Di fronte a uno sport italiano in trasformazione, Luciano Buonfiglio eredita la presidenza del CONI con un obiettivo chiaro: ricucire, rilanciare, innovare. Dopo la lunga era di Giovanni Malagò, il Consiglio nazionale ha scelto la via della continuità, premiando un dirigente sportivo esperto, ma anche un ex atleta olimpico e manager d’impresa. A 74 anni, Buonfiglio porta a Palazzo H una doppia anima: aziendalista e sportiva.
È la prima volta nella storia che il vertice dello sport italiano viene affidato a chi ha vissuto l’Olimpiade da atleta. Era il 1976 quando Buonfiglio gareggiava nel K4 di canoa a Montréal. Da allora, una lunga carriera nel settore assicurativo e, dal 2005, alla guida della Federazione Italiana Canoa e Kayak.
Ma se la sua elezione si inserisce in un solco già tracciato da Malagò, le sfide che lo attendono esigono un cambio di passo. Dal rapporto con le istituzioni alla gestione dei grandi eventi, dalla riforma del sistema sportivo alla valorizzazione del brand Italia, Buonfiglio eredita un ruolo fortemente ridimensionato dalla riforma Giorgetti del 2019, ma tutt’altro che marginale.
Un programma condiviso e un metodo partecipativo
Il titolo del suo programma elettorale – “Evoluzione CONI: Identità, Visione, Sinergia” – racchiude i pilastri della nuova presidenza. Buonfiglio intende riportare al centro gli organismi sportivi, valorizzandoli in un CONI inclusivo, partecipativo, trasparente e operativo. Il suo manifesto d’azione prevede una governance realmente rappresentativa, un dialogo strutturato e continuo tra le componenti del sistema e una netta apertura alla collaborazione con le istituzioni.
«Mi piacerebbe redigere il primo piano strategico quadriennale con il Governo e Sport e Salute», ha dichiarato. Il presidente ha già ricevuto le congratulazioni del ministro per lo Sport Andrea Abodi e dei vertici di Sport e Salute, mostrando sin da subito un atteggiamento dialogante. «Ogni veduta diversa si risolverà con il dialogo, – ha detto Buonfiglio dopo l’elezione. – Sono pronto a confrontarmi, a costruire insieme».
Le sfide imminenti: Milano-Cortina e la ricucitura del sistema
Il nuovo presidente dovrà subito dimostrare di saper gestire partite complesse: in primis i Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026, in cui entrerà nel CDA della Fondazione non appena formalizzata la nomina. E poi la costruzione dell’Italia Team per Los Angeles 2028, in un contesto che vede il CONI concentrato sulla preparazione olimpica e di alto livello, con risorse limitate rispetto al passato.
Buonfiglio è consapevole: «Bisogna mettere più carbone nella locomotiva dello sport italiano», ha dichiarato. E lo farà con una Giunta in parte rinnovata e un’agenda di incontri già pianificata con Governo e Sport e Salute.
Sarà suo compito infatti quello di ricucire i rapporti all’interno del sistema sportivo nazionale, frammentato dopo la riforma che ha ridimensionato il ruolo del CONI, spostando risorse e competenze operative alla società Sport e Salute (oggi interamente controllata dal MEF).
Buonfiglio eredita infatti un ente con competenze limitate alla preparazione olimpica e paralimpica, finanziato con circa 45 milioni annui, mentre la gestione delle risorse per lo sport di base – un flusso che quest’anno ha toccato i 595 milioni di euro – è in capo a Sport e Salute. Una ridefinizione dei ruoli è quindi essenziale per garantire efficienza e coesione.
Un’agenda concreta tra impianti, giovani e territorio
Il nuovo presidente ha indicato come prime azioni il rilancio dei Giochi della Gioventù, il rafforzamento della presenza sul territorio e un rinnovato impegno verso lo sport come strumento educativo e sociale. In agenda, la creazione di dipartimenti tematici su formazione, salute degli atleti, giustizia sportiva, digitalizzazione, marketing, inclusione e sostenibilità.
Particolare attenzione sarà riservata alla pianificazione. Centrale anche la semplificazione normativa con l’obiettivo ambizioso di arrivare a un Testo Unico dello Sport.
Luciano Buonfiglio: «Nel mio Coni anima aziendale e spirito sportivo»
Gli atleti al centro del sistema
Nel suo programma, Buonfiglio non si limita alla dimensione organizzativa: intende fare degli atleti ambasciatori del sistema Paese, investendo in personal branding, comunicazione digitale e percorsi formativi. L’obiettivo è promuovere una narrazione quotidiana dello sport italiano, capace di coinvolgere le nuove generazioni e attrarre sponsor, turisti e investitori.
Il marketing sarà inteso come leva sistemica: non solo per il CONI, ma come ecosistema economico a beneficio delle Federazioni, anche attraverso l’introduzione di pacchetti di sponsorizzazione innovativi e roadshow all’estero in collaborazione con ambasciate e istituzioni culturali.
Un CONI connesso, digitale e narrativo
Un tema chiave per Buonfiglio è la narrazione dello sport. «Non solo raccontare le medaglie olimpiche, – dice il suo programma – ma anche la vita quotidiana di atleti, tecnici, dirigenti, volontari».
Per questo è previsto un forte investimento nel digitale, con contenuti originali per OTT e social media, e una collaborazione con creator e media emergenti. L’obiettivo è costruire un CONI narrativo che parli ai giovani e rafforzi l’identità sportiva nazionale. Una visione che punta a trasformare il CONI in un centro di produzione culturale e comunicativa, rafforzando il posizionamento del brand sportivo italiano nel mondo.
Unire ciò che è stato diviso
Luciano Buonfiglio non nega le difficoltà, né sottovaluta le critiche.
La sua elezione è vista da molti come un segnale di continuità con il passato, ma la sfida più grande sarà proprio questa: dimostrare che la continuità può diventare cambiamento se accompagnata da metodo, visione e coraggio.