Il bronzo c’è, ed è legittimo. Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha accolto il ricorso del Comitato Italiano Paralimpico e di Giacomo Perini, cancellando la squalifica inflitta dalla Federazione Internazionale di Canottaggio e ripristinando il terzo posto dell’atleta azzurro nella finale PR1 M1x dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024.
Una decisione che fa giurisprudenza e che ridà giustizia sportiva a Perini, escluso dalla classifica per il possesso di un telefono cellulare a bordo dell’imbarcazione. L’assistenza legale è stata curata dal team sport di LCA Studio Legale, guidato da Federico Venturi Ferriolo.
La questione non era tecnica ma disciplinare
Il punto centrale della pronuncia del TAS riguarda la natura stessa della decisione contestata. Il Collegio Arbitrale ha chiarito che la squalifica inflitta da World Rowing non rientrava nel cosiddetto field of play, ovvero nelle valutazioni tecniche prese durante la competizione, ma costituiva un provvedimento disciplinare successivo, basato sull’interpretazione di una norma regolamentare.
Ed è proprio su questa interpretazione che si è concentrata la battaglia legale. «Il TAS ha sottolineato che la norma vieta l’uso o la comunicazione tramite dispositivi elettronici, ma non il semplice possesso, – spiega l’avvocato Venturi Ferriolo. – Attraverso un’interpretazione linguistica e sistematica, il Collegio Arbitrale ha concluso che la World Rowing aveva applicato la norma in modo ampio, sanzionando un comportamento che non è vietato dal testo regolamentare».
A sostegno della tesi difensiva sono state determinanti le indagini tecniche e informatiche che hanno certificato come il telefono di Perini non fosse stato utilizzato durante la gara e che non risultasse attiva alcuna forma di comunicazione. Il Collegio ha quindi ritenuto credibile la versione dell’atleta, secondo cui il dispositivo era rimasto nella borsa per errore, escludendo categoricamente qualsiasi vantaggio competitivo.
«È una vittoria che restituisce giustizia e orgoglio a Giacomo e allo sport italiano, oltre che una grande soddisfazione per noi avvocati di diritto sportivo», commenta l’avvocato.
L’emozione di Perini
Visibilmente emozionato, Giacomo Perini ha accolto la notizia con gratitudine verso tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato: «Dopo ben 16 anni, il canottaggio paralimpico italiano torna a vincere una medaglia alle Paralimpiadi. Il mio primo pensiero è ringraziare chi ha reso possibile questo risultato: il direttore tecnico Franco Cattaneo, il capo settore Giovanni Santaniello con il collaboratore Alessio Marzocchi, sotto la guida della presidenza Abbagnale».
Un ringraziamento speciale l’atleta lo ha rivolto a famiglia e amici, al team legale di LCA Studio Legale – Federico Venturi Ferriolo, Lorenzo Vittorio Caprara e Nicolò Peri – che lo hanno aiutato a dimostrare la sua correttezza e il suo valore sportivo, al Circolo Canottieri Aniene e ai suoi allenatori.
«Ringrazio il Comitato Italiano Paralimpico, con la presidenza di Luca Pancalli e il segretario generale Juri Stara, – aggiunge l’atleta – che mi hanno supportato e creduto in me dal giorno zero, e rivolgo un saluto riconoscente anche alla nuova presidenza di Marco Giunio De Sanctis, che ha accolto con sensibilità e orgoglio questa vittoria, simbolo dei valori che uniscono il nostro movimento».
Ora la palla passa all’IPC
Il Tribunale Arbitrale ha precisato che la pronuncia ripristina la classifica ufficiale della gara, ma l’assegnazione materiale della medaglia dovrà essere attuata dall’IPC (Comitato Paralimpico Internazionale), unico organo abilitato a convalidare e distribuire i riconoscimenti paralimpici.
Un passaggio formale che dovrebbe arrivare a breve, per chiudere definitivamente una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso il movimento paralimpico italiano.