nelle linee guida che UEFA dal 2011 redige sull’accessibilità negli stadi. La normativa mira a un calcio che possa essere sempre più accessibile al pubblico.
Non è un caso che EURO 2024 abbia visto un totale di 10mila persone con disabilità assistere alle partite negli stadi tedeschi, e un totale di 41mila spettatori usufruire del servizio di commento audio-descrittivo durante le partite.
Le innovazioni di oggi diventano gli standard di domani, finché col tempo risultano oramai obsolete e pronte a essere rimpiazzate da nuove soluzioni. È il “ciclo di vita” di ogni prodotto o servizio, e la regolamentazione del calcio a livello europeo non sfugge a questa logica.
Ma il concetto di accessibilità non si limita ai pur doverosi sforzi per rendere lo stadio uno spazio aperto a normodotati e disabili.
Il calcio vive un’epoca nella quale le partite dal vivo rischiano di diventare uno spettacolo elitario: l’attenzione dei Club verso offerte corporate e servizi di hospitality è comprensibile da un punto di vista economico, vista l’altissima marginalità del singolo seggiolino venduto. Tuttavia, il tifoso che abbia un budget “normale” difficilmente può avvicinarsi a quella tipologia di biglietto, con il rischio di dover rinunciare all’esperienza live per mancanza di quei posti che tecnicamente vengono definiti general admission.
Un’eventualità ancor più probabile quando si tratta di seguire la propria squadra del cuore in trasferta, magari nelle notti di Coppe Europee.
La richiesta delle curve accolta da UEFA: tetto ai biglietti da trasferta
Nelle ultime stagioni chi segue le sfide di Champions, Europa e Conference League ha notato un tema ricorrente: la protesta dei tifosi – soprattutto la tifoseria organizzata, spesso espressa attraverso striscioni e coreografie – contro il caro-biglietti, e la concomitante richiesta di un controllo sul prezzo dei tagliandi per il settore ospiti: la gentrification del mondo del calcio trova probabilmente il suo apice proprio nel costo delle trasferte, che alle spese logistiche devono sommare anche quelle di accesso allo stadio.
Gli striscioni delle curve di tanti stadi d’Europa hanno inviato un messaggio chiaro: il calcio deve continuare a essere lo sport di tutti, e per tutti.
E la UEFA a quell’appello ha risposto, introducendo per la stagione appena iniziata un tetto massimo di 60 euro per i biglietti del settore ospiti in Champions League (40 euro per l’Europa League, 20 euro per la Conference League). Il limite massimo sarà ulteriormente abbassato nella stagione 2025/2026 a 50 euro per la competizione principale (35 e 20 euro per le altre due coppe).
Stadi accessibili a ogni tipologia di tifoso e prezzi alla portata di tutti.
Uno slogan di sicuro effetto, che la UEFA ha iniziato a rendere efficace attraverso misure concrete.
Anche questo è rendere il calcio uno sport inclusivo.
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