Credito Sportivo, boom di investimenti al Sud: +50% in un anno

Dal 2023 al 2024 i finanziamenti dell’Istituto per il Credito Sportivo al Sud sono aumentati del 50%, passando da 47 a oltre 70 milioni di euro, con interventi su stadi, piscine e impianti sportivi.

Stadio Napoli
Investimenti per il Sud Italia
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Ridurre il divario infrastrutturale tra Nord e Sud Italia nel settore sportivo resta una delle sfide più ambiziose dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale. E i numeri raccontano un cambio di passo.

Nel 2023, le erogazioni destinate al Sud per lo sport ammontavano a 47 milioni di euro; nel 2024 sono salite a oltre 70 milioni, con un incremento del 50%. A confermarlo, in un’intervista a Il Mattino, è Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto.

«Nel Mezzogiorno si concentra appena il 26% degli impianti sportivi italiani, contro oltre il 50% del Nord, – spiega Quintieri. – Per questo siamo intervenuti in modo deciso: nel solo 2024 abbiamo finanziato progetti in tutte le regioni del Sud, con un’attenzione particolare a Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Basilicata».

Campania: dallo stadio Italia di Sorrento alla piscina di Ischia

La Campania rappresenta un caso emblematico. L’intervento dell’Istituto ha sì interessato l’intero territorio meridionale, ma a questa regione sono stati concessi circa 20 milioni di euro di finanziamenti agevolati, destinati a Comuni grandi e piccoli.

Gli interventi hanno permesso di recuperare strutture chiuse da anni, restituendo alle comunità locali impianti destinati a diventare centri di aggregazione e di promozione sportiva.

È il caso, ad esempio, della ristrutturazione dello stadio Italia di Sorrento, della riqualificazione dello stadio Giraud di Torre Annunziata, del restyling della piscina comunale di Ischia e degli interventi sui campi sportivi di Santa Maria Capua Vetere e Vairano Patenora.

Per Napoli, invece, le attenzioni sono rivolte a due grandi appuntamenti: Euro 2032 e l’America’s Cup 2027.

«Sul progetto di ristrutturazione dello stadio Maradona – precisa Quintieri – attendiamo indicazioni da Governo e istituzioni locali. Noi siamo pronti a fare la nostra parte».

Lo sport come motore economico e sociale

Il rafforzamento dell’impiantistica sportiva non è solo un obiettivo legato alla pratica sportiva, ma anche un fattore di sviluppo economico. Investire in questa direzione significa non solo colmare un deficit infrastrutturale, ma anche generare ritorni economici misurabili.

L’Istituto utilizza la piattaforma Delta per calcolare lo Sroi (Social Return on Investment).

«Ogni euro investito nel 2024 – sottolinea Quintieri – ha generato benefici pari a 4,5 volte l’investimento, con un moltiplicatore spesso più alto al Sud perché in molti casi si parte da zero».

Gli effetti positivi non si limitano alla salute e al benessere dei cittadini, ma si traducono anche in nuovi posti di lavoro, crescita dell’indotto turistico e commerciale e maggiore capacità di attrarre eventi internazionali.

Più attenzione dai Comuni e spinta alle aree interne

Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Sport, nel 2023 lo sport è diventato la prima voce di spesa per gli enti territoriali: circa 1 miliardo di euro destinato a stadi, palazzetti, palestre scolastiche e piste ciclabili.

Anche al Sud, dopo anni di difficoltà, si registrano segnali incoraggianti.

«Investire al Sud, soprattutto nelle aree interne – evidenzia il presidente – significa offrire opportunità di benessere e socialità dove spesso non esiste nulla. Una palestra o una pista ciclabile possono abbattere barriere culturali ed economiche, specie nei piccoli comuni».

Per questo l’Istituto promuove la cooperazione tra amministrazioni locali nella realizzazione di impianti condivisi, una strategia che permette di ottimizzare risorse e garantire strutture moderne e funzionali anche nei territori a bassa densità abitativa.

Un approccio che, se consolidato, potrà ridurre gradualmente il divario infrastrutturale, trasformando lo sport in un autentico motore di sviluppo sociale ed economico per il Mezzogiorno.

 

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