«Il rugby italiano è il Sei Nazioni». Si esprimeva così il presidente FIR, Marzio Innocenti, alla presentazione della competizione rugbystica nella sede di Sky. Il torneo, infatti, rappresenta una fonte essenziale di entrate per le federazioni partecipanti e una piattaforma di rilevanza per questo sport.
Ogni anno, nei mesi di febbraio e marzo, le nazionali di Italia, Inghilterra, Francia, Galles, Irlanda e Scozia si affrontano per cinque fine settimana. Milioni di spettatori seguono le partite in TV, soprattutto in Francia e Inghilterra, mentre centinaia di migliaia di persone si spostano per assistere agli incontri.
In Italia il movimento rugby è in evoluzione e, simil “Effetto Sinner” nel tennis, le prestazioni al Sei Nazioni possono essere un driver importante per diffondere questa disciplina tra i più giovani. Nel nostro Paese sono, a oggi, 110mila i tesserati, di cui 90mila giocatori, e il tifoso medio ha 38 anni: per il 65% si tratta di uomini, in generale il 42% ha una istruzione molto elevata e il 23% è imprenditore o manager.
Sei Nazioni indotto – L’impatto economico per Roma
Nonostante la nazionale italiana di rugby non ottenga spesso risultati positivi, c’è comunque una vincitrice nel paese: Roma. La Capitale ospita le partite casalinghe del torneo allo stadio Olimpico, e ogni volta che l’Italrugby gioca in casa, riesce a ottenere la vittoria.
«Nell’edizione 2023 si sono giocate tre partite per un totale di quasi 150mila tifosi, circa il 30% proveniente dall’estero. Il tutto ha prodotto un indotto calcolato in circa 40 milioni di euro», ha specificato Alessandro Onorato, assessore di Roma Capitale allo Sport, grandi eventi, turismo e moda.
Il Sei Nazioni è, infatti, considerato uno dei più grandi eventi sportivi internazionali, con importanti impatti economici grazie al turismo. Come riporta Il Sole 24 Ore, ogni partita a Roma attira in media 20mila sostenitori per la squadra ospite e almeno 10mila italiani provenienti da altre città, generando un notevole aumento degli incassi per hotel, ristoranti e altre attività commerciali.
Sei Nazioni indotto – Il valore del torneo
La manifestazione rugbystica è gestita da Six Nations Rugby Ltd, con la partecipazione delle sei federazioni nazionali e, dal 2021, anche della società di private equity Cvc Capital Partners. Il valore di mercato dell’organizzatrice del torneo è pari a 2,55 miliardi di sterline (2,89 miliardi di euro): a inizio 2023 il valore si stimava cresciuto fino a quasi 3,9 miliardi di euro, grazie soprattutto ai nuovi contratti per i diritti tv, a cui si aggiungono i proventi dalle sponsorizzazioni.
Sponsor che arricchiscono i conti della Six Nations Rugby Ltd. Tra tutti il Title sponsor del torneo, la birra Guinness, che ha confermato il suo impegno per tutto il decennio e l’ha allargato anche al torneo femminile: si parla di un accordo da 15 milioni di sterline l’anno.
Tuttavia, nonostante le entrate significative, le federazioni affrontano sfide finanziarie, con alcune che hanno chiuso in perdita gli esercizi finanziari recenti a causa dell’aumento dei costi e delle limitazioni dovute alla pandemia di COVID-19.