Fondata nel 1882, Le Coq Sportif torna protagonista della scena economica francese. Il marchio, in amministrazione controllata da novembre 2023 a causa di una grave crisi finanziaria, è stato ufficialmente assegnato al consorzio dell’imprenditore franco-svizzero Dan Mamane. La sentenza del tribunale parigino chiude una delle gare d’appalto più contese dell’anno e riporta in auge una delle label più iconiche del made in France sportivo.
La proposta vincente include un investimento iniziale di 70 milioni di euro. L’obiettivo è rilanciare il marchio a livello internazionale, mantenendo al contempo il cuore produttivo in Francia, precisamente a Romilly-sur-Seine, dove il gruppo prevede di riunire le funzioni creative, industriali e strategiche. Un ritorno alle radici che punta a trasformare lo stabilimento in un polo di innovazione tessile e sostenibilità.
Nuova proprietà Le Coq Sportif: strategia e governance
Il progetto prevede la conservazione di 201 posti di lavoro su oltre 300, grazie anche alla creazione di 14 nuove posizioni. I tagli, compresi tra 89 e 94 unità, riguarderanno prevalentemente contratti a tempo indeterminato, ma sono considerati sostenibili per garantire il futuro industriale del marchio.
A capo della nuova Le Coq Sportif è stato nominato Alexandre Fauvet, ex dirigente di Lacoste e CEO di Fusalp, che guiderà il brand nel percorso di rilancio. Nella squadra anche il manager Cédric Meston (ex Tupperware Francia), e Udi Avshalom, ex COO di Adidas, che assumerà il ruolo di Global Brand Strategic Advisor. A supportare l’operazione anche il fondo Mirabaud Patrimoine Vivant e il gruppo giapponese Itochu, già licenziatario del marchio in Asia.
Una sfida globale tra colossi dello sportswear
Il piano industriale elaborato da Mamane mira a far crescere il fatturato fino a 300 milioni di euro entro il 2030, triplicando le vendite internazionali entro il 2027. Il brand si posizionerà nel segmento sport-lifestyle premium, con un’offerta ripensata lungo quattro direttrici: sportstyle, sport heritage, lifestyle chic e performance tecnica. La strategia distributiva punterà su un mix di e-commerce, marketplace, store affiliati e una rete selezionata di retailer.
Il rilancio arriva in un momento delicato per l’azienda, che ha chiuso il primo semestre 2024 con un fatturato in crescita del 30% a 82 milioni di euro, ma ancora in perdita per 18 milioni. Il bilancio 2023 si era chiuso con ricavi per 121 milioni e un passivo di 28 milioni. Numeri che sottolineano l’urgenza di un cambiamento strutturale e strategico, in un mercato dominato da player globali come Nike, Adidas e Puma.
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Vittoria su più fronti
La proposta di Mamane – nuova proprietà di Le Coq Sportif – ha avuto la meglio su quella avanzata da un consorzio rivale composto da Neopar, Iconix, Xavier Niel, il campione olimpico Teddy Riner e la famiglia Camuset (fondatrice del brand), insieme a Marc-Henri Beausire, presidente di Airesis. Il gruppo aveva annunciato un investimento iniziale da 60 milioni di euro, ma ha lamentato l’esclusione dal processo decisionale da parte degli amministratori giudiziari. Non è escluso che vi siano ricorsi legali nelle prossime settimane.
Tradizione e futuro: una nuova visione
«Dopo anni difficili, Le Coq Sportif deve riconquistare la sua influenza e desiderabilità, – ha dichiarato Dan Mamane in un comunicato. – Questo progetto si basa su forti convinzioni e su asset fondamentali: un marchio francese iconico, un know-how unico nel tessile e un radicamento territoriale prezioso. Daremo a Le Coq Sportif i mezzi per innovare e affermarsi come riferimento dello stile e dello sport alla francese».
Il piano prevede la nascita di un centro R&D a Romilly-sur-Seine, integrando tecnologie avanzate in design, materiali e produzione responsabile. Un investimento nel patrimonio industriale nazionale, che guarda a un futuro più sostenibile e competitivo.
Per Le Coq Sportif si apre dunque una nuova era: tra identità francese, ambizioni globali e rigore finanziario. Un test importante anche per il sistema economico francese, sempre più attento al valore della tradizione nel contesto della sfida globale dell’innovazione.
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