Il mondiale 2026 di Formula 1 non è ancora iniziato, ma le polemiche sono già esplose. Al centro della controversia c’è un’interpretazione del regolamento tecnico sulle nuove power unit che potrebbe garantire un vantaggio significativo ad alcuni team rispetto ad altri, scatenando le proteste dei costruttori penalizzati.
La zona grigia del regolamento
Secondo quanto rivelato da Motorsport Magazin, Mercedes e probabilmente Red Bull Powertrains avrebbero individuato una zona grigia nell’articolo 5.4.3 del regolamento tecnico relativo al rapporto di compressione dei cilindri. La normativa per il 2026 prevede una riduzione da 18:1 a 16:1, una modifica pensata per limitare le prestazioni del motore endotermico a fronte della parte elettrica, la cui potenza verrà triplicata.
Il sistema escogitato dai due team sfrutterebbe la dilatazione termica dei materiali. Con la power unit spenta e misurata a temperatura ambiente, il rapporto di compressione rientrerebbe formalmente nei parametri consentiti, ma una volta in pista, con il motore in funzione e le temperature elevate, il valore aumenterebbe grazie all’espansione termica dei componenti, avvicinandosi di fatto al precedente limite di 18:1.
Come riportato da Frédéric Ferret de L’Équipe, questa soluzione garantirebbe «un vantaggio stimato in circa 15 cavalli e fino a tre decimi al giro». Un margine che, nella Formula 1 moderna dove ogni millesimo conta, fa un’enorme differenza.
Ferrari, Honda e Audi non sono rimaste a guardare. I tre costruttori avrebbero già manifestato forte insoddisfazione e sarebbero pronti a presentare un reclamo formale agli steward già a Melbourne, richiamando l’articolo 1.5 del regolamento che stabilisce un principio chiaro: le vetture devono essere conformi in ogni momento della competizione, non solo durante le verifiche statiche.
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La posizione della Federazione
La FIA si trova in una posizione delicata. Interpellata sulla questione, la Federazione ha confermato che la dilatazione termica può influenzare le dimensioni a temperatura di esercizio ma le regole attuali non richiedono misurazioni con temperature elevate. Un portavoce ha aggiunto che la questione continuerà a essere discussa negli incontri tecnici con i costruttori di power unit e che in futuro potrebbero essere prese in considerazione modifiche ai regolamenti tecnici o alle procedure di misurazione.
Il problema è che le power unit sono già state omologate. Gli alberi motori non potranno più essere modificati, mentre altri componenti come i pistoni solo nel 2027 e successivamente nel 2029. Un eventuale intervento della FIA risulterebbe quindi estremamente complicato, considerando che i motori Mercedes e Red Bull equipaggeranno rispettivamente 4 e 2 team nel 2026.
Nikolas Tombazis, direttore Single Seater della FIA e responsabile dei nuovi regolamenti, aveva avvertito: «Se un team baserà una soluzione su una certa interpretazione delle regole, senza chiedere chiarimenti alla FIA, non li ascolteremo. Se qualcuno sviluppa un progetto su un’interpretazione ambigua, sarà un disastro per loro!».
A complicare ulteriormente la situazione c’è il fatto che dal 2026 anche le power unit saranno soggette al cost cap, limitando lo sviluppo. Entrerà però in vigore l’ADUO (Opportunità Aggiuntive di Sviluppo e Aggiornamenti), un sistema che valuterà le prestazioni dei vari motori e concederà opportunità extra di sviluppo ai motoristi che accuseranno un gap importante in tre fasi della stagione.
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Una F1 che riparte dalla polemica
La vicenda solleva interrogativi sulla governance tecnica della Formula 1. Le zone grigie hanno sempre fatto parte di questo sport, ma quando esplodono prima ancora dell’inizio del campionato, in un contesto che necessiterebbe stabilità per gestire una transizione tecnica epocale, il rischio è che la nuova era venga percepita fin dall’origine come un terreno instabile.
Con i primi test invernali fissati per fine gennaio a Barcellona, la FIA ha convocato per oggi un vertice con i motoristi per fare chiarezza. La decisione che emergerà sarà cruciale: legittimare l’interpretazione di Mercedes e Red Bull aprendo la strada a proteste formali, oppure intervenire sul regolamento rischiando di compromettere progetti già avanzati.
Il nuovo ciclo tecnico della Formula 1 si apre così all’insegna della polemica, con una disputa che potrebbe segnare l’intero campionato ancor prima che il semaforo si spenga per la prima volta.