Ferrari, Elkann attacca i piloti: «Parlino meno e guidino di più»

Il presidente della Ferrari John Elkann critica duramente Hamilton e Leclerc dopo il doppio ritiro in Brasile. La Rossa è quarta nel Mondiale Costruttori a tre gare dal termine della stagione di F1.

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Fa discutere
Image Credits: media centre Ferrari

Un richiamo all’unità che si trasforma in una dura critica ai piloti. John Elkann, presidente della Ferrari, ha scosso il mondo della Formula 1 con dichiarazioni inaspettatamente severe nei confronti di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, aprendo una crepa profonda nel team di Maranello nel finale di una stagione decisamente al di sotto delle aspettative.

Le parole sono arrivate a margine di un evento celebrativo della partnership tra il Comitato Olimpico delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina e Stellantis. Come riportato da La Gazzetta dello Sport, Elkann ha inizialmente celebrato il successo nel Mondiale Endurance. «Abbiamo vinto i Mondiali nell’Endurance in Bahrain, – ha dichiarato. – È una bellissima dimostrazione di come, quando la Ferrari è unita e quando tutti sono insieme, si possono ottenere delle grandissime cose».

Confronto e attacco

Il presidente ha poi utilizzato questo trionfo – il primo della Rossa nel WEC dopo 53 anni – come contraltare per evidenziare le difficoltà in F1. «Il Brasile è stata una grande delusione», ha dichiarato Elkann riferendosi al doppio ritiro di Hamilton e Leclerc a Interlagos. La sua analisi del campionato è stata spietata:

«Se guardiamo i nostri meccanici, di fatto stanno vincendo il campionato dei pit stop con le prestazioni. Se guardiamo i nostri ingegneri, non c’è dubbio che la macchina sia migliorata. Il resto non è all’altezza».

Quel “resto” è chiaramente indirizzato verso i piloti. Elkann non ha usato mezzi termini: «Abbiamo dei piloti che è importante che si concentrino a guidare e che parlino meno. Abbiamo di fronte a noi ancora delle gare importanti e non è impossibile ottenere il secondo posto».

Il messaggio è stato ulteriormente rafforzato: «Sicuramente abbiamo bisogno di piloti che pensano non a loro stessi, ma alla Ferrari», ha rimarcato il presidente con tono secco, deciso, come riporta il Corriere della Sera.

Hamilton nel mirino, e i piloti rispondono

Lewis Hamilton sembra essere il destinatario principale del messaggio presidenziale. Il sette volte campione del mondo, arrivato a Maranello con grandi aspettative, ha vissuto una prima stagione in rosso definita da lui stesso un incubo. Le sue frequenti dichiarazioni pubbliche – dai dossier interni alle critiche alla FIA per le penalità, fino alle polemiche in Brasile sui commissari – sembrano aver esaurito la pazienza del presidente.

La replica di Hamilton non si è fatta attendere. «Io sostengo la mia squadra. Sostengo me stesso. Non mi arrenderò. Né ora, né mai», ha scritto il pilota britannico sui social.

Anche Charles Leclerc ha risposto, scegliendo accuratamente un’immagine che lo ritrae al fianco del team principal Fred Vasseur.

«È deludente tornare a casa con quasi zero punti per la squadra in un momento critico della stagione in cui si lotta per il secondo posto nel campionato Costruttori, – ha scritto il monegasco. – Da adesso in poi la strada è in salita ed è chiaro che solo l’unità può aiutarci a ribaltare la situazione nelle ultime tre gare. Daremo il massimo, come sempre».

Una stagione disastrosa

I numeri parlano chiaro e giustificano parzialmente la frustrazione della dirigenza Ferrari. A tre gare dalla fine del campionato, la Rossa è ferma a zero vittorie e soli sette podi totali nella stagione 2025, scivolando al quarto posto nella classifica Costruttori dopo il disastro brasiliano.

Un dato emblematico: dal GP degli Stati Uniti 2018 vinto da Kimi Raikkonen ad oggi, la Ferrari ha conquistato solo quattordici vittorie, lo stesso numero di successi che la McLaren ha ottenuto nella sola stagione 2025.

Da qui un’altra lezione per la scuderia di Maranello: dichiarazioni ed eventi in pompa magna è meglio farle dopo. Perchè arriva il momento di pagare il conto.

I nodi da sciogliere

Le critiche di Elkann – che ha escluso dalla sua analisi l’intero deficit tecnico del progetto 2025 – lasciano aperti molti interrogativi sulla gestione complessiva del team. Occorre sottolineare come negli ultimi 17 anni si siano avvicendati sei team principal diversi, oltre al fatto che in tempi recenti da Maranello diversi campioni ne sono usciti bruciati: Alonso, Vettel, Raikkonen.

Con il cambio regolamentare del 2026 all’orizzonte, l’imperativo per Elkann è chiaro: «Sbagliare non sarà ammesso». La domanda ora è se questa strategia comunicativa – concentrare le critiche sui piloti piuttosto che sul progetto tecnico – sia la via giusta per riportare il Cavallino Rampante al successo.

«Quando la Ferrari è una squadra, noi vinciamo», ha concluso Elkann. Ma quella coesione invocata dal presidente non è mai sembrata così lontana dalle porte di Maranello.