La rivoluzione del basket europeo si sta avvicinando. Dal 2027 potrebbe nascere una nuova lega sotto la regia congiunta di NBA e FIBA, un progetto destinato a cambiare per sempre l’assetto delle competizioni continentali e ad attirare capitali, pubblico e sponsor su scala globale.
A guidare il fronte delle società pronte a sposare questo nuovo modello ci sono soprattutto le grandi potenze spagnole: le polisportive di Madrid e Barcellona sono i punti di riferimento politici e commerciali del progetto.
Le squadre coinvolte
Il segnale è arrivato chiaramente nelle ultime settimane, quando durante una riunione a Barcellona quattro società di ’Eurolega – Real Madrid, Barcellona, Fenerbahce e Asvel Villeurbanne – hanno rivendicato la libertà di aderire a iniziative esterne dal 2027, aprendo di fatto la porta ad NBA Europe.
Sullo sfondo si intravede anche l’interesse dell’Olimpia Milano e Bayern Monaco, che pur senza una presa di posizione netta guardano interessate allo sviluppo del progetto messo in piedi dalla lega statunitense, riporta La Stampa.
A queste si potrebbero aggiungere anche il Galatasaray e l’Alba Berlino, che sono già nell’orbita FIBA in quanto partecipanti alla Basketball Champions League, con la formazione berlinese che, come anticipato da Sport e Finanza, potrebbe aver abbandonato l’Eurolega per avvicinarsi al progetto a stelle e strisce.
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I due club ateniesi invece partono indietro nelle gerarchie nonostante la caratura di primo piano, così come Tel Aviv mentre rimarrebbero escluse allo stato attuale Baskonia, Efes, Zalgiris, Virtus Bologna e le due di Belgrado, formazioni che potrebbero eventualmente prender parte al torneo solo tramite qualificazione.
Il piano della lega statunitense
Il piano studiato tra NBA e FIBA prevede un torneo d’élite a sedici squadre, composto da dodici club con licenza stabile e quattro qualificate annuali. Il modello è ispirato alla NBA americana ma pensato per il mercato europeo, con un regolamento condiviso e una forte produzione televisiva.
Per l’Eurolega, che già progettava un’espansione interna, si tratta di una minaccia reale: molte delle sue società di punta potrebbero infatti migrare verso il nuovo torneo, lasciando l’attuale competizione in secondo piano. Da qui la richiesta di garanzie e la contrapposizione diplomatica in corso tra i due sistemi.
Da parte NBA, filtrano aperture che la controparte reputa solo di facciata. «Restiamo possibilisti per collaborare con EuroLeague su questo progetto – ha confermato pubblicamente George Aivazoglou, managing director di NBA Europe & Middle East -, a condizione che si possano trovare convergenze e allinearci nella valutazione del potenziale enorme che il basket ha in Europa».
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Adam Silver, commissioner NBA, sarebbe coinvolto in prima persona e starebbe lavorando a una governance che potrebbe includere anche figure di spicco del basket europeo, tra cui Danilo Gallinari.
Le nuove franchigie
Dietro le quinte, NBA Europe sta già lavorando a un elenco di città ritenute strategici. Oltre alle franchigie già esistenti, grande attenzione è rivolta alle metropoli con forte appeal sportivo e potenziale commerciale.
È in questo contesto che entra in gioco Roma, indicata come una delle città candidate a ospitare una franchigia della nuova lega di nuova fondazione insieme a Manchester, Parigi e Londra, in cui le rispettive squadre calcistiche potrebbero estendersi anche alla palla a spicchi.
Al fianco di Milano, già in corsa per una licenza grazie al peso internazionale dell’Olimpia e al possibile coinvolgimento di attori come Oaktree e Red Bird, la Capitale rappresenterebbe l’Italia. NBA e FIBA guardano con interesse al marchio “Roma”, un mercato enorme ancora inesplorato nel basket d’élite.
Secondo quanto appreso dal Corriere dello Sport, una cordata americana starebbe valutando l’acquisto di un titolo sportivo di Serie A per trasferire il progetto nel cuore della Capitale in vista del 2027.
Il punto su Roma
A suggerire che qualcosa si stia muovendo sono anche le parole di Cristiano Rufini, presidente di Olidata, nuovo main sponsor della Virtus Bologna, intervenuto lo scorso giugno durante un evento delle V-Nere tenutosi proprio a Roma .
Il dirigente ha dichiarato: «Non dobbiamo cercare l’America, ma portarla da noi». Una frase che oggi assume un valore quasi profetico, lasciando filtrare un possibile coinvolgimento della holding di consulenza tecnologica nella futura squadra capitolina.
Perché Roma possa entrare definitivamente nella lista delle fondatrici restano però due condizioni da soddisfare: la nascita di una società solida con ambizioni europee e la costruzione di un nuovo palazzetto moderno.
Attualmente, strutture come il PalaEur e il PalaTiziano non rispondono agli standard richiesti dalla NBA in termini di spettacolo, marketing e hospitality. La questione impiantistica è decisiva e sarà probabilmente al centro delle prossime trattative con le istituzioni.
La strada è ancora lunga ma il processo è avviato: l’equilibrio del basket europeo è vicino a un nuovo scossone e l’Italia potrebbe avere due piazze nella nuova mappa del basket continentale. Milano è già in prima linea, Roma può sognare.