Gaudenzi avverte il Governo: «Il tennis richiede investimenti sulle infrastrutture»

Il presidente dell’ATP lancia un richiamo a Palazzo Chigi sul futuro delle Finals: servono investimenti per far crescere il tennis. Senza supporto governativo non è facile. E il mondo guarda ai miliardi arabi.

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Servono soldi
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Andrea Gaudenzi guarda da lontano la partita politica sulle ATP Finals, ma il suo messaggio al Governo Meloni è chiaro e diretto:

«La priorità dovrebbe essere supportare la Federtennis sulle infrastrutture. Se veramente si vuole far crescere il tennis, molto è dato dalle infrastrutture, e purtroppo non è facile senza il supporto del governo».

Il presidente dell’ATP è intervenuto in conferenza stampa a Torino, dove sono in corso le Finals, e ha affrontato la questione della governance del torneo ridisegnata dal Decreto Sport, che ha affiancato alla FITP la società pubblica Sport e Salute, a fronte di un contributo statale di 97,5 milioni nel prossimo quinquennio.

Il nodo del contratto e la spartizione politica

«Noi siamo stracontenti di stare in Italia. Abbiamo un contratto con la FITP fino al 2030: se la Federazione fosse messa dal Governo nella condizione di non rispettarlo, allora potrebbe nascere un problema», ha spiegato Gaudenzi, riferendosi alle interlocuzioni in corso tra il presidente federale Angelo Binaghi e l’esecutivo sulla cosiddetta Legge Sport, di fatto una norma ad hoc che ridisegna la gestione delle ATP Finals.

«Ad oggi questo problema non c’è e mi risulta che le parti stiano dialogando», ha precisato il numero uno dell’ATP, che tuttavia ha voluto lanciare un avviso su quello che considera il vero tema centrale.

«Investimenti enormi o non si compete»

«Il tennis è da un lato una grossa forza che abbiamo e dall’altro una debolezza che richiede un investimento in infrastrutture enorme», ha sottolineato Gaudenzi, portando esempi concreti dai grandi tornei internazionali.

«Il tennis è uno sport dove hai un impianto enorme che usi 2-3 settimane all’anno. Il Roland Garros, ma anche Wimbledon e l’Australian Open hanno fatto investimenti plurimiliardari, – ha ricordato il presidente ATP, per poi citare il caso che fa la differenza: – Il nuovo Masters 1000 saudita avrà un investimento di 2,5 miliardi di dollari, e quell’investimento se non arriva dal governo non lo giustifichi».

Il riferimento all’Arabia Saudita, che ospiterà un nuovo Masters 1000 dal 2028 con cifre che ridefiniscono gli standard del settore, è tutt’altro che casuale. Gaudenzi ha messo sul tavolo anche la questione degli Internazionali d’Italia, altro argomento delicato.

Torino 2026, poi si vedrà

Sul futuro delle ATP Finals, per ora l’unica certezza è che nel 2026 si giocheranno ancora a Torino e che fino al 2030 resteranno in Italia, salvo problemi legati alla gestione post-Decreto Sport.

«Dipenderà se a un certo punto la Federazione non sarà più in grado di rispettare il contratto. Però non è la nostra volontà, noi siamo contenti – ha dichiarato il presidente ATP. Il messaggio finale torna però sul tema cruciale: – Il Governo, a mio parere, dovrebbe supportare la Federazione con l’infrastruttura. Se poi non ci sarà più modo di rispettare le clausole, è un tema che dovremo approfondire».

Una dichiarazione che suona come un ultimatum velato: senza investimenti adeguati sulle strutture, anche il futuro delle ATP Finals in Italia potrebbe essere a rischio, al di là delle questioni di governance politica.

 

 

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