Il via libera definitivo della Camera al Decreto Sport segna un punto di svolta per le città italiane candidate a ospitare eventi sportivi internazionali nei prossimi anni. Napoli si trova al centro di due grandi sfide: da un lato, la candidatura per ospitare partite del Campionato Europeo di calcio 2032, dall’altro, l’organizzazione dell’America’s Cup 2027.
Due appuntamenti strategici che impongono scelte chiare, investimenti certi e, soprattutto, una governance snella e orientata ai risultati.
Se l’America’s Cup appare già in fase avanzata, almeno sotto il profilo normativo, con l’evento ormai “legge dello Stato”, è sulla questione stadio che si concentra l’attenzione e la preoccupazione. Perché, come evidenzia Calcio e Finanza, la situazione più problematica dell’intero progetto Euro 2032 riguarda proprio Napoli, e in particolare il futuro dell’ex Stadio San Paolo, oggi Diego Armando Maradona.
Euro 2032: Maradona o nuovo stadio?
Come scrive Il Mattino: «Con questo decreto – dice Abodi – abbiamo dato risposte concrete e urgenti per fare in modo che l’Italia sia pronta ad affrontare i grandi appuntamenti che la vedranno protagonista nei prossimi mesi». Tra questi, l’Europeo di calcio 2032 che l’Italia organizzerà congiuntamente alla Turchia.
Come riportato da Calcio e Finanza, la candidatura di Napoli a sede di Euro 2032 è a rischio a causa dell’incertezza sul progetto stadio. Il Comune, guidato dal sindaco Gaetano Manfredi, ha proposto un piano di ristrutturazione del Maradona dal valore stimato di 150 milioni di euro, che tuttavia non ha convinto né gli organismi calcistici né la SSC Napoli.
Al contrario, la proposta avanzata dal presidente Aurelio De Laurentiis per la costruzione di un nuovo impianto nell’area dismessa di Poggioreale, all’interno della Zona Economica Speciale, sembra raccogliere maggiore consenso per visione strategica e sostenibilità economica.
Secondo quanto riportato da Calcio e Finanza, questa proposta è attualmente favorita, poiché «la ristrutturazione del Maradona non risolverebbe tutti i nodi critici esistenti, rendendo più debole la candidatura della città». Senza una proposta alternativa concreta e condivisa, Napoli rischierebbe l’esclusione dalla lista delle città ospitanti.
Una posizione ribadita con forza anche dalla SSC Napoli in un comunicato ufficiale del 26 luglio 2025, a margine dell’incontro con UEFA, FIGC e Comune. «Non è stato dato alcun OK da UEFA e FIGC al progetto del Comune, come scritto da alcuni organi di stampa, – ha precisato la società. – Sono stati esclusi i presupposti di compatibilità per un investimento al Maradona».
Il club ha inoltre sottolineato come «gli interventi ipotizzati dal Comune non sarebbero sostenibili dal punto di vista economico-finanziario, né consentirebbero l’adeguamento agli standard UEFA». La SSC Napoli ha quindi ribadito la propria intenzione di investire risorse proprie nella costruzione di un nuovo stadio, senza oneri per la collettività e con l’obiettivo di contribuire alla rigenerazione urbana della zona ex Caramanico a Poggioreale.
A oggi, non esiste ancora una posizione condivisa tra Comune e club. Come ha fatto notare anche la UEFA durante il recente vertice, la mancanza di sintonia tra ente pubblico e società calcistica è un ostacolo decisivo alla candidatura. In questo scenario, l’introduzione del commissario straordinario per gli stadi – figura prevista dal Decreto Sport e fortemente voluta dal ministro Andrea Abodi – punta a sbloccare impasse locali, ma potrebbe non essere sufficiente senza una convergenza progettuale concreta e sostenibile.
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America’s Cup 2027: meno burocrazia, più opportunità
L’altra importante novità riguarda la vela. L’America’s Cup è diventata ufficialmente legge dello Stato. Questo significa iter autorizzativi più rapidi per cantieri e infrastrutture, in particolare per le opere previste a Bagnoli e sul lungomare cittadino. È stato inoltre confermato che la Regione Campania non farà parte del comitato di gestione della competizione, dopo la bocciatura degli emendamenti del Partito Democratico.
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha sottolineato che il Comune dispone già di risorse significative per riqualificare il litorale.
«Abbiamo messo da parte 131,5 milioni di euro grazie al risanamento dei conti pubblici, ma oggi non possiamo usarli a causa di vincoli normativi, – aveva dichiarato in precedenza a Radio Marte, come riportato da Il Mattino. – Con quei fondi possiamo riqualificare tutta la linea di costa, incluso il lungomare dove si svolgeranno le regate. Ma servono maggiore disponibilità di spesa e meno vincoli».
In questo senso, il decreto consente al sindaco di operare come sub-commissario, con poteri straordinari per accelerare le procedure. Entro settembre 2025 si capirà se sarà effettivamente possibile completare le infrastrutture nei tempi previsti. L’autunno segnerà l’avvio dei lavori per pontili e basi operative delle squadre, con consegna prevista entro giugno 2026.
Al momento, però, permangono incertezze: il protocollo ufficiale della competizione non è ancora stato approvato e solo quattro team risultano attivi (Team New Zealand, Luna Rossa, K-Challenge e Athena Racing). Solo i primi due sembrano pronti a partire con la progettazione delle imbarcazioni, fase chiave per competere a livello mondiale.
Napoli, laboratorio sportivo e strategico
In occasione del centenario del Circolo Posillipo, il presidente del CONI Luciano Buonfiglio aveva ribadito il ruolo centrale di Napoli nello sport italiano. «Napoli è un laboratorio che guarda avanti, con l’ambizione di diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale», ha detto, sottolineando l’importanza della sinergia tra cultura sportiva e grandi eventi.
Parole che trovano concretezza proprio nelle scelte del Governo, che con il decreto sport ha dotato la città – e le altre sedi coinvolte – di strumenti finalmente operativi.
Il prossimo biennio sarà dunque decisivo. Da un lato, la possibilità di realizzare un nuovo stadio moderno e sostenibile; dall’altro, l’occasione di sfruttare l’America’s Cup come volano per il rilancio economico e turistico. Con l’Europa e il mondo che guardano a Napoli, la città è chiamata a non sprecare un’opportunità storica.
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