Chris Horner resta alla guida della Red Bull. La conferma, diramata dalle agenzie, arriva direttamente dalla casa madre che ha prosciolto il team principal da ogni accusa di “comportamenti inappropriati” verso una dipendente del team austriaco.
Le accuse, emerse poco meno di un mese fa, erano state rese pubbliche dal quotidiano olandese De Telegraaf, in un primo momento non confermate dalla scuderia che tuttavia, in seguito, aveva annunciato che la questione era stata messa in mano a un legale esperto in materia per un’indagine interna.
Nelle calde settimane di febbraio il diretto interessato si era limitato a un «sono coinvolto nell’indagine e non posso rispondere», posizione ribadita anche in occasione della presentazione per la stagione 2024 della Red Bull RB20, avvenuta lo scorso 15 febbraio.
All’interno del circus non sono mancate le reazioni, su tutte quella del team principal Mercedes, Toto Wolff, che aveva invitato a risolvere la questione nel più breve tempo possibile dopo un processo equo, ribadendo inoltre quanto tutta la F1 e i team fossero a favore dell’inclusione, dell’eguaglianza e del rispetto delle diversità.
Nel frattempo lo scandalo si era ulteriormente ampliato con ulteriori dettagli riportati sempre dal quotidiano olandese, che riferiva di “messaggi sessualmente trasgressivi” e di un’offerta economica, nell’ordine di 760mila euro, per mettere a tacere la presunta vittima dei “comportamenti inappropriati”.
Anche durante i test in Bahrain, il convitato di pietra per il dirigente cinquantenne che guida il team in una lunga scia di successi dal 2005, era l’oggetto – e ancor più l’esito – dell’inchiesta.
Ora, con la chiusura delle indagini, avvenuta con un tempismo a dir poco perfetto, alla vigilia del GP del Bahrain che apre la nuova stagione sportiva, dovrebbe mettere la parola fine alla vicenda.