Arriva il Decreto America’s Cup per Napoli: potenziale impatto da miliardi di euro

Il decreto per l’America’s Cup 2027 è in arrivo. Napoli ospiterà la storica competizione velica con investimenti pubblici, grandi ritorni economici e un ruolo centrale nella rigenerazione di Bagnoli.

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Sport e rilancio
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Il governo italiano è pronto a varare entro maggio il decreto per dare ufficialmente il via all’organizzazione della 38ª edizione dell’America’s Cup, la più antica e prestigiosa competizione velica al mondo. Un evento che nel 2027 approderà per la prima volta in Italia, precisamente a Napoli, e che promette ricadute economiche significative per il Sud del Paese.

Il decreto e la macchina organizzativa: le stime

Il provvedimento in arrivo è un passaggio necessario per un intervento a carattere nazionale che andrà a stabilire le competenze istituzionali, attiverà le coperture pubbliche e delineerà gli ambiti di competenza dei diversi attori coinvolti.
Sarà inoltre istituita una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, come avviene per tutte le manifestazioni di interesse nazionale.
Il governo potrebbe da ultimo nominare un commissario che, potrebbe coincidere con l’attuale sindaco del capoluogo campano, Gaetano Manfredi

La scelta di Napoli come sede non è casuale: il Team New Zealand, detentore del trofeo, ha potuto selezionare il campo di regata e ha optato per il Golfo partenopeo. Una decisione maturata anche grazie alla sinergia avviata con le istituzioni italiane e al progetto di rilancio di Bagnoli.

Il costo previsto per l’organizzazione della manifestazione si aggira intorno ai 100 milioni di euro, la maggior parte dei quali sarà coperta dallo Stato, trattandosi di un evento di rilevanza nazionale. Ma il ritorno economico potrebbe essere ben più significativo: secondo le stime del Centro Studi di Unimpresa, l’impatto diretto sull’economia campana potrebbe superare i 690 milioni di euro, con ulteriori 150-250 milioni di benefici per il resto del Mezzogiorno. In un orizzonte di 5-10 anni, si parla di un potenziale ritorno compreso tra 1 e 2 miliardi di euro.

Bagnoli, America’s Cup e la leva della rigenerazione urbana

Fulcro dell’evento sarà l’area di Bagnoli, dove sorgeranno le basi operative dei team. Il governo ha già destinato 1,2 miliardi di euro in Fondi di Sviluppo e Coesione, stanziati con il decreto Coesione 2024, per le bonifiche e la riqualificazione di oltre 1.700 ettari entro il 2031.
L’America’s Cup rappresenta, secondo Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute «un’occasione per accelerare nettamente il progetto governativo su Bagnoli» e trasformare un’ex area industriale in un hub turistico, sportivo ed economico, come già avvenuto in altre città. Mezzaroma, dalle colonne di MF-Milano Finanza si è detto “fiducioso”, di fronte a una prova così sfidante, anche considerando che la gli aspetti economici finanziari e di pianificazione progettuale sono stati definiti da mesi, sottolineando inoltre come «a livello di Sistema Paese, per questi grandi appuntamenti ci siamo sempre fatti trovare pronti».

Il caso Barcellona: un benchmark da 1,7 miliardi di euro

L’esperienza di Barcellona 2024 offre un modello concreto del potenziale economico dell’evento. La capitale catalana ha rivitalizzato Port Vell in soli otto mesi, trasformando l’ex Porto Olimpico in un polo attrattivo con 16 milioni di visitatori l’anno. L’investimento totale è stato di 120 milioni di euro, di cui quasi 70 provenienti da soggetti privati.

Il ritorno? Un impatto economico stimato in 1,7 miliardi di euro, 10.000 posti di lavoro generati, 400.000 visitatori durante l’evento e un sistema di controllo che ha coinvolto sette diverse forze di polizia per la gestione dei 200 SuperYacht ormeggiati.

A ciò si aggiungono strutture permanenti come il centro commerciale Maremagnum, il cinema IMAX e l’acquario più grande d’Europa. Un’eredità tangibile per la città, in linea con lo spirito della manifestazione che punta a lasciare una legacy infrastrutturale e sociale.

La città spagnola ha potuto così beneficiare della presenza dell’America’s Cup che, diversamente da eventi sportivi tradizionali come i Gran Premi di Formula 1 o MotoGP di tre giorni, prevede due mesi di regate e la presenza dei team in città anche con due anni di anticipo. Ogni squadra impiega circa 150 persone e spende in media 3 milioni di euro al mese, generando così un flusso economico costante e distribuito nel tempo.

L’America’s Cup non è quindi solo una grande sfida sportiva, ma un volano di sviluppo. L’investimento statale, se ben gestito, potrebbe attivare meccanismi virtuosi capaci di trasformare l’evento in un acceleratore per la rigenerazione urbana e la crescita economica.

Come dimostra l’esempio di Barcellona, l’eredità dell’America’s Cup può durare ben oltre l’ultimo colpo di vento.

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