Lasciare una monoposto praticamente “perfetta”, una squadra di meccanici e ingegneri che lavora in sincrono e un capo progettista che cuce su misura ogni evoluzione tecnica quasi fosse un sarto dell’haute couture.
Eppure questi ingredienti della ricetta magica Red Bull, a cui si unisce ovviamente il fattore umano di un pilota che è già innegabilmente un campione da ricordare sugli annali, potrebbero non bastare più a Max Verstappen.
Si fa sempre più insistente la voce di un possibile passaggio del top driver olandese alla Mercedes, che potrebbe avvenire già nella prossima stagione.
Non si tratterebbe quindi di FantaF1 ma di una possibilità – per quanto ai più sembri paradossale – che diventa giorno dopo giorno più concreta.
In Olanda il tre volte iridato è praticamente un eroe nazionale, capace di smuovere un seguito di tifosi, la marea orange, che arriva nelle tappe europee del campionato a 30mila seguaci.
Non c’è da stupirsi dunque che il quotidiano olandese De Telegraph stia seguendo le tappe della vicenda, con aggiornamenti costanti.
La questione dell’accusa di molestie al team principal Christian Horner, archiviata giusto in tempo per l’avvio della stagione dalla casa madre, avrebbe invece rappresentato per l’onnipresente padre Jos Verstappen (e il fidato manager Raymond Vermeulen), il casus belli o quantomeno il pretesto ideale per avviare un dialogo con altre scuderie interessate a offrire un sedile al figlio campione.
Non c’è una questione morale a fare da vessillo: semplicemente tra Verstappen senior e Horner non sarebbe mai corso buon sangue, nonostante i successi condivisi.
Verstappen Mercedes: la clausola Marko
Il totem, il guru, nonché il talent scout che mise sotto contratto il giovane Max nel 2014 nel programma junior Red Bull, per poi farlo esordire ufficialmente in F1 al volante dell’allora Toro Rosso nell’anno successivo, risponde al nome di Helmut Marko.
L’ottuagenario ex ceo, ora in veste di “consulente”, ha sempre creduto nel giovane Max, anche quando nelle prime stagioni in F1, dimostrava sì la velocità e la tempra del campione, ma era ancora troppo uso a manovre azzardate che si risolvevano spesso a muro o contro gli avversari.
Sono arrivati poi i titoli – dall’epico 2021 caratterizzato da un duello all’ultima curva con Lewis Hamilton – a quelli decisamente più “facili” del 2022 e del 2023. Max ha sempre ricambiato la fiducia di Marko anche pubblicamente, ribadendo che «rispetto e lealtà sono le mie priorità».
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Il vecchio boss ha ricambiato il suo pupillo con un contratto stellare, lievitato per questa stagione a 55milioni di dollari, e prolungando il sodalizio fino al 2028.
Ma è proprio Marko a rappresentare la clausola della possibile uscita anticipata di Max: sempre secondo quanto riporta il quotidiano olandese, Verstappen avrebbe chiesto lo scorso anno di prolungare la permanenza del ceo ancora per una stagione e avrebbe fatto inserire che in caso di una sua uscita di scena, sarebbe stato libero di andare altrove a sua volta.
Una volontà che per la proprietà Red Bull sarà stata interpretata come poco più di un capriccio, un debito di riconoscenza verso il vecchio guro, dando una lettura più nobile ma che adesso potrebbe rivelarsi determinante.
Verstappen Mercedes: l’incontro Jos-Toto
Nel frattempo, come anticipato il padre di Max, ha colto la vicenda Horner come un’opportunità e si è fatto tranquillamente fotografare in compagnia del numero uno Mercedes, Toto Wolff, ai margini del GP del Baharain.
Non serve avventurarsi in dietrologie per capire che un colloquio del genere poteva avvenire in sede riservata e che, la scelta di farlo pubblicamente facendosi fotografare nel paddock, avesse l’intenzione di dare un messaggio chiaro ai vertici Red Bull.
Dal canto suo Wolff, resterà orfano del sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, che dall’anno prossimo correrà in Ferrari e la tentazione di Verstappen come prima guida è a dir poco irresistibile.
In tutto questo Max, che pensa principalmente a vincere e a bruciare record su record, ha usato in prima battuta la diplomazia, con una sequela di no comment sulla questione Horner, diventati poi un laconico «non fa bene al team, la vicenda deve chiarirsi in tempi brevi».
Verstappen Mercedes: cosa ne pensa Max
Ma al di là dei botta e risposta e dei giochi di potere, si torna alla domanda – implicita – posta all’inizio di questa disamina: perché mai Max dovrebbe lasciare una macchina vincente, un team dedicato e – non ultimo – un ingaggio da 55 milioni di dollari?
Andare in Mercedes nel 2025 non garantirebbe al campione olandese di inanellare un successo dietro l’altro, è vero. Ma è anche vero che la prossima stagione sarà l’ultima prima della rivoluzione 2026, nella quale, si ripartirà di fatto da zero in termini di sviluppo e progettualità delle monoposto.
E non è illecito considerare che un atleta, un pilota, un campione come Max, voglia sfruttare il 2025 per ambientarsi in casa Mercedes per poi dire la sua a gran voce in una stagione completamente inedita per tutti, stabilendo nuovi record e successi. Un campione vuole alzare l’asticella sempre più in alto, fissare sfide improbabili e renderle possibili.
Un campione ha sempre fame. E questo è certo per Max Verstappen.