L’Eurolega si trasforma per prosperare. La competizione continentale, che da anni rappresenta l’élite del basket europeo, sta ridefinendo la propria strategia commerciale per rafforzare la propria indipendenza e proiettarsi verso una nuova dimensione economica.
L’obiettivo è diventare una lega sportiva di riferimento a livello globale, consolidando il legame con i tifosi e con i grandi brand del consumo internazionale, per respingere l’assalto dell’NBA al Vecchio Continente.
La strategia commerciale
«La scorsa stagione abbiamo superato i 100 milioni di euro di ricavi per la prima volta – ha dichiarato Gawain Davies, cco di Eurolega in un’intervista rilasciata a 2Playbook –. È un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. I diritti TV restano il principale motore, ma anche le aree di business come sponsorizzazioni ed eventi hanno registrato una crescita tremenda»..
Uno snodo chiave è stato l’addio a Turkish Airlines come title sponsor. Da quel momento, la lega ha abbandonato il modello dei contratti regionali per adottare una visione più integrata e globale.
«Abbiamo cambiato radicalmente i prezzi e adottato strategie di vendita più ambiziose. Oggi abbiamo il 50% in meno di sponsor, ma ricavi aumentati tra il 70% e l’80%. Siamo passati da 33 partner a 18».
Le Final Four
Le Final Four, cuore pulsante della stagione, sono sbarcate per la prima volta in Medio Oriente, in quella che è stata una mossa strategica sul fronte della visibilità. Dopo il successo negli Emirati, il ritorno in Europa promette un eco importante.
«Vogliamo portare la Final Four a un livello superiore, fino a farla diventare uno dei più grandi eventi sportivi del mondo. L’edizione di Abu Dhabi è stata un successo e quest’anno, ad Atene, batteremo ogni record di ricavi».
Grazie alla decisione di esportare il basket fuori dai confini la lega ha trovato nuove leve di crescita, in particolare attraverso la diversificazione dei ricavi. Il recente accordo con Dubai Sports TV, che porterà le partite in oltre 100 milioni di case in Medio Oriente va nella direzione di una visione sempre più globale.
I mercati strategici
«L’Eurolega è una competizione incredibile, con più di 90 milioni di fan in Europa. Offriamo alle grandi marche una piattaforma multimercato e con un pubblico dal potere d’acquisto elevato».
L’espansione di eurolega passa anche dal consolidamento delle roccaforti tradizionali. L’obiettivo è costruire un ecosistema stabile, in cui i club storici e i mercati emergenti convivano all’interno di una visione unificata.
«Il Medio Oriente è un’area strategica, ma continueremo a concentrarci anche sui nostri mercati principali: Grecia, Turchia, Spagna, Serbia, Lituania e Israele. Allo stesso tempo, vediamo grande potenziale in Francia, Germania, Italia e Regno Unito».
Nonostante i progressi compiuti, da oltreoceano l’NBA ritiene che il potenziale commerciale del basket europeo non sia al momento valorizzato, e si è attivata per costruire una nuova lega autonoma che farebbe così concorrenza all’Eurolega.
I rapporti con l’NBA
Nell’opinione di Davies lo stravolgimento del panorama cestistico continentale non intaccherà il percorso di sviluppo intrapreso e la posizione di leadership tra le competizioni europee.
«Il valore della lega era di un miliardo l’anno scorso, oggi siamo già a 1,6 miliardi e possiamo raggiungere i 3 miliardi nei prossimi cinque anni. Non vogliamo competere con la NBA, ma consolidare la nostra posizione come principale lega del basket in Europa e Medio Oriente».
In un contesto di incertezza istituzionale, la lega mantiene un approccio diplomatico. Le tensioni tra NBA, FIBA e i club europei non hanno ancora intaccato la stabilità dei contratti commerciali, ma il tavolo di dialogo resta aperto.
«Non abbiamo clausole di uscita specifiche per i club. Se dovesse cambiare lo scenario europeo, discuteremmo con i nostri partner. Siamo parte del dialogo con FIBA e NBA sul futuro del basket continentale».