L’Open Championship 2025 congela il montepremi a 17 milioni di dollari

Il R&A blocca il montepremi dell’Open Championship 2025 a 17 milioni di dollari, una decisione in controtendenza rispetto agli altri major. La scelta punta alla sostenibilità economica del golf.

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Sostenibilità nel golf
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Per la prima volta dal 2012, il Royal & Ancient Golf Club (R&A), organizzatore dell’Open Championship, ha deciso di non aumentare il montepremi del torneo. L’edizione 2025, in programma questa settimana a Royal Portrush, in Irlanda del Nord, metterà in palio 17 milioni di dollari, esattamente come un anno fa. Il vincitore porterà a casa 3,1 milioni di dollari.

Si tratta di una scelta controcorrente in un’epoca in cui i montepremi dei major sono in costante crescita, spinti anche dall’effetto LIV Golf e dalla concorrenza tra circuiti. Lo scorso anno, l’aumento per l’Open Championship era stato del 3%. Stavolta, nessun incremento.

La scelta del R&A: sostenibilità prima di tutto

L’ex CEO del R&A, Martin Slumbers, aveva già lanciato un segnale nel 2024.

«Dobbiamo fare delle scelte se vogliamo continuare a costruire su una partecipazione in forte crescita, fondamentale per il futuro del golf, – aveva dichiarato. – Siamo preoccupati dell’impatto che aumenti sostanziali del montepremi maschile professionistico stanno avendo sulla percezione dello sport e sulla sua sostenibilità economica di lungo periodo».

Una dichiarazione che anticipava il congelamento attuale del prize pool. Mentre il Masters ha portato il proprio montepremi a 21 milioni di dollari (+1 milione rispetto al 2024) e il PGA Championship è arrivato a 19 milioni, l’Open rimane fermo.

Confronto con gli altri major

Nel 2025, l’Open Championship sarà l’unico tra i quattro major a non ritoccare il proprio prize pool. Ecco il confronto:

  • U.S. Open golf: 21,5 milioni di dollari | Vincitore: 4,3 milioni
  • Masters: 21 milioni di dollari | Vincitore: 4,2 milioni
  • PGA Championship: 19 milioni di dollari | Vincitore: 3,42 milioni
  • Open Championship: 17 milioni di dollari | Vincitore: 3,1 milioni

L’U.S. Open, disputato lo scorso giugno a Oakmont, ha mantenuto invariato il proprio montepremi, ma lo ha già fatto in otto occasioni dal 2008. Diversa la situazione dell’Open, che per oltre un decennio aveva garantito un aumento annuale.

Dal 2021 a oggi, il primo premio dell’U.S. Open di golf è praticamente raddoppiato (da 2,25 a 4,3 milioni di dollari), mentre quello dell’Open è cresciuto del 50%.

Montepremi Open Championship 2025

Tutti i giocatori che supereranno il taglio a Portrush riceveranno almeno 37.650 dollari. Anche chi non riuscirà a qualificarsi per il weekend incasserà tra gli 8.750 e i 12.350 dollari.

Ecco alcune delle principali posizioni del payout 2025:

  • 1° posto: 3.100.000 $
  • 2°: 1.759.000 $
  • 3°: 1.128.000 $
  • 10°: 350.600 $
  • 25°: 137.800 $
  • 50°: 47.200 $
  • 70°: 38.900 $

Per i giocatori oltre il 70° posto, il premio scenderà di 125 dollari a posizione fino a un minimo di 37.650 $.

Favoriti e curiosità

Quella del 2025 sarà la terza edizione dell’Open a Royal Portrush. L’ultima, nel 2019, vide trionfare Shane Lowry.

Quest’anno il favorito secondo i bookmaker è Scottie Scheffler (quota 9/2), seguito da Rory McIlroy (7/1), Bryson DeChambeau (20/1) e Xander Schauffele (25/1), vincitore della scorsa edizione a Royal Troon.

Una curiosità è legata alla denominazione del torneo, che accende un dibattito. Sebbene il nome ufficiale sia The Open Championship, molti fan e media statunitensi lo chiamano ancora “British Open”, anche per distinguerlo dalle competizioni nazionali americane.

Una sfumatura linguistica che, tuttavia, riflette anche differenze culturali e commerciali nell’approccio al golf globale.

Conclusioni

La scelta del R&A di mantenere invariato il montepremi dell’Open Championship 2025 segna una pausa significativa nel trend di crescita economica dei grandi eventi golfistici. Una mossa che pone l’accento su una visione a lungo termine per la sostenibilità dello sport, a fronte di un contesto sempre più dominato da dinamiche economiche aggressive.

Sarà interessante vedere se questa strategia prudente avrà un impatto sugli equilibri del golf professionistico.

 

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