Malagò ai saluti dopo 12 anni: «Buonfiglio l’uomo giusto per sostituirmi»

Il dirigente romano si appresta a concludere la sua esperienza al vertice del Coni, e individua l’attuale presidente di Federcanoa come suo sostituto naturale.

Giovanni Malagò, presidente del Coni
verso le elezioni
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Una carriera dedicata allo sport. Giovanni Malagò sta per concludere la sua avventura come vertice del Coni durata per tre mandati, che equivalgono ad altrettanti quadrienni olimpici, nei quali ha ottenuto importanti risultati sul fronte sportivo e istituzionale.

«Ho sempre lavorato al servizio dello sport italiano e dell’istituzione Coni», sottolinea il dirigente romano che sarà spettatore interessato del processo elettivo del suo successore previsto per il 26 giugno.

Malagò Buonfiglio: l’endorsement al presidente di Federcanoa

Secondo quando dichiarato al Corriere della Sera, Malagò conferma il suo endorsement a Luciano Buonfiglio, attuale presidente di Federcanoa, che vede come il sostituto naturale per proseguire il suo lavoro.

«Le motivazioni del mio sostegno a Buonfiglio sono state espresse ai presidenti federali quando presi atto che non ero più candidabile. Ho molto apprezzato che la candidatura di Luciano sia sempre stata subordinata alla mancata possibilità di ricandidarmi. Buonfiglio è presidente federale di lungo corso e di esperienza nazionale e internazionale: la sua candidatura è logica e coerente». 

In corsa ci sono complessivamente otto candidati, tra cui all’ultimo si è aggiunto Franco Carraro, uomo a lungo presente nelle istituzioni sportive, con un curriculum importante segnato da ruoli apicali sia nel movimento olimpico che in FIGC.

«È frutto della situazione particolare che si è creata con il tira e molla sul mio rinnovo, di un’incertezza che ha portato a gonfiare a dismisura anche il numero di candidati per la Giunta. Con Carraro ho un’amicizia antica, c’è un rapporto di stima». 

Malagò Buonfiglio: l’assenza di donne e la mancata proroga del mandato

Tra coloro che hanno presentato la loro candidatura spicca l’assenza di donne, una circostanza che si verifica anche a livello regionale dove i vertici dei comitati sono in gran prevalenza uomini.

«Tra i presidenti abbiamo avuto moltissime rielezioni: pensionati bravi, grandi lavoratori che si sono guadagnati la conferma. Ma già dal prossimo turno varrà il limite del terzo mandato ed entreranno più giovani e più donne»

Il presidente uscente si è soffermato inoltre sul tema del prolungamento del suo mandato in vista di Milano Cortina, non percorribile in virtù della normativa vigente, a cui il Governo non ha previsto di derogare.

«Mai chiesto il quarto mandato, Dopo dodici anni e in prossimità delle Olimpiadi non mi hanno concesso una proroga nemmeno per sei mesi. Dopo aver lavorato per sette anni a contatto con i miei colleghi dei comitati olimpici nazionali una proroga avrebbe dato continuità e permesso a loro di poter dialogare con lo stesso soggetto. Se il veto fosse stato posto subito, nulla da dire ma è stato introdotto dopo sei anni». 

Il futuro del dirigente romano: le ipotesi in campo

Un tema che è stato sollevato da chi si è opposto al prosieguo della sua avventura al vertice del Coni è la presunta incompatibilità con la Carta Olimpica, che Malagò non ritiene tuttavia sussistere.

«A me non risulta. Un conto sono le elezioni del Consiglio Nazionale e della Giunta, un conto la presidenza. Credo che chiunque si renda conto che non capita ogni giorno che un Paese organizzi le Olimpiadi e le Paralimpiadi in casa: è una situazione unica». 

Per il futuro circolano una serie di indiscrezioni, a partire da un coinvolgimento attivo in politica, passando per ruoli dirigenziali nella Roma e in Ferrari, a testimonianza dell’apprezzamento diffuso del lavoro del dirigente.

«Posso essere onorato, lusingato, ma la priorità fino a marzo 2026 sono le Olimpiadi di Milano e Cortina. Da quando sono al Coni, penso solo al Coni: per altro non c’è spazio. Da marzo 2026 qualcosa potrebbe cambiare, poi, vedremo…».