Ultime ore di trattative febbrili sul decreto-legge Sport. Il provvedimento rischia la bocciatura da parte del Quirinale e il conseguente rinvio alle Camere se non saranno recepite le osservazioni avanzate nei giorni scorsi.
La maggioranza è pronta a intervenire sul testo per eliminare gli articoli coinvolti, con l’obiettivo di ottenere il via libera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La conversione del provvedimento – già modificato una volta – è attesa entro il 30 agosto, pena la sua decadenza.
L’iter legislativo del provvedimento
Il decreto (dl 96/2025) approderà oggi in Aula al Senato per la seconda lettura, mentre alle 13 è prevista la riunione della Commissione Bilancio per esprimere il parere sulle coperture finanziarie.
In quell’occasione, la maggioranza tenterà un’operazione di “chirurgia normativa”: saranno infatti rimossi i due emendamenti introdotti a Montecitorio e finiti nel mirino del Colle, che ostacolano la definitiva approvazione, riporta Il Sole 24 Ore.
A condurre l’operazione sarà il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, incaricato di tessere la delicata mediazione per salvare il provvedimento in tempistiche particolarmente stringenti.
Le norme nel mirino
I nodi critici sono concentrati nell’articolo 11. Il primo riguarda la nuova Commissione per i controlli economico-finanziari delle società sportive professionistiche, che coinvolge i club di calcio e basket professionistici.
L’emendamento prevedeva corsie preferenziali per il reclutamento temporaneo di personale proveniente dalle federazioni, ma il Quirinale ha sollevato dubbi di legittimità: si tratterebbe di una “stabilizzazione mascherata” che aggira il principio costituzionale del concorso pubblico.
Il secondo punto contestato attribuiva al giudice ordinario – e non al Tar – la competenza in caso di controversie sul versamento dei contributi annuali da parte di federazioni e società sportive. Una disposizione, secondo il Colle, di natura “ordinamentale” e quindi priva dei requisiti di necessità e urgenza indispensabili per un decreto-legge.
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Sport e Salute, il nodo politico
Nonostante l’intenzione del governo di rimuovere gli elementi più problematici, resta un nodo altamente politico all’articolo 9-quater: la norma che affida alla società Sport e Salute – partecipata dal Mef – un ruolo chiave nell’organizzazione e gestione degli eventi sportivi con contributi pubblici superiori ai 5 milioni di euro, come le ATP Finals e l’America’s Cup del 2027.
La disposizione prevede che, per eventi di rilievo nazionale o internazionale finanziati con fondi pubblici, sia la Presidenza del Consiglio o il ministro delegato allo Sport a designare Sport e Salute come soggetto attuatore.
Le federazioni manterrebbero le competenze sportive, ma perderebbero centralità nella fase gestionale. Anche in questo caso, il Quirinale avrebbe sollevato perplessità,, in particolare sull’assenza dei criteri di urgenza che giustificherebbero l’intervento attraverso decreto.
Una terza lettura sempre più probabile
Sullo sfondo resta anche il tema del commissario straordinario per gli stadi in vista di UEFA 2032: pur non essendo oggetto di un rilievo formale, il timore è che questo ulteriore tassello possa contribuire a una valutazione complessiva negativa del decreto.
Le modifiche al testo richiederanno, qualora vengano apportate, un’ulteriore ulteriore passaggio alla Camera. Una terza lettura, che andrebbe a dilatare ulteriormente le tempistiche dell’iter legislativo, non è affatto esclusa, sottolinea ItaliaOggi..
Nelle ultime ore, tuttavia, tra i vertici dell’esecutivo circola un moderato ottimismo: secondo quanto filtra, gli articoli più controversi verranno effettivamente cassati, il Capo dello Stato potrebbe decidere di firmare il provvedimento..