Red Bull sbarca nel rugby: i Newcastle Falcons entrano nell’impero sportivo

Il colosso austriaco delle bevande energetiche entra nel mondo della palla ovale rilevando il club britannico che rilancia le sue ambizioni di vertice in seguito a una fase di tensione finanziaria.

Red Bull Newcastle
si espande il portafoglio
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Nuova era alle porte per i Newcastle Falcons. Secondo quanto riporta il Times, il club di rugby sarebbe vicino all’ingresso nell’impero sportivo di Red Bull, con la multinazionale austriaca pronta a entrare in prima linea nel mondo della palla ovale.

L’acquisizione imminente da parte del colosso delle bevande energetiche trasformerà radicalmente il club, finora considerato la pecora nera della Premiership, rilanciandolo con un progetto ambizioso.

In seguito al passaggio di proprietà, i Falcons entreranno a far parte di un portafoglio sportivo globale che comprende due scuderie di Formula 1, una rete internazionale di club calcistici, una squadra di hockey su ghiaccio sul fronte degli investimenti proprietari.

A questa lista si aggiungono, tra le altre, le sponsorizzazioni in MotoGP, nel campo degli sport estremi e con atleti di alto profilo, per un presidio nel mondo dello sport variegato e capillare che copre varie discipline e segmenti.

L’interesse di Red Bull verso il mondo del rugby

Sebbene l’acquisizione dei Falcons sia il primo intervento diretto, l’interesse di Red Bull per il rugby non è del tutto nuovo. In passato, si era limitato a una partnership commerciale con la nazionale inglese, siglata nel 2020 da Massie-Taylor quando era alla RFU.

A questo si aggiunge una serie di accordi individuali con atleti come Jack Nowell, Mack Hansen e Siya Kolisi. Inizialmente associata a un possibile ingresso nel progetto indipendente R360, Red Bull avrebbe poi deciso di puntare direttamente sulla Premiership Rugby, in base a quanto raccolto da il Times.

L’investimento è destinato a rilanciare l’immagine e le prospettive del campionato, duramente colpito negli ultimi anni, e a trasformare i Newcastle Falcons, ora destinati a diventare i Newcastle Red Bulls, da club in crisi a squadra di vertice.

Il Newcastle vede la luce in fondo al tunnel

Il Newcastle è stato messo in vendita lo scorso novembre, dopo che il proprietario Semore Kurdi ha dichiarato di non voler più finanziare la squadra. Per evitare il fallimento post-Covid, il club aveva tagliato drasticamente i costi, operando con circa metà del tetto salariale disponibile. 

Il risultato è stato devastante: zero vittorie nella stagione 2023-24 e una nuova ultima posizione nella classifica finale, aggravata da fughe di talento come Adam Radwan (ora ai Leicester Tigers), Jamie Blamire e Callum Chick.

L’assenza di investitori locali, e il mancato interesse del fondo sovrano saudita PIF che possiede il Newcastle United, ha costretto i Falcons a negoziare con la Premiership Rugby un prestito d’emergenza per sopravvivere. Dopo i fallimenti di Worcester, Wasps e London Irish, un’altra perdita sarebbe stata insostenibile per il campionato.

Il piano per il rilancio del club

Red Bull è entrata in scena ad aprile, riconoscendo nei Falcons un’opportunità in linea con la sua filosofia: realtà in difficoltà ma con potenziale. È la stessa logica che ha guidato, tra le altre, l’acquisizione del team Jaguar in F1 nel 2004 (trasformato nella scuderia vincente Red Bull Racing) e la scalata dell’RB Leipzig dalla quinta divisione tedesca alla Champions League.

Il piano prevede un investimento significativo nel programma ad alte prestazioni e nello sviluppo dei talenti nel Nord Est dell’Inghilterra, zona dal forte potenziale sportivo e con un ampio bacino di utenza. 

Red Bull mira a invertire la rotta: trattenere i migliori giocatori, attrarre nuovi talenti e, a lungo termine, tornare ai fasti del titolo vinto nel 1998 con stelle come Rob Andrew, Jonny Wilkinson, Inga Tuigamala e Doddie Weir.

Le discussioni sulla governance di Premiership Rugby

Nonostante le ambizioni, la trasformazione non sarà immediata. La rosa attuale è limitata e di bassa qualità, e la possibilità di una retrocessione è ancora concreta, fattore che ha scoraggiato altri potenziali investitori. Red Bull, però, sembra pronta ad affrontare il lungo percorso di rilancio.

Parallelamente, la Premiership Rugby sta lavorando a una ristrutturazione in stile franchising, separandosi dalla piramide inglese tradizionale per attrarre nuovi investimenti e club, seguendo un modello simile a quello nordamericano. 

Il coinvolgimento di Red Bull rafforza questa visione, anche se la sua realizzazione dipenderà dall’approvazione del consiglio RFU, storicamente conservatore. L’amministratore delegato Bill Sweeney, intanto, spinge per una riforma che sposti il potere decisionale verso un impianto maggiormente snello e decisionale.

Il punto sul progetto R360

Nel frattempo, il progetto parallelo R360 continua a muoversi: i dirigenti sono attivi nel reclutamento, mirando a stelle del rugby league in Australia e Nuova Zelanda, con offerte fino a 500mila sterline l’anno. 

Mike Tindall, ex nazionale inglese e co-fondatore dell’iniziativa, ha incontrato vari agenti durante il tour dei British & Irish Lions. Alcuni giocatori inglesi avrebbero già firmato pre-contratti, in vista di un possibile lancio nel 2026.

Tuttavia, un punto critico resta l’impossibilità per gli atleti di rappresentare l’Inghilterra se non militano in club della Premiership. Alan Gilpin, ceo di World Rugby, ha ribadito a Sydney che qualsiasi nuova competizione che impedisca la partecipazione ai Test match è destinata al fallimento.

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