Nel 2026 la Coppa Davis resta a Bologna, ma cambia sede

La Coppa Davis resta a Bologna. Binaghi conferma la sede nel nuovo palasport da 10.500 posti e gli investimenti per far fronte al boom di richieste.

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La FITP guarda al futuro
Image Credits: Laurent Lairys / PSNewz / Insidefoto

Il tennis italiano celebra, ma non si ferma. Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, ha convocato l’altro ieri a Bologna i responsabili dei comitati regionali per tracciare la strategia futura dopo il doppio trionfo delle ATP Finals di Torino e della Coppa Davis conquistata proprio nel capoluogo emiliano.

«Dobbiamo fronteggiare questa ondata di richieste di tennis e padel. Servono campi, strutture, maestri», ha dichiarato Binaghi secondo quanto riportato da La Repubblica. Il numero uno della Fitp ha subito posto l’accento sulle priorità: «Non c’è tempo per le celebrazioni: dobbiamo lavorare duro, ogni giorno. Per migliorare».

Il modello Torino e gli investimenti a Bologna

In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Binaghi ha fatto il punto sul successo organizzativo che sta caratterizzando gli eventi di punta del tennis italiano.

«Sono state due settimane bellissime, prima le ATP Finals dominate da Sinner a Torino, ora la Davis conquistata a Bologna, – ha affermato il presidente federale, aggiungendo con una punta di orgoglio: – La verità è che qualsiasi cosa si faccia, a tennis in Italia si vince sempre».

L’analisi del presidente federale non nasconde però le aree di miglioramento. Sul confronto tra Torino e Bologna, Binaghi ha ammesso: «Crediamo ci siano molte cose da migliorare, sotto diversi punti di vista». Il paragone con il capoluogo piemontese, dove il coinvolgimento dell’intera città ha rappresentato un punto di forza, indica la direzione da seguire per le prossime edizioni emiliane.

La Coppa Davis resterà a Bologna per i prossimi due anni, come previsto dal contratto con l’International Tennis Federation. La vera novità sarà rappresentata dal nuovo impianto sportivo che sostituirà la struttura temporanea utilizzata quest’anno.

«Avremo un bellissimo palazzetto, che sorgerà a pochi metri dalla struttura temporanea che ha ospitato questa edizione», ha spiegato Binaghi. La capienza salirà a 10.500 posti e l’arena diventerà anche la casa della Virtus Basket Bologna.

«L’impianto sarà molto più funzionale perché, a differenza della soluzione di quest’anno, si presta per sua natura a un evento sportivo», ha precisato il presidente.

La genesi dell’accordo e i meriti istituzionali

Binaghi ha voluto sottolineare il ruolo delle istituzioni nella realizzazione del progetto Davis a Bologna.

«Il merito è del ministro dello Sport, Andrea Abodi, e del governatore dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, che in un incontro dello scorso dicembre colsero al volo l’occasione che prospettammo loro», ha raccontato, citando anche la sponda diplomatica attivata con la Federazione internazionale.

Un riconoscimento è andato anche a Stefano Bonaccini, ex presidente della Regione, «che aveva creduto in noi, nella crescita del tennis e nel valore aggiunto che sarebbe stato generato da questa manifestazione».

La questione dei diritti televisivi

Sul fronte mediatico, Binaghi ha rilanciato la richiesta di maggiore visibilità per gli eventi tennistici. Il presidente federale ha chiesto «la vetrina di Rai 1 anche per le ATP Finals, finora relegate su Rai 2», come riportato dalla Gazzetta dello Sport.

Il contratto tra ATP Media e la Rai è scaduto e andrà rinegoziato, aprendo nuovi scenari per la valorizzazione commerciale degli eventi.

Prospettive di lungo periodo

La permanenza a Bologna oltre il biennio contrattuale non è esclusa.

«Stare qui a Bologna per altri due anni, e speriamo anche qualcuno in più, accresce il know-how di noi che lavoriamo direttamente con il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna, – ha spiegato Binaghi, evidenziando come la continuità permetta di – insegnare a tutti gli stakeholder che con noi lavorano ad approcciare le problematiche in modo sempre più professionale».

Il tennis italiano, insomma, punta a consolidare i risultati sportivi con investimenti infrastrutturali e organizzativi di lungo periodo, trasformando l’onda emotiva delle vittorie in un sistema sostenibile di crescita.

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