Banchi nuovo CT dell'Italbasket: «È il momento più alto della mia carriera»

Presentato oggi il tecnico toscano, nuovo Commissario Tecnico della Nazionale di basket con contratto a tempo pieno. Esordio il 27 novembre contro l’Islanda per le qualificazioni ai Mondiali.

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Eredità e ambizioni
Image Credits: media FIP

Il Salone d’Onore del CONI ha fatto da cornice alla presentazione ufficiale di Luca Banchi come nuovo Commissario Tecnico della Nazionale italiana di pallacanestro. Un incarico triennale, con scadenza fissata dopo le Olimpiadi di Los Angeles 2028, a cui il neo ct guarda con gioia e grande ambizione, forte del contratto full time.

La scelta della FIP: esperienza internazionale e visione di sistema

«Abbiamo scelto Banchi perché racchiude tante qualità e ha maturato diverse esperienze internazionali in sette Paesi, raccogliendo consensi e successi, – ha spiegato il presidente della FIP Giovanni Petrucci, che non ha risparmiato un saluto affettuoso a Gianmarco Pozzecco. – Ci siamo lasciati bene, Gianmarco ha sempre onorato l’impegno e ricreato grande entusiasmo intorno alla Nazionale. Il contratto di Banchi scadrà dopo i Giochi Olimpici di Los Angeles, che rimangono il nostro obiettivo più importante».

La convergenza sulla figura del 60enne tecnico toscano è stata immediata tra Petrucci, il coordinatore delle Nazionali Gigi Datome e il General Manager Salvatore Trainotti.

«C’è grande felicità nell’ufficializzare questo incarico, – ha dichiarato Datome. – Abbiamo scelto Luca per le sue qualità dentro e fuori dal campo e per la straordinaria esperienza internazionale. Vogliamo che tutte le nostre Nazionali parlino lo stesso linguaggio e siano riconoscibili in termini di rispetto e attaccamento alla maglia».

Il contratto full-time

L’aspetto più innovativo dell’accordo riguarda la natura del contratto a tempo pieno, una condizione che Banchi ha definito “imprescindibile”.

«È una novità anche per me, ma necessaria in questa fase, – ha spiegato il neo CT. – So che il quotidiano e la palestra mi mancheranno, ma cercherò di mettere al servizio del movimento la mia esperienza per abbracciarlo nella sua interezza, non solo al vertice ma anche alla base. Dobbiamo dare ai club la consapevolezza che abbiamo un materiale umano da valorizzare».

La scelta del full-time permetterà a Banchi di seguire costantemente i quasi 50 giocatori italiani impegnati all’estero, tra Europa e Stati Uniti, dove militano 2 atleti in NBA e numerosi altri tra Division I, Division II e High School. Per questo sarà fondamentale il ruolo di Riccardo Fois, che durante la stagione fungerà da “advanced scout”, rappresentando un’estensione della Federazione sul territorio statunitense.

Lo staff tecnico e il calendario delle qualificazioni

Banchi ha scelto come assistenti Marco Ramondino, Adriano Vertemati e Iacopo Squarcina. Riccardo Fois proseguirà la collaborazione con lo staff tecnico, mentre Matteo Panichi lavorerà a tempo pieno per la FIP.

L’esordio è fissato per il 27 novembre 2025 a Tortona contro l’Islanda, nell’ambito delle qualificazioni al Mondiale FIBA 2027 di Doha. Il sorteggio ha inserito l’Italia nel Girone D con Lituania, Islanda e Gran Bretagna.

Gli azzurri dovranno classificarsi tra le prime tre per accedere alla seconda fase, dove potrebbero incrociare le migliori squadre del girone composto da Serbia, Turchia, Bosnia Erzegovina e Svizzera.

La visione di Banchi: identità e valorizzazione dei giovani

Visibilmente emozionato, Banchi ha definito questo incarico «il punto più alto della mia carriera». L’ex allenatore della Virtus Bologna, reduce da quattro anni straordinari con la Lettonia (culminati nel quinto posto al Mondiale e nella nomina a miglior coach della competizione), ha tracciato le linee guida del suo progetto.

«L’ultima estate è stata esaltante, ci sono tanti giovani talentuosi e promettenti. Vorremmo che la Nazionale avesse un ruolo centrale nella loro crescita, – ha dichiarato. – Come ho capito da coach della Lettonia, la Nazionale è sopra tutto e tutti: in un club si fatica a trasmettere il senso di appartenenza, in Nazionale certi valori sono intrinseci».

Sul recente Europeo, Banchi ha mostrato lucidità nell’analisi:

«La mancanza di risultati è spesso legata a piccoli dettagli. L’Italia non è riuscita a vincere per particolari, ma ha mostrato un’identità chiara e volti nuovi che fanno ben sperare. Dobbiamo avere la forza di andare al di là del risultato fine a sé stesso e valutare il percorso della squadra».

Quattro mini-raduni per costruire il gruppo

Tra le novità annunciate, l’organizzazione di quattro mini-raduni entro l’estate per “cementare il gruppo e rafforzare la cultura azzurra”. L’obiettivo è creare uno stile di gioco riconoscibile a ogni livello, dentro e fuori dal campo.

Sul tema dei giocatori naturalizzati, alla luce di quanto accaduto quest’anno con Donte DiVincenzo e Darius Thompson, Banchi si è mostrato aperto:

«Non ho assolutamente preclusioni. La figura del naturalizzato ha sempre fatto parte della Nazionale. Dobbiamo pensare a un panorama ben più ampio dei confini nazionali».

Particolarmente significative le parole sulla seconda generazione di italiani:

«Culturalmente io vedo soltanto azzurro, al di là del colore della pelle. Semplicemente parlarne mi sembra discriminante. Sono figli di immigrati che ci danno la possibilità di elevare la qualità del nostro gioco sotto il profilo tecnico, del talento e atletico».

L’eredità di Pozzecco e il futuro

Nonostante non si siano ancora sentiti dopo la nomina, Banchi ha espresso parole di stima per il predecessore:

«Gianmarco lascia in eredità uno spirito di squadra e una spiccata identità. Il mio augurio è che trovi presto una squadra, è un allenatore che ha le capacità di impattare i club e gli atleti. Fa parte del patrimonio tecnico e umano di questa Federazione».

Con un contratto che vale fino a Los Angeles 2028 e una struttura rinnovata, l’Italbasket di Banchi punta a consolidare la crescita mostrata negli ultimi anni.

«Non c’è niente che assomigli alle emozioni che può dare far parte di una Nazionale, – ha concluso il CT. – Sono pronto a sostenere il peso di questa responsabilità, la gratificazione delle vittorie e anche il peso delle sconfitte. Spero di esserne all’altezza».

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