Rivoluzione in America's Cup: nasce la Partnership tra i team

Svolta storica per la vela: nasce l’America’s Cup Partnership con governance condivisa tra team. Budget cap da 75 milioni e Napoli candidata a due edizioni.

America's Cup sponsor team America's Cup Manfredi
Novità governance
Image Credits: Ricardo Pinto/America's Cup

Dopo 174 anni di storia, l’America’s Cup cambia pelle. La più antica competizione sportiva al mondo abbandona la gestione evento per evento e si dota di una struttura commerciale permanente: è nata l’America’s Cup Partnership (ACP), un consorzio che riunisce il defender Emirates Team New Zealand e tutti gli sfidanti sotto un’unica governance condivisa.

L’accordo, siglato ufficialmente a New York tra i campioni in carica neozelandesi e lo sfidante britannico Athena’s Racing, rappresenta una svolta epocale per la vela d’élite. Come riporta Il Mattino, al cuore del nuovo Protocollo c’è un Accordo di Partenariato strutturato affinché tutti i team lavorino collettivamente per il futuro beneficio e la gestione della competizione.

Il nuovo modello economico

La partnership, operativa dal 1° novembre, sarà guidata da un consiglio di amministrazione in cui ogni team avrà un seggio. L’obiettivo dichiarato è massimizzare il valore commerciale della manifestazione attraverso una strategia integrata: l’ACP gestirà sponsorizzazioni, diritti audiovisivi, biglietteria, merchandising e hospitality, mentre i singoli team manterranno il controllo delle attività legate alla propria partecipazione.

Per garantire competitività equilibrata, è stato introdotto un budget cap di 75 milioni di dollari per squadra, una sorta di tetto agli investimenti che fa il paio con quanto già sperimentato in altri sport globali, su tutti la F1.

«L’America’s Cup è l’apice della vela, con innovazione e tecnologia nel suo Dna da 174 anni, – ha dichiarato Grant Dalton, CEO di Emirates Team New Zealand – ma è stata a lungo gestita evento per evento, senza una struttura per pianificare a lungo termine. Esiste un’enorme quantità di valore intellettuale e commerciale non realizzato, legato alla tecnologia dei team e all’evento».

Napoli al centro del progetto

Il nuovo format prevede continuità territoriale: non più due anni in una location, ma almeno quattro. Napoli potrebbe essere la prima città a beneficiare di questa rivoluzione, ospitando due edizioni consecutive della manifestazione velica più prestigiosa del pianeta.

La pianificazione operativa nel capoluogo campano procede con lo sviluppo del sito di Bagnoli, dove dovranno essere allestiti entro aprile-maggio 2026 il villaggio dell’America’s Cup, gli hangar e le officine per quelle che vengono definite “le formula uno del mare”. Sono previste almeno tre regate preliminari sia nel 2026 che nel 2027.

Il calendario è serrato: la chiusura del periodo iniziale di iscrizione per i team che desiderano partecipare alla 38ª edizione e diventare parte della governance dell’ACP è fissata al 31 ottobre 2025.

Il format di gara rivitalizzato

Anche dal punto di vista sportivo arrivano novità. La fase a gironi della Louis Vuitton Cup comprenderà match race e regate di flotta per includere tutti i concorrenti. Ciò consentirà di regatare più a lungo e massimizzare la durata della regata. I risultati determineranno i primi quattro Challenger che si sfideranno in semifinali e finali per decidere chi affronterà il defender neozelandese.

«Per la prima volta, i team si uniscono non solo come rivali in acqua, ma come parti interessate al suo futuro, – ha sottolineato Ben Ainslie, responsabile di Athena’s Racing. – Questo approccio collettivo ci consente di sfruttare il potenziale commerciale globale della Coppa, proteggendone al contempo il patrimonio unico».

Una mossa pionieristica che punta a trasformare la competizione più longeva dello sport in un brand globale capace di generare valore sostenibile nel tempo, coniugando tradizione e innovazione finanziaria.