Prezzi ritoccati verso l’alto con incrementi a doppia cifra anno su anno per sciare in tutto l’arco alpino. È l’effetto caro bollette che ha spinto la maggior parte dei comprensori, da Dolomiti Superski a Campiglio, da Courmayeur a Cervinia, a mettere mano ai propri listini, con rincari anche del 13% sul costo dello skipass giornaliero.
Si tratta di una nuova tegola sull’industria dello sci, già messa a dura prova dal biennio di pandemia appena lasciato alle spalle. Secondo quanto rileva La Repubblica, un pass giornaliero di Superski per un adulto arriverà a costare 74 euro, un tondo 10% in più rispetto al listino dello scorso anno.
Musica che non cambia in altre località, secondo quanto rileva Assoutenti: a Bormio il giornaliero passa da 46 a 52 euro (più 13%), a Cervinia da 53 a 57 (7,5%), a Livigno da 52 a 59; A Courmayeur (Aosta) giornaliero da 56 a 61 euro, a Cervinia da 53 a 57.
Una scelta doverosa, per fronteggiare l’impennata dei costi energetici e che comunque potrebbe rivelarsi non sufficiente, come spiegano dalle colonne del quotidiano i vertici del comprensorio dolomitico: «i prezzi potranno subire variazioni per ragioni di ordine fiscale, valutario, economico o sociale». In buona sostanza i listini potranno subire ulteriori ritocchi a metà stagione, dopo gennaio quando – si teme – il costo dell’energia potrebbe arrivare a mille euro a megawattora.
I numeri non mentono: se prima della pandemia la bolletta a Campiglio era di 1,6 milioni ha poi raggiunto 2,6 milioni di euro nella stagione post-Covid. Ad oggi, le previsioni più ottimistiche parlano ora di uno sforamento di quota 5 milioni di euro.
Un aumento di costi complessivo che, oltre a pesare sui possibili incassi dei comprensori, potrebbe avere due conseguenze ulteriori.
Il primo impatto riguarderebbe l’avvicinamento alla pratica dello sci per i giovani e giovanissimi. Se una famiglia di quattro persone volesse trascorrere una giornata sulla neve potrebbero non bastare 200 euro, approfittando di eventuali sconti sui minori; ma si tratterebbe del solo costo per fare qualche discesa sulle piste, non considerano le spese da sostenere per i pasti, un eventuale pernotto e ovviamente i soldi per il viaggio. E si arriva alla seconda drammatica conseguenza, l’impatto sull’indotto turistico. I presidi di montagna sono infatti al vertice di una filiera strettamente legata che crea economia: se si fermano i comprensori si mettono in ginocchio località che di turismo ci vivono.