Una nuova era nel tennis. Con l’addio di Federer e Nadal e il calo di Djokovic, i protagonisti del circuito ATP sono diventati Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, rispettivamente numero 1 e 2 del ranking mondiale,
I due tennisti che si sono spartiti gli ultimi sette slam disputati sono diventati anche i protagonisti di una nuova era commerciale, contendendosi la scena tra sponsor, pubblicità e licenze.
Un duopolio vincente e redditizio
Alcaraz e Sinner rappresentano due modelli complementari: stili di gioco diversi, personalità opposte, ma entrambi capaci di attrarre grandi marchi. Nike li ha messi sotto contratto già nel 2019, intuendone il potenziale.
Da allora, l’investimento si è moltiplicato: Jannik ha rinnovato nel 2022 con un accordo da 16 milioni a stagione, con il lancio del suo logo personale – una volpe stilizzata – avvenuto in occasione delle ATP Finals, mentre Carlos ha strappato un rinnovo più recente e più ricco, 19 milioni l’anno dal 2024.
A completare il pacchetto condiviso, Rolex: entrambi sfoggiano con disinvoltura gli iconici orologi forniti dalla maison svizzera dopo ogni match, puntualmente inquadrati da telecamere e fotografi.
Sponsor Alcaraz e Sinner: il portafoglio dei due campioni
Nonostante i punti di contatto, i due seguono rotte diverse. Sinner usa racchette Head (fino al 2031), Alcaraz invece Babolat (fino al 2030). Anche nella moda, ognuno ha preso una direzione chiara: Gucci per l’italiano, Louis Vuitton per lo spagnolo.
Così nei prodotti skincare: La Roche-Posay da un lato, Isdin dall’altro.Entrambi sono legati a istituti bancari – Intesa Sanpaolo per Jannik, Itaú per Carlos – ma è il resto del portafoglio a mostrare differenze più marcate in termini di categorie merceologiche.
Alcaraz collabora con BMW, El Pozo, Danone e Fanatics, mentre Sinner vanta accordi con Lavazza, Fastweb, De Cecco, Enervit, oltre a collaborazioni con la Formula 1, Pigna e Panini.
Sinner vs Alcaraz: ecco chi vale di più per sponsor e brand globali
Gli introiti commerciali
Nonostante il trionfo sul campo a Wimbledon per l’altoatesino, che ha spezzato la serie negativa di cinque sconfitte consecutive nei testa a testa prendendosi la rivincita dopo l’emozionante finale di Parigi, resta ancora un leggero gap da colmare sul fronte commerciale.
Secondo le stime fornite a La Gazzetta dello Sport da ChainOn, marketplace digitale per le sponsorizzazioni, Alcaraz attualmente guadagna circa 32 milioni di euro l’anno, Sinner 30 milioni.
Queste cifre considerano solo le componenti fisse, escluse royalties e bonus, che possono far lievitare i guadagni sensibilmente.Il contratto con Nike rappresenta la voce principale per entrambi: da solo incide per il 53% degli introiti di Sinner (16 milioni) e per il 59% di quelli di Alcaraz (19 milioni).
Il potenziale ancora inespresso
Va però sottolineato che il timing ha giocato un ruolo cruciale: lo spagnolo ha rinegoziato il proprio accordo dopo la vittoria nei primi Slam e il primato ATP, mentre l’azzurro ha raggiunto l’apice successivamente.
Escludendo lo sponsor tecnico Sinner è davanti al rivale, avendo colmato il divario con nuove partnership e una presenza mediatica crescente, alimentata dalle recenti vittorie che lo hanno messo al centro della scena globale.
«Il fatto che i partner commerciali siano ancora minoranza nel fatturato attesta per entrambi un potenziale inespresso – ha commentato Giovanni Palazzi, ceo di ChainOn –, da concretizzarsi attraverso alcune leve: la valorizzazione dell’immagine globale sia dentro che fuori dal campo; un approccio che abbini il ruolo di social influencer a quello di testimonial.
Sponsor Alcaraz e Sinner: strategie a confronto
Sul fronte della gestione dell’immagine, le scelte dei due sono distinte. Sinner ha interrotto la collaborazione con l’agenzia StarWing per affidarsi totalmente ad Alex Vittur, amico e manager, che guida la sua agenzia Avima.
Alcaraz, invece, è rappresentato da Albert Molina, vicepresidente di IMG Tennis: una macchina più strutturata, con visione globale, che consente allo spagnolo un posizionamento pervasivo.
In ottica futura, secondo Palazzi è cruciale «la ricerca di accordi di endorsement su prodotti e servizi con corrispettivi legati a commissioni sulle vendite in sostituzione degli attuali compensi fissi, come Michael Jordan ottenne con Nike con le Air Jordan».