Gelfi, EIS: «La sostenibilità deve essere coerente con i valori degli atleti»

Accompagnare gli atleti nella scelta di partner in sintonia con i propri valori è una delle mission di EIS cura l’immagine di decine di atleti e le loro collaborazioni con brand e sponsor.

Enrico Gelfi_EIS
L'intervista
Enrico Gelfi, Image Credit: EIS

Il viaggio di Sport e Finanza nel rapporto tra sport e sostenibilità ha finora raccontato di iniziative portate avanti da Federazioni o Leghe Nazionali.
Ma l’attenzione agli aspetti di ESG (acronimo di Environment, Social, Governance) è presente anche nella gestione di un atleta, dalle public relations all’immagine, fino alle collaborazioni con partner e sponsor.

EIS è l’agenzia di comunicazione e management di Enrico Gelfi che supporta decine di sportivi, accompagnandoli nel corso della loro vita agonistica e anche oltre, affiancandone le scelte e suggerendo possibili sviluppi di carriera.
Gelfi che a latere svolge un’attività di docente e formatore, come dimostra la sua presenza nel panel di docenti della Academy di Calcio e Finanza, considera tra i vari aspetti su cui agenzia e atleta si trovano a collaborare, anche quello della sostenibilità come un elemento sempre più imprescindibile.

Gelfi ha spiegato così l’approccio di EIS: «Quando conosciamo un atleta, ci interessa capire quali siano i suoi valori e i suoi input in tante direzioni. Non sarà mai EIS a imporre scelte che l’atleta non sente “proprie”, ma se l’interesse per le tematiche ESG emerge, il nostro obiettivo è supportarlo e far sì che possa svilupparsi nella maniera migliore».

Il gruppo di atleti con cui EIS collabora ha una composizione eterogenea, sia in termini di discipline sportive che da un punto di vista anagrafico. Accanto a sportivi nel pieno della loro carriera, ci sono campioni che hanno già vissuto il picco del successo e che ciononostante continuano a collaborare con l’agenzia.

È interessante capire in che modo l’approccio ai temi ESG sia cambiato con il passare delle generazioni. Gli sportivi di oggi, forse ancor prima che per i loro successi, sono percepiti come personaggi pubblici la cui visibilità che non può essere ignorata, di certo più pronunciata rispetto a quanto fosse venti o trent’anni fa.

«Come in ogni altro ambito della società, anche il nostro microcosmo si è evoluto nel tempo: oggi le ragazze e i ragazzi di EIS sono più vicini a certe istanze – ambientali, sociali – e al tempo stesso più consapevoli del loro ruolo in questa partita – puntualizza il manager –. È una questione generazionale, un cambiamento fisiologico di cui vediamo gli effetti nell’attenzione a questioni che fino a pochi anni fa magari restavano più in secondo piano».

EIS sostenibilità coerente: il diktat è essere se stessi

Quel che prevale, però, è sempre la coerenza di fondo. «Si tratta di essere onesti con se stessi, prima ancora che con gli altri – sottolinea Gelfi –: non conviene porsi per ciò che non si è. Non si fa molta strada, si viene smascherati in fretta e il contraccolpo è pesante da gestire».

Del resto, il tema dell’impegno sociale delle icone sportive non è una novità. Si possono scomodare giganti come Muhammad Alì e il suo “nessun Vietcong mi ha mai chiamato negro” così come Michael Jordan e il suo “anche i Repubblicani comprano le scarpe”.

 «C’è ancora l’atleta che legittimamente pensa che il suo lavoro sia correre più forte degli altri, e che su quello vuole essere giudicato. Non possiamo non rispettare un atteggiamento del genere, sarebbe controproducente nasconderlo o peggio volerlo trasformare in qualcos’altro».

Inevitabile chiedere se, nella squadra di EIS, ci sia qualche atleta che invece propone o sostiene iniziative legate alla sostenibilità. «In generale, credo che il mondo dello sport non abbia ancora compreso appieno l’immenso potenziale di cui gode. Pochi hanno la capacità di influenzare comportamenti e scelte di milioni di persone come uno sportivo di successo. Se guardiamo a EIS, per fortuna abbiamo diversi esempi».

EIS sostenibilità coerente – una tavola da surf “green”

Tra i tanti, Gelfi ci parla del surfista Federico Morisio e della sua attenzione verso l’ambiente. «Il suo è un bellissimo esempio di sinergia tra soggetti diversi che collaborano al raggiungimento di un obiettivo comune. Federico, forse anche per la sua attività, ha a cuore la salute degli oceani e per questo suo impegno negli anni ha ricevuto prestigiose onorificenze da diverse istituzioni europee e mondiali. Qualche tempo fa ha pensato a una tavola da surf costruita con materiali il più possibile green. Da qui l’idea è passata al suo sponsor tecnico che a sua volta ha coinvolto il PoliTo Sailing team, un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino, in una joint venture che ha portato alla creazione di un prototipo di tavola realizzata con materiali innovativi e sostenibili».

L’iniziativa nelle ultime settimane è stata presentata in diversi contesti, da ultimo al Palazzo CONI di Milano, ospite della FIV – Federazione Italiana Vela.