Si è chiusa con un bilancio trionfale la quinta edizione delle Nitto ATP Finals di Torino. I numeri presentati dal presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, durante la conferenza stampa finale certificano il successo crescente della manifestazione e aprono nuovi scenari per il futuro del tennis italiano.
«Sfioriamo le 230.000 presenze quest’anno, quasi il doppio rispetto al primo anno in cui avevamo la problematica del Covid e la capienza limitata al 60%, – ha dichiarato Binaghi, che evidenzia un dato significativo circa la composizione del pubblico. – Diminuisce la percentuale degli spettatori internazionali, sopraffatta dalla passione e dalla voglia di tennis che c’è nel nostro Paese».
Numeri che generano grandi ambizioni
L’impatto economico della manifestazione raggiunge cifre impressionanti. Secondo lo studio di Boston Consulting Group, presentato in conferenza stampa, l’evento genera 591 milioni di euro sul territorio. «Quest’anno lo Stato ci ha dato 13,7 milioni di euro; l’extra-gettito fiscale è pari a quasi sette volte il contributo dello Stato, sfiora i 100 milioni di euro», ha sottolineato il numero uno della Fitp.
Superiore allo scorso anno anche l’impatto sociale dell’evento. «I benefici sono in gran parte sportivi, – ha spiegato Binaghi, – perché come sappiamo una manifestazione sportiva di successo stimola la pratica sportiva sia in chi già la pratica, aumentandone la frequenza, sia rispetto ai neofiti».
Il presidente non ha nascosto le ambizioni della federazione.
«Il tennis e il padel sono il secondo sport in Italia come numero di appassionati e di praticanti, – ha dichiarato, citando i dati Nielsen. – Quando nel 2021 abbiamo cominciato qui a Torino, rispetto agli appassionati avevamo un differenziale a loro favore del 39%, i nostri 16 milioni contro i loro 23. In questi anni il nostro dato è stato in continua crescita mentre loro hanno avuto un lieve assestamento».
Il nodo della governance e il futuro
L’Italia ha ottenuto dall’ATP l’estensione del contratto delle ATP Finals fino al 2030, ma resta da sciogliere una questione politica. Il Decreto Sport, convertito in legge in estate, ha ridisegnato la governance dell’evento: il governo, in cambio di un impegno da 97,5 milioni per il prossimo quinquennio, intende essere coinvolto a pieno titolo nella gestione.
«È sopraggiunto un problema nuovo, – ha ammesso Binaghi in conferenza stampa. – Ora comincerà il dialogo con il governo: dall’applicazione della legge, in un modo o nell’altro, discenderanno i discorsi sulla sede».
Prima della finale, si è tenuto un incontro di un’ora tra il presidente federale e il ministro per lo Sport Andrea Abodi. Il ministro ha commentato con positività. E per il bene del nostro tennis si spera che l’epilogo sia così.
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Per i risultati sportivi, non merita di più?
Sul fronte agonistico, l’Italia chiude la stagione con risultati storici: Jannik Sinner numero 2 del mondo, Lorenzo Musetti e Jasmine Paolini entrambi al numero 8 nelle rispettive classifiche, più due coppie di doppio tra le prime otto (Errani-Paolini e Bolelli-Vavassori).
«Mai in passato abbiamo complessivamente ottenuto, come sistema, risultati così importanti», ha concluso con orgoglio il presidente della Fitp.
Nonostante i risultati, Binaghi non ha risparmiato critiche al sistema di distribuzione delle risorse pubbliche.
«Oggi il calcio ha i nostri numeri e prende il triplo, siamo “plafonati” al 10%, – ha ribadito. – Il tennis italiano è il migliore investimento possibile per il Governo nello sport. E forse per i risultati che regala, meriterebbe maggiori risorse».
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