La Supercoppa di volley trasloca in Arabia Saudita: affari, visibilità e interrogativi

La pallavolo italiana replica il modello calcio: la Del Monte® Supercoppa 2025 si disputerà in Arabia Saudita. L’accordo si inserisce nella strategia saudita di investimenti sportivi massicci.

Superlega pallavolo 2024/25
Missione araba
Image credits: Legavolley

Dopo il calcio, anche la pallavolo italiana cede al richiamo del Golfo. La Del Monte® Supercoppa 2025, primo trofeo della prossima stagione maschile, si giocherà a Jeddah, in Arabia Saudita, l’8 e il 9 novembre 2025. 

A contendersi il titolo saranno le quattro squadre protagoniste dell’ultima stagione: Itas Trentino, Cucine Lube Civitanova, Sir Safety Perugia e Rana Verona.

La missione a Riyadh

A ufficializzare la scelta è stata la Lega Pallavolo Serie A nel corso della presentazione dei calendari 2025/26.

«Abbiamo raggiunto un accordo per disputare la Del Monte® Supercoppa in Arabia Saudita, a Gedda, – l’annuncio del presidente Massimo Righi. – È una novità importante per l’intero movimento».

In parallelo, una delegazione guidata dallo stesso Righi, dall’Amministratore Delegato Fabio Fistetto e da membri dello staff è volata in questi giorni a Riyadh per un sopralluogo istituzionale. Ospiti del gruppo Saudi Crown, i rappresentanti della Lega stanno incontrando le autorità locali, i partner organizzativi, il Ministero dello Sport e la Saudi Arabian Volleyball Federation.

La visita si concluderà con una conferenza stampa il 29 luglio, nella quale verranno ufficializzate la sede e le date definitive dell’evento.

La questione economica

Non è la prima volta che l’Italia dello sport guarda a oriente per espandere il proprio mercato. La Lega Serie A ha aperto la strada con la Supercoppa di calcio disputata a più riprese in Libia, Cina, Qatar e, da ultimo, in Arabia Saudita. Ora è la pallavolo a seguire lo stesso tracciato, con – si presume – un accordo pluriennale che dovrebbe portare la Supercoppa italiana a disputarsi all’estero per almeno cinque anni (se si segue la linea del calcio).

L’operazione, dai contorni fortemente economici, rientra nella strategia saudita di diversificazione degli investimenti attraverso lo sport, coerente con il piano “Vision 2030” del governo di Riyadh. Un progetto ambizioso che punta a fare del Regno una destinazione privilegiata per grandi eventi internazionali, sfruttando lo sport come veicolo di soft power.

Tra visibilità globale e criticità

Per la Lega Pallavolo e i club coinvolti, si tratta di una straordinaria opportunità di visibilità internazionale e, presumibilmente, di incassi significativi. Tuttavia, non mancano le perplessità. Il trasferimento all’estero di una manifestazione storica come la Supercoppa – giunta alla sua 30ª edizione – rappresenta una cesura con la tradizione, ma soprattutto pone interrogativi su accessibilità, pubblico e identità.

C’è sicuramente rammarico per i tifosi italiani, che vedranno allontanarsi un appuntamento tanto atteso. I palazzetti semi-vuoti o riempiti con pubblico “a progetto”, come già visto nel calcio, rischiano di diventare la nuova normalità. A beneficiarne non sarà certo il tifo autentico, ma una platea selezionata e funzionale alla narrazione saudita.

Il nodo dei diritti

Al di là delle logiche economiche, resta il tema etico. Non tutti nel mondo dello sport italiano hanno accolto con entusiasmo il coinvolgimento saudita. Nel 2021, Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, si era espresso con fermezza contro la disputa della Supercoppa di calcio in Arabia Saudita, criticando le discriminazioni di genere e la negazione dei diritti delle donne avvenute anche nel corso dell’evento.

«Siamo stupiti e dispiaciuti, nel rispetto delle responsabilità di altre federazioni e leghe, che si sia scelto di far giocare uno dei massimi eventi calcistici italiani su un palcoscenico dove i diritti delle donne e la parità di genere sono negati, – si era così espresso Fabris. – Non si possono accettare discriminazioni senza correre il rischio di esserne complici e sminuire l’impegno di quanti si battono perché tali discriminazioni siano superate. Perciò sarebbe molto importante che lo sport italiano si dimostri capace di dare un segnale forte contro la discriminazione femminile».

Parole che oggi tornano attuali, sollevando domande sul ruolo dello sport italiano nel contesto internazionale e sul bilanciamento tra business e valori.

Tra soldi e coscienza

La scelta di spostare in Arabia Saudita un evento simbolo della pallavolo italiana è una mossa che rafforza i legami sportivi ed economici tra Italia e Regno Saudita, ma che rischia di trasformare anche il volley in un mero “gioco per miliardari”. L’obiettivo è chiaro: monetizzare l’appeal del prodotto pallavolo.

Il rischio, però, è anche in questo caso di svendere l’anima dello sport a favore di platee artificiali e strategie geopolitiche.

Intanto la pallavolo italiana segue le orme del calcio, in un’epoca dove il colore dei soldi sembra essere diventata l’unica cosa che conta anche nello sport.

Sport

Volley