ATP 500, battaglia a suon di milioni per ingaggiare Sinner e Alcaraz

I primi due tennisti del circuito richiedono un gettone di presenza corposo: averli entrambi diventa eccessivamente oneroso per cui le strade si dividono nei tornei minori.

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Photo by: Chryslene Caillaud / Pznews/PsnewZ/Insidefoto

Asta al rialzo per avere Sinner e Alcaraz. I primi due tennisti del ranking ATP hanno ripreso il loro cammino sul circuito facendo scelte diverse: l’italiano è in scena a Pechino, lo spagnolo a Tokyo

Entrambi hanno optato per tornei Atp 500. Una decisione che non dipende solo da motivi tecnici e logistici: dietro c’è anche la partita dei gettoni di presenza corrisposti dagli organizzatori, riporta La Gazzetta dello Sport.

Il regolamento ATP

Non è un caso isolato: negli ultimi anni, Sinner e Alcaraz raramente hanno disputato gli stessi eventi al di sotto dei Masters 1000, che per regolamento restano obbligatori e diventano spesso teatro di sfide entusiasmanti tra i due.

Nel 2024, ad esempio, l’azzurro ha giocato a Rotterdam e Halle, mentre lo spagnolo è passato da Buenos Aires (un 250), Rio de Janeiro e Queen’s, per poi ritrovarsi entrambi a Pechino.

Il regolamento Atp chiarisce che: «I tornei Atp 500 o 250 hanno la possibilità di offrire compensi per servizi professionali. Il torneo non deve permettere a altre persone o entità di offrire, dare o pagare denaro o qualsiasi altra cosa di valore a un giocatore, direttamente o indirettamente, per influenzare o assicurare la partecipazione del giocatore a un torneo, a parte i premi in denaro».

La corsa alle star

I tornei minori hanno dunque margine di manovra per convincere i campioni con offerte economiche attrattive. Ed è qui che entrano in gioco le cosiddette promotional fee, i gettoni di presenza che gli organizzatori mettono sul tavolo per attirare i nomi più richiesti.

Il meccanismo è chiaro: più prestigioso è il tabellone, maggiore sarà l’interesse del pubblico e il ritorno da sponsor e biglietteria, contribuendo alla promozione dell’evento e innescando un circolo virtuoso.

Per questo i manager dei top player trattano direttamente con i direttori dei tornei, scegliendo di volta in volta la sede più attrattiva. Ma i budget non sono infiniti, e non tutti possono permettersi di avere insieme sia Sinner che Alcaraz.

Vienna, l’investimento su Jannik

Le cifre richieste dai due ventenni li collocano ormai su un livello diverso rispetto agli altri colleghi. Già nel 2023 l’Open di Vienna dovette rinunciare ad Alcaraz: l’entourage dello spagnolo chiese 750 mila euro come ingaggio. Da allora l’asticella si è alzata. Oggi la cifra di riferimento è intorno al milione di euro.

È questo l’investimento minimo per garantirsi la presenza di Sinner o Alcaraz in un torneo 500. Un compenso che non sostituisce il montepremi, ma si aggiunge ai premi Atp in base al piazzamento.

Sinner tornerà a Vienna, dove ha già vinto nel 2023. Lo conferma il direttore del torneo, Herwig Straka, al quotidiano austriaco Der Standard: «La sua partecipazione costa molti soldi, la vedo come un investimento per il futuro».

Il torneo austriaco metterà in palio 2,5 milioni di montepremi, ma l’impegno finanziario complessivo supererà i 4 milioni. Un pareggio a bilancio reso possibile anche grazie al ritorno d’immagine garantito da Jannik. A lui andrà circa un milione come ingaggio.

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