Milano Cortina 2026 passa anche – e soprattutto – dai padiglioni di Fiera Milano Rho. Qui sono stati ufficialmente inaugurati due impianti olimpici temporanei destinati a ospitare le gare di pattinaggio di velocità su pista lunga e una parte rilevante dei tornei di hockey su ghiaccio, femminile e maschile. Un’operazione che rappresenta uno dei casi più interessanti di applicazione concreta del principio di legacy promosso dal Comitato Olimpico Internazionale .
L’investimento complessivo sostenuto da Fondazione Fiera Milano ammonta a circa 25 milioni di euro. Una cifra significativa, ma inserita in una visione di lungo periodo che guarda oltre le due settimane olimpiche.
Milano Speed Skating Stadium
Nei padiglioni 13 e 15 è stato realizzato il Milano Speed Skating Stadium, un Oval da 400 metri capace di ospitare tutte e 14 le gare olimpiche della pista lunga. L’impianto occupa 35.000 metri quadrati di superficie coperta ed è frutto di un complesso intervento ingegneristico.
La capienza massima è di 7.500 spettatori, con tutte le aree tecniche richieste dagli standard olimpici: spogliatoi, zone di riscaldamento, spazi per giudici, media, staff sanitari e cronometristi. Il ghiaccio è affidato a Mark Messer, ice master canadese che segue anche le piste di Calgary e Salt Lake City, considerate tra le più veloci al mondo.
Un dettaglio non secondario in chiave prestazionale, soprattutto per un’Italia che si presenta ai Giochi con tre campioni del mondo in carica: Davide Ghiotto (10.000 metri), Andrea Giovannini (Mass Start) e Francesca Lollobrigida (5.000 metri), con Ghiotto e Lollobrigida già medagliati a Pechino 2022.
Milano Rho Ice Hockey Arena
Di fronte allo Speed Skating Stadium, nei padiglioni 22 e 24, prende forma la Milano Rho Ice Hockey Arena, che ospiterà 19 partite del torneo femminile e 6 di quello maschile, mentre le restanti si disputeranno al Pala Santa Giulia. Anche in questo caso la struttura è temporanea e nasce dall’unione di due spazi fieristici, con tribune per circa 4.000 spettatori. Accanto alla pista principale è presente una seconda pista regolamentare, priva di tribune, dedicata agli allenamenti.
Sul ghiaccio dovrebbero tornare protagonisti anche i giocatori NHL, assenti dai Giochi da dodici anni, oltre alle storiche potenze del settore femminile come Canada e Stati Uniti, che dal 1998 hanno conquistato tutti i titoli olimpici.
Quattro portabandiera per Milano Cortina 2026: l'Italia fa storia alle Olimpiadi
La legacy: dal ghiaccio al Live Dome
Il vero valore dell’operazione, però, è ciò che accadrà dopo Milano Cortina 2026. Come riporta La Gazzetta dello Sport, i padiglioni 13 e 15, una volta smantellato l’Oval, diventeranno il Live Dome, destinato a essere la più grande arena indoor d’Europa per concerti, eventi sportivi e spettacoli. La riconversione, prevista entro gennaio 2027, richiederà un ulteriore investimento di 12 milioni di euro e consentirà di ospitare fino a 45.000 spettatori. Secondo le stime, l’impatto economico dell’infrastruttura genererà un indotto annuo pari a 888 milioni di euro.
«Gli spazi olimpici sono stati progettati per essere restituiti alla comunità e diventare parte dell’infrastruttura culturale e sportiva del territorio», ha spiegato Carlo Bonomi, presidente di Fiera Milano. Sulla stessa linea l’amministratore delegato e direttore generale Francesco Conci: «Il nostro percorso guarda oltre i Giochi. Cominciamo dal ghiaccio e ci proiettiamo verso altre sfide: concerti, eventi sportivi di più discipline, show e manifestazioni internazionali» .
Una legacy costruita non solo sulle medaglie, ma su spazi riconvertibili e su una visione industriale capace di trasformare un investimento olimpico in un asset permanente per il territorio. Con una nota stonata: finiti i Giochi, la città non avrà comunque una pista permanente per il pattinaggio di velocità. Ma questa, come spesso accade, è un’altra partita.