Simone Fontecchio in bilico a Miami. Potrebbe concludersi prima di cominciare l’avventura del cestista azzurro con gli Heat, che ha acquisito l’ala italiana in una sign-and-trade che ha spedito Duncan Robinson a Detroit.
La franchigia della Florida ha tempo fino al 29 agosto per esercitare la stretch provision, una clausola del contratto collettivo NBA che consente di tagliare un giocatore e distribuire il suo stipendio residuo sul salary cap in più stagioni.
Il possibile utilizzo della stretch provision
La “stretch provision” consente alle squadre NBA di spalmare il salario garantito rimanente di un giocatore su un numero di stagioni pari al doppio degli anni rimanenti del contratto, più uno.
Per esempio, un contratto con un solo anno rimanente può essere distribuito su tre stagioni. In passato, squadre come i Milwaukee Bucks o i Phoenix Suns l’hanno già utilizzata per alleggerire la pressione salariale.
Nel caso dei Miami Heat, la situazione è delicata: attualmente si trovano circa 1,6 milioni di dollari sopra la soglia della luxury tax. Pur trattandosi di una cifra non eccessiva, mantenerla potrebbe avere conseguenze più gravi nel lungo periodo.
Lo sforamento potrebbe esporre la franchigia alla repeater tax, una penalità ben più pesante che si attiva quando una squadra paga la luxury tax per almeno quattro stagioni su cinque.
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Le cifre dell’accordo con gli Heat
Fontecchio è legato a Miami da un contratto garantito da 8.3 milioni di dollari per la stagione 2025-26. Se i Heat decidessero di applicare la stretch provision, questa cifra verrebbe suddivisa in tre rate da circa 2.7 milioni ciascuna da qui al 2028, rendendo la gestione del cap più flessibile.
L’italiano è tra i nomi più papabili per questo tipo di operazione, poiché il suo profilo non è considerato centrale nei piani tecnici per la stagione 2025-26. La mossa permetterebbe a Pat Riley e al front office di evitare la luxury tax immediata e guadagnare margine di manovra per eventuali trade o firme minori.
Tuttavia, tagliare Fontecchio comporterebbe anche la necessità di sostituirlo nel roster, e questo comporterebbe altri costi: un possibile sostituto low-cost potrebbe essere Dru Smith, secondo le indiscrezioni del South Florida Sun Sentinel.
La prospettiva di Fontecchio
«Non so cosa vogliono fare di me, non ci sto pensando ancora molto – ha dichiarato l’azzurro durante il ritiro in preparazione a EuroBasket -. Ho sperimentato già in passato il trauma di trasferirmi da una squadra all’altra, come il passaggio da Utah a Detroit. La vivo come una grande opportunità di conoscere sempre meglio gli Stati Uniti».
È proprio lui, infatti, ad aver chiesto il trasferimento da Detroit, dove era stato poco utilizzato nei playoff. Il suo arrivo a Miami sembrava potesse rappresentare un nuovo inizio, magari assumendo il ruolo lasciato vacante da un tiratore come Robinson. Ma ora il rischio concreto è che diventi una pedina sacrificabile per questioni di bilancio.
Un eventuale taglio da parte di Miami non significherebbe la fine della carriera NBA per Fontecchio. Anzi, continuerebbe a ricevere lo stipendio pattuito e diventerebbe free agent, libero di firmare con un’altra squadra a cifre probabilmente più contenute.
In questo modo potrebbe trovare nuova collocazione in un mercato dove il suo profilo – un’ala versatile, con esperienza in Europa e in NBA – resta ancora appetibile.