Il 2024 certifica una svolta nell’economia dello spettacolo sportivo italiano: lo sport continua a pesare per il 21% della spesa complessiva del comparto cultura e intrattenimento, ma il calcio – pur restando il protagonista assoluto – perde centralità.
A guadagnare terreno sono gli sport di squadra non calcistici, gli sport individuali e il comparto classificato come “altri sport”, un insieme eterogeneo che va dal nuoto agli sport invernali. È quanto emerge dalla 89ª edizione del Rapporto SIAE.
Sport di squadra: più spettatori, più incassi, meno eventi
Nel 2024 gli sport di squadra diversi dal calcio – basket, volley, rugby, baseball – hanno registrato:
- 5.261 eventi (-1% rispetto al 2023),
- 5,14 milioni di spettatori (+11,7%),
- 61,4 milioni di euro di spesa del pubblico (+13,5%).
L’affluenza media per evento è salita a 977 spettatori per spettacolo (+12,9%). Un dato che indica un’offerta più selettiva e attrattiva, capace di concentrare pubblico su eventi di qualità. La spesa media per spettatore è stata di 11,95 euro, la più bassa tra le discipline analizzate, segno di una strategia di accessibilità che ha favorito l’aumento della partecipazione.
Il basket domina il comparto con 3,3 milioni di spettatori (65% del totale), seguito dalla pallavolo (1,4 milioni). Il rugby, pur con solo 134 eventi, ha raccolto il 17% della spesa complessiva grazie a eventi ad alto impatto come Italia-All Blacks allo Juventus Stadium.
Sport individuali: crescita record, il tennis trascina il comparto
Il vero exploit del 2024 è rappresentato dagli sport individuali:
- 3.489 eventi (+47,5%),
- 2,7 milioni di spettatori (+36,6%),
- 140,3 milioni di euro di spesa (+51,1%).
La spesa media per spettatore ha raggiunto i 51,73 euro, più del doppio della media del comparto sportivo (21,77 euro), confermando un posizionamento premium.
Il tennis è il re indiscusso: con il 24% degli eventi ha attirato 983.000 spettatori (36% del totale) e generato il 42% della spesa del settore. Seguono l’automobilismo (11% degli eventi, 24% degli spettatori) e l’atletica, trainata dai Campionati Europei di Roma (265.000 spettatori).
Altri sport: segnali positivi
La categoria “altri sport” (nuoto, sport invernali, manifestazioni multisport, con e senza scommesse) ha totalizzato:
- 5.378 eventi (+3,9%),
- 1,44 milioni di spettatori (+1,3%),
- 20,1 milioni di euro di spesa (-64% rispetto al 2023, a causa del mancato effetto Ryder Cup).
La spesa media per spettatore è stata di 13,95 euro, con punte oltre i 26 euro in Liguria, ma appena 2,89 euro in Calabria.
Tuttavia, si segnalano incrementi forti negli sport invernali, con +45% di spettatori e +49% di spesa, grazie anche alla crescente attenzione in vista di Milano-Cortina 2026.
La partecipazione media, pur inferiore rispetto agli altri comparti (268 spettatori per evento), raggiunge picchi importanti in Trentino-Alto Adige (693 spettatori medi), Lazio ed Emilia-Romagna.
Lo sport muove l’Italia: il turismo sportivo vale 12 miliardi
Geografie e stagionalità: il Nord spinge, il Sud cresce
La Lombardia guida tutte le classifiche: 28% degli eventi sportivi, 22% degli spettatori e 32% della spesa nazionale. Seguono Lazio e Piemonte.
Il Sud mostra segnali incoraggianti: la Sicilia ha aumentato del 33% il numero di spettacoli e del 59% gli spettatori, grazie anche al rugby e alla pallavolo. L’Abruzzo ha raddoppiato gli eventi legati agli sport individuali.
A livello stagionale, gli sport di squadra si concentrano tra gennaio e marzo (con picco a marzo per il rugby), mentre quelli individuali vedono maggio e giugno come mesi di punta, grazie ai grandi eventi tennistici e motoristici.
Lo sport italiano è pronto a generare valore
Se il calcio assorbe ancora il 73% della spesa, il 76% del pubblico e l’82% degli eventi sportivi, il resto dello sport italiano sta costruendo un modello alternativo fatto di fidelizzazione, accessibilità, eventi internazionali e valore esperienziale. E lo sta facendo con numeri in crescita, sia in termini di pubblico che di spesa.
Una nuova economia dello sport, che non passa (solo) dal pallone.